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Cosa si intende per competenza del pignoramento presso terzi e qual è la procedura che porta al pignoramento di somme di denaro o beni mobili (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unicoLeggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Definizione di pignoramento presso terzi

Il pignoramento presso terzi è l’espropriazione forzata di beni mobili del debitore che si trovano in possesso di terzi (terze persone) o che il debitore vanta nei confronti di terzi.

Detta così potrebbe sembrare complicato, ma in realtà è piuttosto semplice. Questa è una delle espropriazioni forzate più utilizzate nella pratica.

Per esempio è il caso del creditore che va a pignorare lo stipendio del suo debitore presso il datore di lavoro, oppure il caso del creditore che va a prelevare il denaro che è presente sul conto corrente del suo debitore, quindi presso l’istituto di credito (la banca).

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Come si svolge in concreto il pignoramento presso terzi: il titolo esecutivo e il precetto

Ma vediamo come funziona in concreto questa forma di pignoramento, cercando di spiegarlo con meno tecnicismi possibili. Tutto comincia con la notifica del titolo esecutivo e del precetto al debitore del titolo esecutivo.

Il titolo esecutivo potrà essere un’ordinanza, una sentenza, un decreto ingiuntivo, un titolo di credito… insomma, uno dei titoli ingiuntivi previsti dalla legge unitamente al precetto, che è il primo atto dell’esecuzione.

Si tratta di una sorta di ultimatum dato al debitore prima di iniziare il pignoramento vero e proprio.

Titolo esecutivo e precetto vengono notificati così:

  • se il debitore ha un’azienda o comunque è un soggetto con Pec, riceverà una notifica tramite Pec;
  • altrimenti riceverà una notifica Ufficio notifiche.

Vediamo se e quando è possibile avviare il procedimento di pignoramento del conto corrente vuoto.

Cosa succede se il debitore non adempie dopo titolo esecutivo e precetto: il pignoramento

Se, una volta ricevuto titolo esecutivo e precetto, il debitore non adempie, si parte con il pignoramento vero e proprio.

Il pignoramento impone al creditore precedente (nella realtà delle cose, al suo avvocato) di redigere l’atto di pignoramento (qui trovi un fac simile di atto di pignoramento presso terzi).

Anche qui, per capire in che cosa consiste l’atto di pignoramento, andiamo a vederlo in concreto.

Abbiamo parlato anche di pignoramento e morte del creditore: se il creditore muore che fine fa il pignoramento? O meglio: il debitore può sentirsi libero dopo la morte della persona che vanta crediti nei suoi confronti?

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Come è fatto l’atto di pignoramento

L’atto di pignoramento presso terzi è un atto in cui l’avvocato mette in intestazione chi è il creditore precedente e va poi a precisare quali sono le ragioni del credito, quindi qual è il titolo esecutivo.

Dà inoltre conto del fatto di aver provveduto alla notifica del titolo esecutivo e del precetto e, in sostanza, dopo aver fatto queste premesse, fa la vera e propria intimazione al debitore (al terzo pignorato) di non sottrarre i beni pignorati alle ragioni del credito e cita il debitore a comparire in udienza.

Poi, il creditore invita il terzo pignorato (debitore) a fare una dichiarazione ai sensi dell’ex articolo 547.

Così viene avvertito il “terzo pignorato” di quali sono le conseguenze in caso di mancata dichiarazione. Con questa prima parte dell’atto di pignoramento si conclude la competenza del creditore.

C’è poi la parte di competenza dell’Ufficiale giudiziario, che sottopone a pignoramento i beni e i crediti che si trovano preso i terzi.

L’ufficiale giudiziario, inoltre, ingiunge al terzo di non sottrarre alla garanzia del credito i beni e a invita l’esecutato a effettuare la propria dichiarazione di eleggere domicilio presso la cancelleria del giudice dell’esecuzione competente e per finire fa gli avvertimenti e le intimazioni di legge.

Questo atto così predisposto viene compilato dall’avvocato, portato presso l’Ufficio notifiche esecuzione del Tribunale e viene notificato da parte dell’ufficiale giudiziario.

Ecco come apparire nullatenenti per evitare il pignoramento, come far risultare di avere zero proprietà, zero redditi e zero conti correnti anche se non è vero.

Consegna e notifica dell’atto di pignoramento presso terzi

Gli ufficiali giudiziari sono le persone che presenteranno la notifica vera e propria. Notifica che può essere consegnata a mano o per mezzo posta, ma comunque l’atto di pignoramento deve pervenire al debitore e al terzo.

In questo articolo parliamo di come evitare il pignoramento del conto o dello stipendio o della pensione. Quei beni, in pratica, che sono più facilmente aggredibili da un creditore sia pubblico, sia privato.

