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Il Comune di Bergamo e Intesa Sanpaolo, al fine di sostenere un territorio particolarmente colpito dalla diffusione del Coronavirus Covid 19, lanciano il «Programma Rinascimento».

L’operazione, il cui valore complessivo è pari a 30 milioni di euro messi a disposizione dalla Banca, è stata presentata giovedì 7 maggio dal sindaco della città, Giorgio Gori, e dal consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Il «Programma Rinascimento» andrà a supportare le micro e piccole attività d’impresa, i piccoli esercizi commerciali e artigianali di Bergamo, per sostenere, in questa fase di ripartenza, le attività in difficoltà che non usufruiscono di interventi o agevolazioni da parte delle istituzioni centrali o regionali. Il Programma intende rappresentare un concreto strumento di sostegno del tessuto produttivo urbano e di quartiere di Bergamo, per aiutare le imprese ad affrontare le spese sostenute durante il lockdown e gli investimenti necessari alla ripartenza, ma ha anche la finalità di incentivare interventi di mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro.

Il «Programma Rinascimento» prevede innanzitutto 3 milioni di euro di contributi a fondo perduto per coprire le spese che le piccole imprese commerciali e artigianali hanno dovuto sostenere durante la chiusura forzata, accompagnati da uno strumento molto innovativo, quello dei prestiti d’impatto (per una cifra di 20 milioni di euro, con lunghe scadenze e tassi estremamente vantaggiosi) per consentire loro di affrontare gli investimenti che saranno necessari per adattare i propri spazi e i propri servizi al nuovo contesto di «convivenza» con il Covid-19, a loro volta abbinabili a contributi a fondo perduto per ulteriori 7 milioni di euro.

Gli interventi potranno riguardare anche attività penalizzate da una forte contrazione di fatturato anche dopo la riapertura – per esempio quelle della filiera turistica – o start-up che nasceranno per far fronte a nuove esigenze o incontrare nuovi stili di vita che caratterizzeranno il contesto post-Covid. Infine, nella consapevolezza dell’impatto delle misure di prevenzione sanitaria sulla mobilità urbana – a partire dalla forte riduzione di capienza del trasporto pubblico – si intende favorire la diffusione di strumenti di mobilità sostenibile alternativi all’utilizzo dell’auto privata.

I 10 milioni di euro complessivamente finalizzati all’erogazione di contributi a fondo perduto verranno versati nel Fondo di Mutuo Soccorso istituito dal Comune di Bergamo per sostenere il rilancio della città dopo l’emergenza Coronavirus e ne costituiranno uno speciale comparto destinato specificamente alle attività economiche private.

L’accordo tra Comune di Bergamo e Intesa Sanpaolo prevede anche servizi di affiancamento delle imprese nella progettazione dei rispettivi interventi. La gestione di questa attività, oltre che l’erogazione dei contributi a fondo perduto e le attività di monitoraggio e rendicontazione sono affidati a Cesvi Fondazione Onlus, una delle più importanti e accreditate istituzioni del Terzo Settore, con cui il Comune di Bergamo ha definito un’apposita convenzione. Un Comitato Tecnico di 5 membri, rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto, svolgerà un ruolo di regia e di supervisione.

«Il Programma Rinascimento che nasce grazie al generoso contributo di Intesa Sanpaolo – commenta il sindaco Gori – rappresenta una straordinaria forma di sostegno e di accompagnamento dell’ecosistema economico della nostra città. Bergamo è la città più colpita dall’epidemia che ha sconvolto il mondo, e per quanto sia solida, caratterizzata da un articolato tessuto di attività economiche, è oggi, oggettivamente, una città in grande difficoltà. Per questo il Comune di Bergamo ha creato il Fondo di Mutuo Soccorso e per questo accogliamo con viva gratitudine l’iniziativa di Intesa Sanpaolo. Dopo essere stati, nostro malgrado, la città simbolo dell’epidemia vogliamo diventare la città simbolo della ripartenza del nostro Paese». «Siamo onorati – prosegue Gori – che Intesa Sanpaolo abbia deciso di sperimentare a Bergamo, per estenderla poi ad altri territori, un’inedita e innovativa forma di cooperazione tra Ente Locale e Istituzione bancaria, che per parte nostra faremo ogni sforzo per rendere efficace a vantaggio della nostra comunità».

«Con il sindaco Gori e la sua Giunta – ha dichiarato Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo – intendiamo contribuire concretamente al rafforzamento della coesione sociale e civica attraverso il ricorso a nuove risorse e nuovi strumenti inclusivi e sostenibili, dando vita a un nuovo modello di sviluppo. Tra gli interventi previsti dal programma per il rilancio, condiviso con il Comune di Bergamo, mettiamo per la prima volta in campo uno strumento innovativo, anche a livello internazionale: il prestito d’impatto. Uno strumento caratterizzato da lunghe scadenze e le cui risorse sono dedicate ad attività a elevato significato sociale per l’ecosistema delle imprese del contesto territoriale bergamasco, la cui operosità rappresenta una marcia in più per la ripartenza del Paese».

MESSINA: «OPERAZIONE UBI BANCA, ANDIAMO AVANTI»

«Non confonderei i diversi profili». Così Messina, nel corso della presentazione del progetto con il Comune di Bergamo, ai giornalisti che gli chiedevano dell’operazione su Ubi banca, molto radicata nel territorio. «Stiamo supportando la rinascita di una comunità – aggiunge – ma noi stiamo operando su tutti i territori. Siamo la prima banca, la bandiera italiana all’estero, e quindi è normale un nostro impegno in favore di tutte le realtà. Quanto invece all’operazione su Ubi banca ho ribadito, anche nei giorni scorsi, che abbiamo intenzione di andare avanti e in questo contesto ci sono motivazioni aggiuntive per farlo».

Messina ha poi rivolto un appello agli imprenditori bergamaschi e bresciani con i quali c’è la «possibilità, insieme, di immaginare dei progetti anche sulle filiere. Noi lo faremo su tutti i territori ma qui ci sono dei campioni dell’imprenditoria italiana e credo che lavorando con loro si possono portare benefici anche alle filiere».

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