Con l’arrivo dell’autunno e l’abbassamento delle temperature si inizia a pensare di accendere i termosifoni in casa. Ormai è risaputo che ci sono delle leggi (DPR n. 412/1993 e dalla Legge n. 10/1991, poi integrate dal DPR 16 aprile 2013, n. 74.) che sanciscono quando e come i riscaldamenti centralizzati e dei luoghi pubblici possono essere accesi. Queste decisioni sono state prese per una serie di motivi tra i quali c’è il rispetto dell’ambiente e il risparmio energetico, questioni sempre più stringenti vista la situazione attuale e i fatti di cronaca internazionale.
Latina e la sua zona climatica
Secondo queste leggi il nostro Paese è diviso in una serie di zone climatiche e ciascuna di esse ha una diversa regolamentazione in base alle temperature. A Latina e nella sua provincia fortunatamente gli inverni non sono particolarmente rigidi, e infatti la provincia pontina rientra nella Zona C insieme a città del sud come, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto.
Le direttive per la Zona C
Ogni zona ha delle particolari direttive alle quali attenersi che decretano le date di accensione del riscaldamento nei luoghi pubblici e condomini dove è centralizzato, le temperature massime alle quali attenersi e il numero di ore giornaliere in cui i termosifoni possono rimanere accesi. In base alle esigenze, lo Stato, ma anche le Regioni e i Comuni possono modificare tali direttive. Ne sono esenti comunque luoghi come ospedali, asili nido, scuole materne, case di riposo e simili.
Quando accendere i termosifoni a Latina e provincia?
Per la Zona C la data di attivazione prevista è il 15 novembre, e si potranno tenere accesi fino al 31 marzo. I termosifoni non potranno rimanere accesi per più di 10 ore al giorno e non si potranno superare i 19° in ogni abitazione.
Come funziona il riscaldamento autonomo?
Per chi ha il riscaldamento autonomo valgono le stesse regole: per una questione di risparmio famigliare ma anche nazionale è fortemente consigliato non accendere il riscaldamento al di fuori delle prescrizioni della propria zona. Secondo le direttive europee, sono previste anche delle sanzioni per chi non vi si attiene che possono variare da un minimo di 500 euro a un massimo di 3mila, alle quali si possono aggiungere eventualmente sanzioni previste dai Comuni, da altri enti locali e dai regolamenti condominiali.
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