Quali potrebbero essere i soggetti terzi e come fa a conoscerli il debitore?

A questo punto ti chiederai: ma come si fa a sapere chi sono tutti i “terzi” di cui il debitore è a sua volta debitore?

In alcuni casi, il creditore potrebbe essere già a conoscenza dei soggetti terzi che devono soldi al suo debitore.

In altri casi, soprattutto nelle relazioni commerciali, può accadere che il creditore conosca dei clienti del suo debitore, oppure potrebbe aver già ricevuto dei pagamenti, quindi potrebbe conoscere l’istituto di credito, attraverso dei pagamenti del suo stesso debitore.

Quindi, per fare un esempio: se il debitore ha fatto dei pagamenti al creditore presso la Banca X, il creditore predisporrà il pignoramento presso la stessa banca (il terzo).

Pignoramento a chi non ha nulla, come funziona? Quando il debitore di un prestito personale o di un mutuo paga in ritardo o non paga affatto alcune rate, o addirittura tutto il prestito, ha maggiori rischi di pignoramento per cattivi pagatori. Ma se sono nullatenente cosa possono togliermi? Vediamo.

Chi sono i “terzi”

L’esempio più classico di pignoramento presso terzi è quello dello stipendio del debitore.

In questo caso, il creditore si informa su chi è il datore di lavoro del debitore e lo indica nell’atto di pignoramento presso terzi (il terzo, in questo caso, è il datore di lavoro).

Il “terzo” può essere quindi:

  • l’impresa stessa presso cui lavora il debitore;
  • un’’azienda cliente del debitore, che deve soldi al debitore stesso;
  • il soggetto terzo, in pratica, riceve la notifica dell’atto di pignoramento e deve fare la dichiarazione ex articolo 547.

Il pignoramento della Naspi è possibile? Ecco la guida dettagliata.

Competenza del pignoramento presso terzi
Pignoramento presso terzi competenza: come funziona

Cos’è la dichiarazione ex articolo 547?

Il “terzo” che riceve la notifica di pignoramento, deve fare la notifica ex articolo 547.

Prima di tutto, però, chiariamo che per l’attribuzione del pignoramento, si va un po’ a tentoni. Ovvero, si prova a capire dove realmente è possibile attuare il pignoramento presso terzi, perché non sempre si hanno tutte le informazioni immediate per procedere.

La dichiarazione ex articolo 547 permette al creditore procedente di conoscere se il “terzo” ha effettivamente qualcosa da dargli.

Quindi: la notifica la riceve sia il debitore che il terzo o i terzi pignorati. I terzi pignorati sanno che da quando hanno ricevuto la notifica di atto di pignoramento, se hanno dei beni o comunque delle somme, diventano “custodi” di quei beni e che devono fare la dichiarazione ex articolo 547.

Facciamo l’esempio più semplice della banca: Banca X si vede arrivare l’atto di pignoramento e scopre che il suo correntista Y è debitore di una somma di una somma pari a 10mila euro.

A questo punto, la banca deve controllare se il correntista ha dei soldi in conto in conto corrente e dovrà rendere la dichiarazione.

Scriverà quindi all’avvocato che ha fatto il pignoramento presso terzi confermando che Y è suo correntista e che nel suo conto c’è una somma pari a 8, 9, 10mila euro, insomma, quello che c’è nel suo conto, oppure che il suo conto è vuoto.

Oppure potrebbe dichiarare che non c’è alcun rapporto tra la banca e il correntista. La dichiarazione ricevuta dall’avvocato dell’atto di pignoramento, quindi, potrà essere positiva o negativa.

Se è positiva, avrà trovato dei beni o dei soldi da pignorare. Se è negativa, dovrà scegliere un’altra via, ovvero cercare un altro “terzo”.

Casa cointestata e pignoramento: scopri come salvare la casa cointestata sottoposta a pignoramento.

La restituzione dell’atto di pignoramento presso terzi al creditore e l’iscrizione a ruolo

Al di là della dichiarazione positiva o negativa da parte del terzo, una volta che l’ufficiale giudiziario fa la notifica dell’atto di pignoramento, deve restituire l’atto al creditore.

Dalla data di notifica dell’atto, decorrono i termini di 30 giorni entro cui dovrà essere iscritto a ruolo il pignoramento presso terzi.

Ovviamente, il creditore (l’avvocato del creditore) iscriverà a ruolo se c’è una dichiarazione positiva da parte del soggetto terzo, se non trova nulla, non farà alcuna iscrizione a ruolo.

L’iscrizione a ruolo è quell’atto che serve a incardinare il procedimento dell’esecuzione e affidarlo a un giudice.

A questo punto, ricordiamo che, nell’atto di pignoramento, l’avvocato aveva indicato una data di comparizione. Quella data è appunto il giorno in cui il debitore dovrà comparire in udienza. Durante l’udienza, di fatto verrà assegnata la somma in denaro o i beni mobili.

