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Agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro con incentivi e piani di finanziamento. E accompagnarli verso la libera professione con un approccio dinamico e presente. Sono stati questi i temi al centro del dibattito che ha animato il convegno «La libera professione agro-ambientale: strumenti e finanziamenti per l’avvio dell’attività», organizzato giovedì 27 settembre dal Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati nel programma del G7 Agricoltura di Siracusa.

Strategie proattive

«La cifra che ci distingue è, senza dubbio, quella di aver adottato policy proattive, abbandonando l’idea dell’albo come luogo notarile, che si disinteressa dei suoi iscritti», ha spiegato Roberto Orlandi, presidente del Collegio. «Abbiamo scelto un approccio completamente diverso: in un mondo così competitivo e complesso, gli ordini professionali devono darsi da fare per inserire i professionisti nel mercato del lavoro. Da un lato con soluzioni concrete e, dall’altro, dando certezza delle attività svolgibili». Mettere, dunque, gli iscritti al centro della mission è l’imperativo. Soprattutto quelli che iniziano a muovere i primi passi: «Oggi diventare professionista è sicuramente più complicato», ha aggiunto. «Un ragazzo o una ragazza che, senza uno studio di famiglia, partono in autonomia devono affrontare costi significativi per procurarsi gli strumenti richiesti, adeguarsi alle tecnologie e intercettare la clientela».

«Resto al Sud» e «Spazi per l’Italia»

Più che l’abilitazione o l’iscrizione all’albo, dunque, la vera sfida resta il lavoro. E, in una dimensione sempre più individuale, appoggiarsi a strutture dedicate (incubatori di professionisti), garantire la giusta formazione e chiarire a quali contributi accedere per dare lo sprint al proprio percorso o sostenersi in una carriera avviata è fondamentale.

In questo perimetro, da qualche anno a questa parte, il Collegio si muove attivamente con una serie di convenzioni e accordi con enti pubblici e privati. Oltre a misure di welfare predisposte dalla Cassa di previdenza e una capillare attività di divulgazione su servizi e aiuti finanziari a disposizione di chi inizia a lavorare in autonomia. È il caso, ad esempio, di Resto al Sud, l’agevolazione di Invitalia che incentiva nascita e sviluppo di attività imprenditoriali nei territori del Mezzogiorno per chi ha un’età compresa tra 18 e 55 anni. E che, dal 2019, proprio grazie a una richiesta degli agrotecnici, è stata estesa anche ai liberi professionisti. Consentendo, alle nuove leve, di farsi spazio e ai veterani di reinventarsi in più settori.

Taglio dei costi e meno oneri burocratici sono, invece, il fulcro della convenzione tra il Collegio e Poste italiane nella cornice del progetto Spazi per l’Italia. Agrotecnici e agrotecnici laureati avranno una via d’accesso preferenziale a uno dei 250 immobili messi a disposizione su tutto il territorio nazionale (80 in piccoli comuni e centri urbani medi) e convertiti in spazi di co-working. Affittabili senza dover firmare accordi di locazione e selezionabili tramite app. «Chi è iscritto e anche chi è solo abilitato e non svolge la professione possono usufruirne con uno sconto del 30 per cento per gli open space e del 15 per cento per le postazioni chiuse per il primo anno», sottolinea Davide Ambrogi, responsabile del progetto. «Percentuali che, dal secondo anno, si ridurranno rispettivamente al 20 e al 10 per cento».

 

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