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Questa mattina si è svolta la riunione dei ministri per discutere di Zes unica. Al termine di questa, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto ha tenuto una conferenza stampa. Ha partecipato anche la premier Giorgia Meloni, che al via libera per il piano ha dichiarato: “Oggi adottiamo un provvedimento fondamentale per l’Italia e che contribuirà a disegnare la politica di sviluppo del Sud per i prossimi tre anni”. Con la Zes unica infatti si punta all’autonomia italiana ed europea attraverso il rafforzamento del Mezzogiorno e alla sua rinnovata capacità di attrarre investimenti.

L’obiettivo della Zes unica è crescere (davvero)

La Zes unica mira a creare condizioni più vantaggiose per le aziende, al fine di favorire investimenti e sviluppo imprenditoriale. Il nuovo modello sostituisce le otto Zes precedenti, limitate alle aree retroportuali e considerate inefficaci. Ora, tutti i territori delle otto regioni del Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) potranno beneficiare di semplificazioni amministrative, benefici fiscali e un quadro coordinato di interventi e investimenti.

Meloni ha sottolineato l’importanza del provvedimento adottato: “Tutti i territori del Sud potranno godere delle stesse opportunità di crescita. È parte di un modello di sviluppo fondato sulla competitività, sugli investimenti, sulla libertà di impresa e sulla valorizzazione del capitale umano”.

Inoltre la nuova Zes unica, così come è stata pensata, coprirà un’area con quasi 20 milioni di abitanti, con un Pil complessivo di oltre 430 miliardi di euro. Al suo interno ci sono 6,3 milioni di occupati, 1,3 milioni di imprese e 68 miliardi di euro di merci esportate. “Supererà il primato della Polonia, che costituisce una buona pratica a livello internazionale”, ha affermato Meloni.

L’Esecutivo punta a rendere il Sud un territorio conveniente per gli investimenti. Raffaele Fitto ha aggiunto che “il piano della Zes unica rientra in una strategia generale che prevede un coordinamento tra i diversi fondi di intervento, una strategia per il Sud Italia raccordata anche alle altre grandi scelte strategiche del Governo”.

Le filiere da rafforzare: l’Italia punta sulle tecnologie

Il documento per la Zes unica indivdua quali sono le macro aree di investimenti e di conseguenza le filiere da rafforzare per il futuro. Nello specifico, come raccontato da Fitto in conferenza stampa, sono state identificate 9 filiere chiave su cui puntare. Queste sono:

  • agroindustria;
  • turismo;
  • elettronica;
  • automotive;
  • Made in Italy;
  • chimica e farmaceutica;
  • navale e cantieristica;
  • aerospazio;
  • ferroviario.

“Dietro queste filiere c’è un lavoro ben definitivo che punta a un rafforzamento su quelli che sono i temi indicati all’interno del piano, che ben si collocano con le 3 tecnologie che emergono in modo chiaro e che sono da promuovere e cioè: le tecnologie digitali, il climetech e il biotech”, ha spiegato.

“Con questo provvedimento abbiamo messo in campo un aumento della quota dell’investimento massimo fino a 200 milioni di euro”, ha dichiarato. Il meccanismo di prenotazione del credito d’imposta della Zes unica ha però sollevato critiche.

Fitto ha espresso disappunto per la decisione dell’Agenzia delle Entrate di fissare al 17,6668% la percentuale per determinare l’ammontare del credito d’imposta Zes, un valore inferiore a quanto previsto dalla norma, che riconosce fino al 60% del costo sostenuto. Il ministro ha quindi spiegato che non c’è nessun nesso tra la struttura della Zes e quella del credito d’imposta. Ha anche aggiunto che la struttura della Zes viene chiamata in causa esclusivamente per le autorizzazioni uniche semplificate, all’interno delle quali ci dovesse essere anche il collegamento con il credito d’imposta.

“I numeri di missione della Zes parlano di centinaia di richieste, le domande sul credito d’imposta parlano di 16mila richieste – ha sottolineato – Già questi numeri fanno capire che mettere insieme queste due cose non ha senso”.

Autonomia dell’Italia e dell’Europa: il ruolo nel Mediterraneo

Fitto ha parlato del piano come “non autoreferenziale”, ma frutto di mesi di lavoro con la Commissione europea e con Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza. La creazione della Zona economica speciale (Zes) rappresenta chiaramente la visione del governo Meloni nel contesto del Mediterraneo e l’Italia, in particolare il Mezzogiorno, si colloca come ponte tra l’Europa e il Nordafrica.

A margine della conferenza stampa è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, che ha voluto commentare il risultato.”Lo sviluppo della Zes unica è una sfida per tutti, funziona e funzionerà se tutti gli attori coinvolti, Governo, Regioni, Enti locali, cittadini e imprese capiranno la portata di questa grande sfida”, ha dichiarato.

Ha anche aggiunto che la Zes unica (che ha un portafoglio di incentivi di 1,8 miliardi) è “un mattone in più che noi mettiamo per costruire quel nuovo modello di cooperazione, sviluppo e partenariato con l’Africa che è alla base del Piano Mattei, che il Parlamento sta discutendo in queste ore, e che identifica l’Italia come ponte tra il continente africano e l’Europa”.

 

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