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Alcune volte può capitare che l’INPS, erogatore di NASPI, di reddito di cittadinanza e di gran parte dei bonus sociali, richieda a certi contribuenti la restituzione delle somme versate. Esaminiamo quali sono i motivi e cosa fare se si devono soldi all’INPS.

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Può capitare che l’INPS, erogatore di NASPI, di reddito di cittadinanza e di gran parte dei bonus sociali, richieda a certi contribuenti la restituzione delle somme versate. Esaminiamo quali sono i motivi e cosa fare se si devono soldi all’INPS.

Indice

Cosa fare se si devono soldi all’INPS: quando l’INPS può chiedere la restituzione

La legge consente all’INPS di effettuare nuovi calcoli sulle somme erogate ai contribuenti e di richiedere i soldi indietro nel caso i conti non tornino.

Se un contribuente, dunque, ha percepito più di quanto gli spettasse, è tenuto a restituire all’INPS la differenza, in un solo versamento o a rate.

Ma se l’errore non dipende dal contribuente che ha ricevuto le somme, ma da un funzionario o un dipendente INPS? In questo caso l’ente non può rivalersi sul contribuente innocente, ma sul dipendente colpevole.

Può invece richiedere indietro i soldi al contribuente quando l’errato calcolo sia dipeso dal dolo di quest’ultimo (ad esempio, quando un soggetto non ha dichiarato maggiori redditi percepiti, ha dichiarato maggiori familiari a carico, ha omesso informazioni importanti).

Sussiste il dolo anche se l’ente può dimostrare che il soggetto non abbia commesso l’errore o l’omissione apposta, ma una volta accortasene ha deciso di non denunciare.

In questi casi l’INPS può richiedere indietro i soldi entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello nel quale sono state erogate le maggiori somme non dovute.

Che accade trascorso tale termine? Che l’ente previdenziale non può più pretendere la restituzione delle somme indebitamente percepite dal contribuente.

Solo in caso di omessa dichiarazione dei redditi, il termine per richiedere le somme dovute si allunga sino a dieci anni. Mentre per i contributi previdenziali, il termine previsto dalla legge è di 5 anni.

Cosa fare se si devono soldi all’INPS? L’INPS può decidere di chiedere la restituzione delle somme di denaro nei seguenti casi:

  • il versamento delle somme eccedenti sia avvenuto dopo un procedimento formale;
  • il provvedimento è stato notificato all’interessato;
  • l’errore non è addebitabile a funzionari o dipendenti INPS.
  • le prestazioni in denaro erano incompatibili con altre prestazioni;
  • non sono stati rispettati i limiti reddituali;
  • le prestazioni sono state erogate dopo la morte di quello che era il beneficiario;
  • le prestazioni non sono cumulabili con i redditi da lavoro;
  • le prestazioni non erano dovute per mancanza di requisiti stabiliti dalla legge.

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Cosa fare se si devono soldi all’INPS: restituzione NASPI ed errore di calcolo

L’INPS può richiedere indietro le prestazioni relative alla NASPI, ma quando può avvenire questo? Nei seguenti casi:

  • se si trova lavoro e non lo si dichiara entro i termini;
  • se si avvia un’attività di lavoro autonomo e non lo si dichiara;
  • se si va in pensione;
  • se si percepisce l’assegno di invalidità;
  • se il lavoratore non partecipa alle politiche dell’ufficio di collocamento;
  • se il lavoratore non accetta le offerte di lavoro.

Le somme da restituire sono solo quelle illegittimamente percepite.

Qual è il primo passo da fare se l’ente previdenziale dovesse chiederti delle somme di denaro indietro? Rivolgiti ad un legale di fiducia esperto in diritto del lavoro, fai tutti gli accertamenti dopo di che esperisci il ricorso contro l’INPS.

In cosa consistono gli accertamenti che dovrebbe fare il nostro legale:

  • le restituzioni richieste dall’INPS sono reali?
  • di chi è stato l’errore di calcolo?
  • la richiesta è caduta in prescrizione?
  • le motivazioni di richiesta dell’INPS è davvero legittima?

Se il ricorso amministrativo verso l’INPS non va a buon fine, non temete, potrete fare causa all’ente dinanzi al giudice del lavoro, sempre seguiti dal vostro avvocato.

La NASPI spetta a coloro che perdono il lavoro contro la loro volontà: licenziamento, scadenza contratto a termine, dimissioni per giusta causa.

La restituzione dell’indennità di disoccupazione all’INPS è dovuta se il disoccupato viene reintegrato nel posto di lavoro.

Lo afferma la Corte di Cassazione, che dispone la reintegrazione del lavoratore non comporta, di per sé, l’obbligo di restituzione delle somme percepite a titolo di NASPI.

Solo una volta che il licenziamento sia dichiarato illegittimo ed il rapporto venga ripristinato per effetto della reintegrazione, “le indennità di disoccupazione potranno e dovranno essere chieste in restituzione dall’Istituto previdenziale, essendone venuti meno i presupposti”.

Lo Stato, però, nel richiedere le somme indietro, deve essere equilibrato e deve tenere assolutamente conto della buona fede di chi ha ricevuto i pagamenti.

Cosa fare se si devono soldi all'INPS
Cosa fare se si devono soldi all’INPS?

Errore nel calcolo NASPI, cosa fare?

La NASPI è un’indennità molto importante, serve a dare respiro a chi si ritrova all’improvviso senza lavoro, non per sua volontà.

Essa ha sostituito, a partire dal 01.05.2015 l’Aspi e la MiniAspi. Hanno diritto alla NASpI:

  • i lavoratori dipendenti;
  • gli apprendisti;
  • i soci lavoratori di cooperative,
  • i lavoratori a tempo determinato delle PP.AA;
  • il personale artistico con contratto di lavoro subordinato;
  • lavoratori domestici.

Scopri la pagina dedicata alla disoccupazione e al reinserimento lavorativo.

Cosa fare se si devono soldi all’INPS?

Cosa fare se si devono soldi all’INPS? Per prima cosa bisogna accertarsi che queste somme siano davvero dovute all’ente previdenziale.

Lo Stato non è perfetto e spesso può sbagliare. Quindi rivolgetevi ad un legale di fiducia che possa accertare quanto prima se queste somme richieste indietro siano esistenti.

Per esempio, se le somme da restituire all’INPS non sono ascrivibili ad errori del contribuente, ma ad errori commessi dall’ente, non ci sarà alcuna restituzione secondo l’art. 52, comma 2 della L. n. 88 del 1986 e confermato dall’articolo 13 della legge 412/91.

Cosa fare se si devono soldi all’INPS, ma nella realtà non è così? Bisogna stabilire se:

  • le somme siano state corrisposte in virtù di un provvedimento formale e definitivo dell’INPS comunicato al beneficiario;
  • se l’errore è ascrivibile all’ente stesso;
  • che non ci sia dolo del beneficiari.

Ricordiamo che si può fare sempre ricorso: sia contro l’ente (entro 90 giorni) e sia davanti al giudice del lavoro con una vera e propria causa.

Abbiamo visto cosa fare se si devono soldi all’INPS.

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