Nb Renaissance apre il processo per la valorizzazione della quota in Sicit che porterà a un riassetto nell’azionariato dell’azienda vicentina specializzata nella produzione di biostimolanti per l’agricoltura attraverso il trattamento degli scarti della concia.
Anche in seguito alle manifestazioni d’interesse pervenute per l’asset, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la società di private equity guidata da Fabio Canè e Intesa Holding – ovvero i due azionisti di Sicit – stanno valutando il da farsi in merito alle rispettive quote detenute in portafoglio. Il processo è ancora alle fasi iniziali e i contorni dell’operazione devono essere definiti, ma Nb Renaissance dovrebbe uscire e reinvestire nel capitale tramite un veicolo partecipato anche da altri investitori.
La catena di controllo attualmente vede Nb al 50% tramite la società di diritto lussemburghese Galileo Otto, mentre l’altro 50% è detenuto da Intesa Holding, scatola partecipata da 33 imprenditori del settore conciario che negli anni ‘60 hanno dato vita a Sicit e dalla cui filiera la società nordestina reperisce la materia prima di scarto necessaria al core business. La stessa Sicit, il cui management secondo gli accordi di governance è espresso da Intesa Holding, terrà una riunione del cda il 21 ottobre con questo tema all’ordine del giorno.
Il dossier è finito anche sul tavolo dei grandi fondi internazionali, a cui fa gola il piccolo campione dell’economia circolare che dovrebbe chiudere il 2024 superando 120 milioni di euro fatturato e in grado di realizzare un ebitda intorno ai 50 milioni, dunque con una marginalità del 40% circa. Nel 2021, quando NB Renaissance entrò nel capitale di Sicit delistandola dal segmento Mta di Piazza Affari tramite un’opa, il gruppo vicentino guidato da Massimo Neresini fatturava 80 milioni.
Al netto della due diligence in cui i potenziali acquirenti valuteranno alcuni fattori chiave come eventuali concentrazioni dei ricavi e ulteriori possibilità di espansione futura verso altre fonti di materie prime, il settore è molto promettente: Sicit ha davanti tassi di crescita intorno al 10%, fattori che secondo alcune stime porterebbero a valutazioni dell’asset con multipli alti nell’ordine di 12 volte l’ebitda.
Negli ultimi anni Sicit è aumentata di dimensione. A maggio 2023 ha acquisito il 51% di Patagonia Biotecnologia, azienda cilena che produce e distribuisce biostimolanti a base di alghe marine, e il deal ha permesso a Sicit di entrare nel segmento dei prodotti di origine vegetale. A dicembre scorso invece ha aperto – con un investimento complessivo di 35 milioni di euro in tandem con un socio di minoranza locale – uno stabilimento in Messico. (riproduzione riservata)
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