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nell’isola interessate 16mila case La Nuova Sardegna #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sassari «Ricordo che chi fa le ristrutturazioni edilizie è tenuto ad aggiornare i dati catastali». Sono queste le parole del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo quel «sacrifici per tutti» della scorsa settimana che ha spaventato Borse e maggioranza, che ha fatto scattare il panico da “nuove tasse”. Il titolare del Mef ha messo nel mirino l’aumento obbligatorio delle rendite catastali per chi ha usufruito del Superbonus 110% per migliorare la propria abitazione: in Sardegna sono quasi 16mila.

Chi sarà coinvolto? Secondo quanto anticipato dal ministro, i controlli interesseranno gli immobili che hanno subito miglioramenti strutturali grazie a interventi finanziati, anche parzialmente, con fondi pubblici. Questo include potenzialmente chi ha sfruttato non solo il Superbonus, ma anche altri incentivi per la casa. Tuttavia, il Superbonus resta il principale oggetto di attenzione.

Nell’isola La platea degli edifici in Italia potenzialmente soggetta all’eventuale raffica di controlli ammonta a circa 500mila edifici. Secondo l’ultimo report mensile di Enea, aggiornato allo scorso mese di agosto, in Sardegna sono 15.920 gli edifici che hanno usufruito del Superbonus 110%. Di questi, 1.897 sono unità che fanno parte di condomini; 10.835 sono unifamiliari; 3.188 sono unità immobiliari indipendenti.

La questione catastale L’annuncio del ministro non introduce una novità assoluta. La legge di bilancio 2024 prevede già che i proprietari che hanno sfruttato il Superbonus 110% siano tenuti ad aggiornare la rendita catastale dei loro immobili. Tale rendita è fondamentale per il calcolo di imposte come l’Imu o quelle legate alle compravendite. Molti proprietari, tuttavia, potrebbero non aver adempiuto a questo obbligo, anche a causa dell’assenza di una riforma catastale che, nonostante le promesse, non è mai stata implementata. L’aggiornamento delle rendite potrebbe generare un aumento delle imposte per molte proprietà, coinvolgendo non solo chi ha usufruito del Superbonus, ma potenzialmente anche chi ha beneficiato di altri incentivi edilizi. Il ministro ha infatti lasciato intendere che i controlli potrebbero estendersi anche ad altri bonus, sebbene al momento resti solo un’ipotesi.

Cos’è la revisione La revisione delle rendite catastali consiste nella modifica della classificazione di un immobile, che può influire sulla categoria catastale di appartenenza. Le abitazioni, ad esempio, rientrano nel gruppo A, che si suddivide in varie sotto-categorie: A1 per le abitazioni signorili, A3 per quelle economiche, A10 per gli uffici, e così via. La rendita catastale è un elemento essenziale per il calcolo delle imposte e riflette anche il valore locativo di un immobile. Se la legge di bilancio confermerà l’obbligo di revisione, il fisco potrebbe intervenire per modificare la categoria catastale degli immobili che hanno beneficiato del Superbonus.

Implicazioni fiscali L’aumento della rendita catastale potrebbe avere diverse conseguenze fiscali. Nel caso della prima casa, non ci sarebbero aumenti diretti delle imposte, ma potrebbero esserci ripercussioni sull’Isee o sull’Irpef. Per quanto riguarda le seconde case, invece, l’incremento delle imposte sarà proporzionale all’aumento della rendita. Chi intende vendere una seconda casa ristrutturata con il Superbonus entro dieci anni, inoltre, dovrà fare i conti con l’imposta sul guadagno in conto capitale (capital gain). Anche l’imposta di registro applicata alla compravendita sarà influenzata dall’aggiornamento catastale, indipendentemente dalla tipologia dell’immobile.

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Le sanzioni La legge di Bilancio per il 2024 prevede che l’Agenzia delle Entrate verifichi se sia stata presentata la revisione della rendita catastale dopo l’effettuazione di lavori utilizzando il Superbonus. Ma di fatto i controlli tra chi ha ristrutturato con i bonus e chi no non ci sono. Nei casi in cui l’Agenzia delle entrate verifichi la mancata presentazione della variazione, può inviare al contribuente una lettera invitando a mettersi in regola. Se questo non avviene scatta la sanzione, da 1.032 a 8.264 euro.



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