Parte dalle esperienze pratiche, come la Castello Green House (la prima comunità energetica in forma cooperativa nata a Ferrara), l’incontro organizzato alla Festa de l’Unità a Pontelagoscuro sulle comunità energetiche e sull’importanza della transizione verso la produzione di energia da fonti rinnovabili. A parlarne è Massimo Buriani che, oltre a essere capogruppo Pd in consiglio comunale, è direttore della Cooperativa Castello e presidente della cooperativa che si è formata con la nascita della Cer. Accanto a lui Cora Talmelli (Pd), Lorenzo Massarenti (segretario dei Giovani Democratici di Ferrara) e Alessandro Rossi (referente ambiente, sostenibilità ed energia di Anci Emilia Romagna).
Si tratta della prima Cer nel comune di Ferrara e di una delle prime in Italia in forma cooperativa ma non la sola esperienza, diverse sono quelle promosse nel territorio provinciale da Cento a Codigoro (le due più avanzate) passando per Portomaggiore, Argenta e Ostellato. “Eravamo anche a Tresignana – racconta Massarenti che nel Comune di Codigoro ha la delega per seguire i progetti di efficientamento energetico -, forse il primo comune in provincia a parlarne” anche se “dopo le ultime elezioni” pare si faccia “fatica a proseguire quel progetto”.
Buriani, nell’introdurre, spiega cosa sono le Cer, “un insieme di cittadini che si mettono insieme per condividere energia”. Energia che può essere prodotta da loro stessi o da imprese ma che si distingue dall’installazione di pannelli fotovoltaici sopra le singole case perché punta all’efficientare l’autoconsumo. La convenienza maggiore si ha infatti nel consumare l’energia prodotta piuttosto che nel vendere quella in eccesso.
Il costo dell’energia è infatti legato a dinamiche di mercato internazionali mentre il costo di produzione da fotovoltaico è molto basso. “Costa poco produrla – sottolinea Massarenti – ma tantissimo acquistarla, quindi dobbiamo cercare di sfruttarla autoconsumandola”. A questo tassello ne aggiunge un altro Buriani che in ottica futura vede, tramite l’ampliamento e la nascita di Cer con grandi produzioni, la possibilità di queste di entrare nel mercato contrattando il prezzo di vendita dell’energia trasformandosi in player rilevanti all’interno del mercato.
Non a caso la Cer Castello Green House, che ha già 50 soci e che sta valutando 150 domande di adesione, ha in mente progetti che possano portare all’ampliamento tramite la costruzione di impianti sopra alloggi di proprietà della Coop Castello nei comuni di Copparo e Comacchio. Per i cittadini che aderiscono si parla di una grossa riduzione nella spesa energetica con un investimento che normalmente si ripaga in una decina di anni mentre la durata dell’impianto supera i venti arrivando anche ai trent’anni.
Benefici che oltre ai singoli cittadini potrebbero riguardare anche le imprese artigiane, come dimostrato anche dall’intervento di Alessandro Canella, presidente del Consorzio Factory Grisù, che parla dello studio di fattibilità finanziato dalla Regione per la realizzazione di una Cer sfruttando i tetti dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco dal nome Grisù Energia Blu. Con una copertura di circa la metà dei tetti si potrebbe raggiungere una produzione annua di quasi 100 kWh che oltre a dare energia alle imprese dei Consorzio potrebbe essere messa in rete condividendone il consumo con chi aderisce.
Le conclusioni sono lasciate a Alessandro Rossi, che sottolinea come “non siamo abituati a ragionare sull’energia” con cui “abbiamo sempre avuto un rapporto molto semplice” avendo “vissuto anni di vacche grasse”. Ora che i costi sono aumentati diventa sempre più difficile per l’Italia sostenere le importazioni di combustibili fossili con i quali si produce la gran parte dell’energia del Paese. Problematiche economiche che si vanno ad aggiungere a quelle ancora più gravi della sostenibilità ambientale e in Emilia Romagna l’unica fonte rinnovabile disponibile “è il solare”. E secondo Rossi va fatto “ovunque possibile” partendo dai tetti degli edifici e, ove necessario, sfruttando anche i campi.
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