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Smart working e benefit per evitare le dimissioni dei più giovani. Anche il settore pubblico s’adegua #finsubito prestito immediato


Prosegue il complesso negoziato tra l’Agenzia rappresentanza negoziale pubbliche amministrazioni (Aran) e i sindacati per il rinnovo del contratto nazionale del comparto Funzioni Centrali per il periodo 2022-2024. Come riporta il Corriere della Sera, i sindacati ritengono inadeguati gli aumenti salariali proposti, in particolare il rialzo medio del 5,78% per il triennio (che corrisponde a un incremento tra i 110 e 190 euro lordi, a seconda della posizione). Parallelamente, si discute l’introduzione di un sistema semplificato di accesso allo smart working per i neoassunti nelle funzioni centrali della Pubblica amministrazione, che include ministeri, enti pubblici non economici e agenzie fiscali.

Per evitare le dimissioni, in particolare quelle delle nuove generazioni, l’Aran è disposta a qualsiasi cosa. La bozza del nuovo accordo coinvolge circa 193 mila dipendenti pubblici e tenta di ridurre il fenomeno per cui i candidati rinunciano ai posti nelle città del Nord, a causa dell’alto costo della vita. “Nella definizione del contratto integrativo – si legge nel documento – le parti valuteranno l’adozione di strumenti volti a favorire l’inserimento del personale neoassunto quali, ad esempio, politiche di welfare e/o accesso al lavoro a distanza”.

Ed è proprio sullo smart working che punta l’Agenzia. Già a luglio 2024, infatti, l’Aran proponeva il lavoro a distanza con accordi individuali per coloro che hanno problemi di salute, per i lavoratori tutelati dalla legge 104 e per chi gode dei benefici della legge 151/2001 sulla genitorialità. Nel testo si sottolinea che il lavoro da remoto può essere svolto lavorando da casa, oppure in altre forme come il co-working o il lavoro da sedi decentrate.

Come nel settore pubblico, anche il privato si muove sulla stessa linea. Stipendi più alti, orari flessibili, smart working, benefit aziendali e formazione continua: un report della Banca d’Italia spiega che le imprese private stanno facendo di tutto per attrarre personale qualificato nei settori più carenti e arginare la fuga dei giovani. Lo studio evidenzia che alcune figure professionali sono sempre più difficili da trovare, spingendo le aziende a competere per accaparrarsele. Questa nuova dinamica di potere contrattuale permette, ad esempio, a un operaio edile di una grande azienda del Nord di ottenere uno stipendio superiore alla media nazionale, insieme a un’assicurazione privata e un contributo per il carburante. Allo stesso modo, un’azienda tecnologica può attirare programmatori offrendo più giorni di smart working e opportunità di formazione continua, accelerando così le possibilità di promozione.

L’indagine di BankItalia dimostra che le aziende che offrono la possibilità di lavorare da remoto hanno meno difficoltà a trovare personale. Altre strategie efficaci includono i benefit aziendali, come buoni acquisto, assicurazioni integrative e auto aziendali, oltre a programmi di formazione direttamente sul posto di lavoro. Inoltre, per i lavoratori che trovano impiego in settori con carenza di personale, i vantaggi vanno oltre l’assunzione. Una volta entrati in azienda, hanno maggiori possibilità di stabilità e crescita professionale rispetto ad altri settori. Secondo la Banca d’Italia, questi dipendenti hanno più chance di ottenere contratti a tempo indeterminato e di essere confermati dopo il periodo di prova.



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