Dalle miniere alle strade, il futuro passaporto per le batterie delle auto elettriche traccerà ogni passaggio lungo la filiera che porta le materie prime nelle vetture vendute nell’Unione europea dal 2027. Qualche costruttore anticipa però i tempi.
È la svedese Volvo, quasi pronta a lanciare il primo documento d’identità per accumulatori nel Vecchio Continente. Apripista dell’iniziativa? Il Suv EX90, prossimo alla produzione dopo la presentazione nel 2022.
Come funziona il passaporto per batterie
Riportata dall’agenzia di stampa Reuters, la mossa viene anticipata da Vanessa Butani, responsabile per la Sostenibilità globale della Casa scandinava. “Essere pionieri e leader è per noi molto importante”, le parole rilasciate alla testata britannica. Ma come funziona il passaporto per batterie?
Sviluppato insieme all’azienda inglese Circulor, il documento d’identità digitale utilizza la tecnologia della blockchain per mappare le catene di approvvigionamento delle aziende; un’operazione che si basa sulla raccolta delle informazioni dai sistemi di produzione dei fornitori degli accumulatori e che considera soprattutto l’uso delle energie rinnovabili per calcolare la sostenibilità ambientale dei prodotti.
Ogni volta che Volvo coinvolgerà un nuovo fornitore, la startup verrà informata per eseguire un sondaggio. I dati riportati poi sul passaporto riguarderanno minerali, componenti, materiali riciclati e impronta di carbonio.
Gli automobilisti ne avranno accesso attraverso un QR code posto sullo sportello al lato del conducente, mentre la versione completa del documento verrà trasmessa alle autorità competenti e comprenderà anche informazioni sullo stato di salute delle batterie per 15 anni. Il tutto al costo di 10 dollari ad auto per la Casa, che un giorno estenderà l’iniziativa a ogni veicolo elettrico.
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