Il futuro dell’agricoltura vedrà probabilmente la robotica prendere il posto della chimica come rimedio alle piante infestanti che minacciano di rubare alle culture i nutrimenti del terreno e impedendo loro di crescere regolarmente.
La nascita di macchine da lavoro elettriche, in alcuni casi alimentate da energia solare tramite pannelli fotovoltaci integrati, potrebbe rendere più sostenibile il settore agricolo, tutelando la salute degli agricoltori e portando sulla nostra tavola prodotti più sani.
L’AVANGUARDA DI AIGEN E GREENFIELD ROBOTICS
Il futuro dell’agricoltura vedrà la robotica prendere il posto della chimica, se non come fertilizzante, come rimedio alle piante infestanti che minacciano di rubare alle culture i nutrimenti del terreno e impedendo loro di crescere regolarmente.
Dopo decenni di uso, a volte intensivo e indiscriminato, di diserbanti chimici, potremmo dire addio al glifosato, sfruttando appieno le potenzialità di robot che, esattamente come facevano i nostri bisnonni, strapperanno meccanicamente le erbacce dal terreno.
Fra le aziende più all’avanguardia in questo nuovo “campo”, che sta muovendo i suoi primi passi, ci sono Greenfield Robotics e Aigen Robotics.
Le due aziende hanno raccolto, rispettivamente, 12 e 19 milioni di dollari di finanziamento per la loro tecnologia.
Le due aziende, entrambe americane, stanno testando i loro robot in condizioni reali, grazie all’interesse dimostrato a riguardo da diversi agricoltori, incuriositi da questa novità.
Non mancano ovviamente le voci contrarie, preoccupate soprattutto (e non a torto) dai costi che questa rivoluzione potrebbe portare nelle tasche degli agricoltori americani, aggravando uno scenario già piuttosto pesante, che vede i coltivatori costretti a ipotecare le loro aziende e tutti i loro macchinari per sostenere i costi legati alla loro attività.
Adam Davis, professore e capo del dipartimento di scienze agricole dell’Università dell’Illinois, in un’intervista rilasciata al The Guardian ha manifestato un certo scetticismo, non tanto verso l’adozione dei robot da parte del settore agricolo, quanto del loro uso esclusivo contro gli infestanti:
Penso che i robot possano essere uno strumento utile come parte di un approccio integrato alle erbe infestanti, ma utilizzandolo come strumento unico… probabilmente non funzionerà così bene.
Ryan Erisman, un agricoltore del Wisconsin, ha aggiunto una riflessione interessante, che apre le porte a una strategia diversificata contro le erbacce, piuttosto che all’uso di una sola tecnologia:
I robot diserbanti rappresentano un altro round nella corsa agli armamenti contro la natura. Molti dei nostri strumenti agricoli sono in realtà armi che usiamo contro le minacce percepite. Quando continuiamo a imbatterci nello stesso problema anno dopo anno o stagione dopo stagione, non sono i nostri strumenti, le nostre tecniche o la nostra tecnologia ad aver bisogno di essere rielaborati. È la nostra incapacità di comprendere il sistema in cui lavoriamo e il nostro rapporto con esso
LAGRICOLTURA COME PUNTO DI EQUILIBRIO FRA LUOMO E LA NATURA
Lo scenario futuro dell’attività umana più antica al mondo potrebbe imparare dagli errori del passato e diversificare gli strumenti a sua disposizione, piuttosto che incaricare un’unica tecnologia di risolvere ogni problema.
Robot, rotazione delle colture e agricoltura rigenerativa potrebbero essere la combinazione vincente, e i primi a sostenerlo sono i diretti interessanti, ovvero gli agricoltori gli esperti.
I ritmi imposti al settore agricolo, su cui pesa il sostentamento alimentare (sia per frutta e verdura, sia per la carne) di un mondo sempre più popoloso ha imposto la messa a coltura di terreni sempre più ampi, troppo estesi per poter essere diserbati utilizzando unicamente i robot.
La strada migliore prevede un nuovo punto di equilibrio fra agricoltori e natura, con i primi che lavorano con la seconda piuttosto che contro.
L’abbondo della chimica, glifosato in primis, resta la prima priorità per tutto il settore, ma la soluzione intravista, come anticipato, non sono solo i robot.
Piuttosto, affermano gli agricoltori americani, si dovrà tornare ai ritmi precedenti a quelli della coltura intensiva imposti dalla società moderna, re-introducendo la rotazione delle colture e l’agricoltura rigenerativa, integrandovi anche le moderne tecnologie come mezzi agricoli elettrificati, l’agrivoltaico a sostegno anche della biodiversità e i robot.
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