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4 Gennaio 2016

Domenica 3 Gennaio 2016, il caro Luigi di Maio (sì. Sempre lui, lo adoro.) ha pubblicato in prima mattinata un video dove si parla, per l’ennesima volta, di un’impresa rilanciata dal Microcredito a 5stelle (una libreria, nel caso specifico). In pratica, secondo la vulgata grillina, la storia è più o meno questa.

Ci sono un gruppo di eroi, i deputati ed i senatori a 5stelle, che si tolgono letteralmente il pane dalla bocca e lo cedono alla imprese bisognose che accedono in maniera diretta a questo fondo,  CREATO DAI PARLAMENTARI A 5 STELLE E SENZA ALCUNA GARANZIA, e si finanziano per un massimo di 25.000 euro.

Giusto per non far credere di aver inventato alcunché degli ultimi tre righi, allego il link ALLA PAGINA UFFICIALE DI BEPPE GRILLO SUL MICROCREDITO ed allego, in formato PDF, il volantino che è disponibile sulla pagina stessa.

Volantino_A4_microcredito_print

Ma quanto c’è di vero in quello che ho appena scritto e che viene sostenuto a gran voce dai penta stellati?

Poco. E quando dico “poco” intendo “nulla”.

Innanzitutto, cos’è il Microcredito? Il microcredito è un’idea venuta ad un banchiere bengalese, Muhammad Yunus (vincitore del Nobel nel 2006), che aveva concepito il microcredito  come un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali. Il che significa, ovviamente, SENZA GARANZIE, come cita anche il buon Beppe e compagnia cantante.

Ma in Italia come funziona?

Andiamo a valutare un po’ quello che ci hanno voluto comunicare i 5stelle.

Il microcredito nasce grazie ad un fondo creato dai parlamentari 5stelle che si sono dimezzati gli stipendi.

Prima bufala. In Italia, lo strumento del microcredito, viene approvato con il decreto legislativo 141/2010 e modificata con il decreto legge 169/2012. Nel triennio 2010 – 2012 sono stati erogati 7167 prestiti per un ammontare di più di 60 MILIONI DI EURO verso le aree svantaggiate, intendendo per “aree svantaggiate” quelle che hanno un PIL del 75% inferiore rispetto alla media europea. Per chi volesse ulteriori informazioni sul microcredito, rimando alla pagina UFFICIALE, e non a quella del sito di Beppe Grillo.

Seconda bufala. Il fondo nel quale i parlamentari dei 5 stelle versano quello che residua dai loro stipendi, è il FONDO DI GARANZIA che nasce nel 1996 sotto il Governo Prodi I  ed è operativo sotto le insegne del Ministero dello Sviluppo Economico dal 2000. Nel 2014 il Fondo ha accolto 86.237 operazioni, per quasi 13 miliardi di nuovi finanziamenti attivati e per nuovi importi garantiti pari a 8,4 miliardi. Lo comunica il Mise, che cita i dati di Banca del Mezzogiorno-Mcc. Solo al Sud, sono state accolte 23.709 operazioni per finanziamenti pari a 2,8 miliardi e un garantito di oltre 2 miliardi. Un trend cresciuto nel 2015. La media giornaliera degli arrivi di richiesta è stata di oltre 440 operazioni (+22% rispetto al 2014). Inoltre a oggi le garanzie concesse dall’avvio dell’operatività sono 469.070 e si stima che a dicembre si sia raggiunto il numero record di 500.000. Anche le start-up hanno iniziato ad apprezzare le potenzialità dello strumento messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico. Nel primo quadrimestre di quest’anno sono state accolte 4.534 operazioni relative a imprese start-up per un ammontare di finanziamenti pari a 401,2 milioni. Per chi volesse ulteriori informazioni, qui il link del sito.

Inoltre, oltre ai soldi immessi dal Governo, da Giugno 2014 esiste anche un accordo con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) che ha generato altri 500 milioni di fondi. Qui il link per chi volesse approfondire.

Il fondo di garanzia è finanziato con gli stipendi dei parlamentari a 5 stelle.

Terza bufala. Lo Stato Italiano contribuisce con 13 MILIARDI DI EURO (solo nell’anno passato), mentre il M5S contribuisce con poco più di 10 milioni, 10 MILIONI su 13 MILIARDI corrispondono allo 0,076% del fondo. Una goccia nel mare. Quindi, chiamare il Fondo di Garanzia, FONDO DI GARANZIA A 5STELLE, è una gigantesca forzatura (volendo essere politically correct).

Il microcredito è senza garanzie reali.

Quarta bufala. Nel video sul sito di Beppe Grillo che ho riportato, viene indicato che l’accesso al prestito avviene SENZA GARANZIE REALI. Anche questo è palesemente falso. Per chi volesse approfondire al link, all’articolo 10 e nell’allegato 1, sono precisate le quantità di accantonamenti che devono essere versati, divisi per  regione e in maniera differita per anni. Inoltre all’art.3 del D.M. è precisato che

La garanzia diretta del Fondo sui finanziamenti di cui all’articolo 3 è concessa su richiesta del soggetto finanziatore fino alla misura massima dell’80 percento dell’ammontare del finanziamento da questi concesso

Questo significa che le garanzie sono solo dell’80%, l’altro 20 % delle garanzie deve metterle il richiedente.
E le banche per quel 20% (salvo bocciatura della domanda) chiedono le medesime garanzie che chiederebbero per un prestito normale senza nessuna garanzia del fondo, cioè redditi tali a coprire tutto il finanziamento, o un garante terzo.

E’ stata una grande vittoria.

Quinta bufala. L’unico vero “risultato”, se vogliamo chiamarlo così, fu che i 5stelle proposero “ulteriori mezzi di finanziamento del fondo” che non fossero i finanziamenti erogati dal Governo. In pratica, chiedevano che venisse reso possibile il versamento dei loro stipendi su questo fondo.

Ebbene, giusto per dimostrare ancora una volta la loro coerenza, quando si è votata la conversione in legge (9 Agosto 2013, n.98) del decreto legge del 21 Giugno 2013 (qui il link) che all’ art. 1 comma 5 ter, proponeva ESATTAMENTE QUELLO CHE I GRILLINI CHIEDEVANO, i grillini cosa hanno fatto? Ovviamente, HANNO VOTATO CONTRO, salvo poi definire il passaggio del comma che prevedeva ulteriori fonti di finanziamento per il microcredito “UNA GRANDE VITTORIA DELL’ONESTA’”.

Ancora una volta, i 5s dimostrano di essere una valida alternativa ai partiti tradizionali, soprattutto per le balle che raccontano agli elettori.

TAG:
Luigi Di Maio, microcredito, movimento 5 stelle, politica

CAT:
Occupazione, Partiti e politici

 

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