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Oro, gioielli, orologi: il credito su pegno non si è fermato nemmeno durante il lockdown. Anzi. A maggio 2020 il mercato valeva circa un miliardo e nell’ultimo anno il numero di «contratti» è cresciuto del 30 per cento. A fornire i dati è ProntoPegno, la spa di Banca Sistema (detiene una quota del 75%) che con quattordici filiali in Italia è il primo operatore bancario del settore. Ma chi pensa che questa forma di prestito di denaro, in pratica un modo per ottenere liquidità immediata, sia l’ultima spiaggia si sbaglia. «Il credito su pegno – spiega Giuseppe Gentile, direttore generale di ProntoPegno – un tempo era visto come una forma di finanziamento per le classi più povere, ora non è più così. Al banco dei pegni si rivolgono tutte le categorie sociali. I nostri clienti sono piccoli imprenditori, commercianti, pensionati e stranieri (che rappresentano il 30%) che lavorano stabilmente nel nostro Paese». A dimostrazione del fatto che si tratta di una necessità di denaro momentanea è anche la percentuali altissima di chi riscatta il bene: «Il 95% a livello di mercato complessivo in Italia e il 98% per il Gruppo Banca Sistema», precisa Gentile.

Credito su pegno: come funziona

Ma come funziona il credito su pegno? La persona porta uno o più beni, (normalmente si tratta di gioielli, oro, monete e più raramente orologi) al banco dei pegni, sceglie una finestra temporale (di 3, 6 o 12 mesi) per poterlo riscattare e riceve immediatamente il denaro. «Possiamo dare in contanti fino a 2mila euro (a gennaio 2022 il tetto scenderà a 1000 euro se non cambia la normativa, ndr) – aggiunge Gentile – altrimenti si procede con un bonifico o con carte prepagate emesse dalla banca». Il cliente ha fino a un anno di tempo per riscattare il bene rientrandone nella sua piena proprietà. Ogni volta che viene dato un bene in pegno si sottoscrive una polizza, rinnovabile fino a 3 anni. In questo periodo il bene non sarà venduto all’asta. Se allo scadere del periodo la polizza non viene rinnovata e il bene non viene riscattato andrà venduto all’asta.

Il tasso di interesse

Ma quanto si riceve in denaro? «Noi – spiega Gentile – prezziamo al 70-80% del valore del bene, la normativa in vigore (il regio decreto del 1939) dice che si può dare fino all’80 per cento. Il tasso di interesse sul denaro dato in cambio applicato da Banca Sistema è tra il 7 e il 7,5% annuale, i tassi di mercato sono compresi in una forbice che va dal 7 al 10 per cento». La maggior parte dei beni dati in pegno (il 92% nel caso di ProntoPegno) è rappresentata da oro sotto forma di gioielli, orologi o monete. Poi vengono diamanti, argenti e orologi non d’oro come i Rolex di acciaio. Il ticket medio del finanziamento è di 1.450 euro, in crescita di circa il 20% rispetto a un anno fa.

Un business senza rischi

Banca Sistema ha deciso di puntare su questo tipo di attività. «Si tratta di un tipo di business a cui non sono associate sofferenze – spiega Gentile – con un basso assorbimento patrimoniale e ottime prospettive di crescita». Il credito su pegno di Banca Sistema conta 52 mila polizze emesse/acquisite per 30 mila clienti (dati al 30 giugno 2021) e vale circa 80 milioni di euro sotto forma di prestiti, che saliranno a 150 milioni entro il 2023. La banca intende proseguire con la crescita organica e non, il che significa acquisizioni. L’ultima in ordine di tempo è il consolidamento del ramo acquisito nel 2020 da Intesa Sanpaolo.

Dal Monte di Parma a Cristoforo Colombo

L’istituto nacque nel 1462 per volontà della Chiesa Cattolica, con lo scopo di contrastare la pratica dell’usura e garantire un accesso al credito più rapido e ampio. «Nato dalla necessità di facilitare e regolamentare l’accesso al credito delle persone – racconta Giuseppe Gentile – il pegno è stato fin dalle sue origini uno strumento anche per supportare il compimento di grandi imprese: la Regina Isabella di Castiglia stessa impegnò i suoi gioielli per finanziare la spedizione di Cristoforo Colombo alla scoperta delle Americhe e possiamo trovare esempi interessanti anche nell’attualità». Il Monte dei Pegni di Parma, confluito in ProntoPegno nel 2020, fu uno dei primi a essere costituito il 27 gennaio 1488 per volontà di Fra Bernardino Da Feltre.

 

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