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Turismo sostenibile e commercio da ripensare e razionalizzare nell’arco dell’intera filiera, con un occhio di riguardo alle piccole realtà, quelle che nelle economie marginali dei piccoli borghi rischiano di soccombere. Senza trascurare le grandi infrastrutture, condizione imprescindibile per la crescita dell’economia. Le organizzazioni spezzine del commercio e dell’artigianato su queste tematiche hanno idee precise, sulle quali chiederanno il confronto con la nuova giunta regionale. Angelo Matellini, direttore provinciale Cna, non ha dubbi: “Per noi la priorità assoluta sono le infrastrutture, che vanno adeguate alle esigenze, sia a livello regionale che spezzino. C’è anche da riflettere sul tema dell’economia del mare. Non basta dire che è l’elemento trainante, occorre anche discuterne con la dovuta attenzione, ci sono aspetti che vanno rivisti e verificati”. “Altro tema cruciale – aggiunge – è la burocrazia che pesa sulle aziende, soprattutto quelle non sufficientemente strutturate. Occorre mettere mano alla semplificazione delle procedure. In questo contesto i finanziamenti Por Fesr, i fondi per le imprese che nel tempo sono stati ampiamente utilizzati, vanno mantenuti. Così come ci aspettiamo che ci siano risposte in tema di sanità. Indipendentemente da tutto, il tasto dolente è che l’80% delle risorse oggi vengono assorbite dalla cura della persona e il bilancio risulta così fortemente drenato. L’impegno profuso in questo settore non ha dato l’esito sperato”.
Paolo Figoli, presidente Confartigianato, punta soprattutto sull’alleggerimento del peso della burocrazia e sulle opportunità di finanziamento per le aziende: “La principale priorità per le micro e piccole imprese consiste nella semplificazione burocratica: oggi ogni procedura, ogni autorizzazione, ogni pratica sembra essersi sempre più complicata a livello nazionale, regionale e locale tanto che ogni imprenditore vede gran parte del suo tempo occupato nelle pratiche amministrative. Auspichiamo invece che possa proseguire l’esperienza positiva dei contributi della Cassa artigiana e Cassa commercio che ha permesso fino ad oggi a molte imprese di investire e consolidare le proprie realtà acquisendo macchinari e attrezzature con contributi a fondo perduto di massimo 30mila euro”.
Fabrizio Capellini, direttore provinciale Confesercenti, è convinto, dal canto suo, della necessità che i problemi del commercio siano affrontati a livello regionale, con la convocazione degli Stati generali della categoria. “È fondamentale – dice – cominciare col fare il punto sulle maggiori questioni, discutendone con tutte le componenti della rete, dai piccoli operatori fino alla grande distribuzione. Si tratta di avviare anche la riflessione sulla normativa vigente, ci domandiamo se non sia il caso di rimettere mano al testo unico del 2007. Il problema riguarda anche la questione dell’applicazione della legge, ci troviamo infatti di fronte, nelle piccole realtà, all’interpretazione delle norme in maniera difforme da comune a comune. Secondo noi, la Regione deve aiutare gli enti locali, soprattutto quelli più piccoli, ad applicare la legge in modo corretto. I comuni sono spesso privi di punti di riferimento, e non pochi operatori lamentano il diniego di alcune richieste che magari vengono accolte nel comune vicino. L’altra questione da affrontare è la Cassa commercio che chiediamo sia rifinanziata”.
Roberto Martini, direttore provinciale Confcommercio, ritiene che in provincia il turismo richieda particolare attenzione nei centri storici, da salvaguardare, e nell’entroterra, soprattutto nei centri più piccoli, come in Val di Vara, che rappresentano anche un presidio sociale. Con la Regione, dice, si tratta di discutere come sia possibile intervenire in modo efficace. “Detto questo – osserva Martini – siamo convinti come Confcommercio che debba essere valorizzato un turismo sostenibile, promuovendo le eccellenze locali. E poi vanno riviste le politiche tariffarie dei trasporti ferroviari, gli aumenti non devono essere generalizzati ma tarati in funzione delle giornate di picco, non più di una ventina, e non sul lungo periodo”.
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