Un’operazione da oltre 250 milioni di euro, di cui 120 milioni sono risorse Pnrr, sta ridisegnando l’immagine di Imola, proiettando nel futuro una città progettata settecento anni fa da Leonardo da Vinci con una visione modernissima, che già allora coniugava la sostenibilità locale di servizi raggiungibili in pochi minuti a piedi e il prestigio internazionale di opere come la Rocca Sforzesca. I due filoni su cui si stanno incanalando anche oggi finanziamenti senza precedenti per questa città di 70mila abitanti (il doppio nei dieci comuni del Circondario imolese), cerniera tra l’Emilia, cui appartiene amministrativamente dentro l’area metropolitana bolognese, e la Romagna, con cui condivide storia e cultura.
Si stanno mettendo a terra oltre 20 milioni di euro del Pnrr per potenziare strade e scuole; altri 14 milioni del Piano Nazionale Complementari per 113 alloggi di edilizia residenziale pubblica; più di 16 milioni dall’Ausl per il sistema sociosanitario; 9,5 milioni di fondi Fesr per progetti green e di coesione dell’Agenda trasformativa urbana; altri 21,3 milioni dell’area metropolitana per riqualificare tre istituti superiori; due grossissimi project financing con Hera da 24 milioni di euro ciascuno per l’illuminazione pubblica (11mila punti luce) e per 23 nuove cabine elettriche. E a fare da capofila, al fianco della monumentale Rocca Sforzesca (su cui sono in corso interventi per 5,2 milioni, sostenuti da Pnrr e Art Bonus) ci sono due cantieri-simbolo che proiettano Imola nello scacchiere internazionale dello sport e della cultura: l’Autodromo, al centro di un piano di restyling da 20 milioni mirato sulla polifunzionalità e l’immenso complesso dell’Osservanza, l’ex manicomio che tornerà in funzione come Parco dell’innovazione e delle competenze e casa dell’Accademia internazionale di musica “Incontri con il Maestro”, grazie a 22 milioni di euro dei Piani urbani integrati.
«Non sono molti i comuni non capoluogo d’Italia che stanno gestendo con le proprie forze una mole di investimenti pubblici di questa entità, per rigenerare la città e rilanciare un territorio colpito da tre alluvioni nell’ultimo anno (8,8 milioni di danni, ndr). Ci siamo aggiudicati fin qui praticamente tutti i bandi per cui ci siamo candidati e stiamo rispettando i tempi, senza ricorrere a competenze esterne, ma affidandoci ai nostri uffici tecnici e alle società inhouse», evidenzia il sindaco Pd Marco Panieri, dal 2020 alla guida di Imola e dal 2021 anche del Nuovo Circondario Imolese.
Difficile mettere a sintesi fonti e rivoli dei finanziamenti in arrivo da Bruxelles, Roma, Bologna e da risorse proprie (4,6 milioni di avanzo libero su un bilancio 2024 di 64 milioni di euro), ma è il modello organizzativo strutturato da Panieri a fare ordine: «Abbiamo scelto di centralizzare la gestione degli investimenti – spiega – rafforzando tre realtà collegate al Comune, come il Circondario Imolese, AreaBlu e il Con.Ami (Consorzio di 23 Comuni attorno a Imola per la gestione dei servizi, ndr) e abbiamo creato una cabina di regia costituita dagli interlocutori chiave del territorio che coordina e monitora l’avanzamento dei progetti. E siamo stati tra i primi in regione a sottoscrivere un protocollo con la Guardia di Finanza per garantire la regolarità nell’utilizzo dei fondi Pnrr». La vera sfida, ora che le risorse sono in pista, «è completare nei tempi le opere, e fin qui non abbiamo ritardi – conclude il sindaco – e dobbiamo sperare siano rivisti i tagli annunciati per i Comuni virtuosi nell’utilizzo dei fondi Pnrr: stiamo recuperando nuovi spazi pubblici che andranno gestiti e fatti funzionare anche dopo il 2026 e 500mila euro in più o in meno all’anno faranno la differenza».
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