Durante l’udienza in tribunale possono presentarsi due ipotesi:

  1. Il terzo rende regolarmente la sua dichiarazione e conferma che il debitore ha denaro o beni mobili presso di lui. In questo caso, l’avvocato del creditore presenta istanza di assegnazione delle somme o dei beni che sono stati dichiarati dal terzo e il giudice gliele assegna con ordinanza;
  2. Il terzo non rende dichiarazione. In questo caso, l’avvocato del creditore ne dà atto, il giudice fissa un’altra udienza, il creditore notifica il verbale dell’udienza al terzo e se il terzo non compare o si rifiuta di dichiarare si fa l’udienza per l’assegnazione se il credito e i beni sono individuabili. Se invece i beni non sono individuabili, il giudice ne accerta l’esistenza o l’ammontare con ordinanza e dopo disporrà l’assegnazione.

Ci sono però dei crediti che, come stabilito dal codice civile, non sono pignorabili: vediamo quali sono.

Pignoramento dello stipendio e licenziamento: scopri nell’approfondimento cosa dice la normativa in merito, cosa succede in questi casi e come difendersi.

Quali sono i crediti impignorabili?

L’art. 545 c.p.c. individua alcune tipologie di crediti che non possono essere pignorati, distinguendo tra impignorabilità assoluta e relativa.

Sono assolutamente impignorabili:

  • i crediti aventi ad oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri;
  • i crediti aventi ad oggetto sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, enti di assistenza o istituti di beneficenza;
  • i crediti derivanti da pensioni di invalidità.

Sono relativamente impignorabili:

  • crediti alimentari, gli stipendi, i salari e le altre indennità dovute da privati per rapporto di lavoro o di impiego (comprese quelle dovute a causa di licenziamento): questi crediti sono pignorabili per alimenti nella misura determinata con decreto dal Presidente del Tribunale o di un giudice da lui delegato; diversamente sono pignorabili nella misura massima di 1/5 del loro ammontare;
  • crediti per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni, pignorabili nella misura di 1/5 del loro ammontare;
  • le somme da chiunque dovute a titolo di pensioneindennità che tengono luogo di pensione o altri assegni di quiescenza, pignorabili solo per l’importo eccedente la misura massima mensile dell’assegno socialeaumentato della metà.

La parte eventualmente eccedente tale ammontare è invece pignorabile nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma dell’art. 545 c.p.c. nonché dalle speciali disposizioni di legge.

Se concorrono più cause di impignorabilità tra quelle precedentemente menzionate, il pignoramento non può comunque estendersi oltre la metà dell’ammontare delle somme predette.

Sono relativamente impignorabili, purché le somme siano accreditate su c/c bancario o postale intestato al debitore, anche:

  • le indennità relative al rapporto di lavoro privato o di pubblico impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento;
  • le prestazioni previdenziali a titolo di pensione o assegni di quiescenza.

Tali somme sono pignorabili:

  • nella misura eccedente il triplo dell’assegno sociale, se l’accredito è anteriore al pignoramento;
  • nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma dell’art. 545 c.p.c. nonché dalle speciali disposizioni di legge, se l’accredito ha luogo alla data del pignoramento o successivamente.

Il pignoramento eseguito sulle somme indicate dall’art. 545 c.p.c., in violazione dei divieti ed oltre i limiti previsti dalla norma e dalle disposizioni di legge speciali, è parzialmente inefficace (limitatamente alla parte eccedente il consentito) e l’inefficacia è rilevabile d’ufficio dal giudice (art. 545, comma 9, codice di procedura civile).

FAQ sulla competenza del pignoramento presso terzi

Competenza pignoramento presso terzi per debitori esteri

Se il tuo debitore si trova all’estero, potresti chiederti se è possibile effettuare un pignoramento presso terzi per recuperare il tuo credito. La competenza del pignoramento presso terzi per debitori esteri dipende principalmente dalle convenzioni internazionali e dagli accordi bilaterali tra i paesi coinvolti.

In genere, è consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto internazionale per valutare la fattibilità e la competenza del pignoramento presso terzi nel caso di debitori esteri.

Competenza pignoramento presso terzi negli enti pubblici

Se il tuo debito è nei confronti di un ente pubblico, potresti voler conoscere la competenza del pignoramento presso terzi. In generale, il pignoramento presso terzi può essere applicato anche nei confronti degli enti pubblici, ma è necessario rispettare le leggi e le procedure specifiche previste dal sistema legale del tuo paese.

Una persona con disabilità può essere pignorata?

L’articolo di invaliditaediritti.it su pignoramento e sfratto delle persone con disabilità elenca tutte le casistiche.

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