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Legge di Bilancio 2025, le novità dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo della legge di Bilancio per il 2025, introducendo una serie di interventi economici mirati per un valore complessivo di circa 30 miliardi di euro. La manovra prevede importanti novità che toccano diversi settori, dal lavoro al sostegno alle famiglie, passando per le agevolazioni fiscali e gli incentivi per le imprese. Nel corso della conferenza stampa del 16 ottobre, poi, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo viceministro, Maurizio Leo, hanno provveduto ad illustrare le novità che la manovra porterà il prossimo anno.

Escluso, per ora, l’aumento temporaneo dell’Ires per i settori di attività che hanno visto aumentare i profitti a causa dell’inflazione (assicurazioni ed energia, ad esempio). Come più volte hanno ribadito dal Mef in questi giorni,infatti, la manovra non porterà all’aumento delle tasse né per le aziende né per le persone.

Adesso il testo della legge di Bilancio 2025, che dovrebbe essere discusso ancora per qualche giorno dai ministri interessati, si prepara al passaggio alla Camere, dove dovrà essere approvato entro il 31 dicembre 2024 per entrare in vigore il 1° gennaio 2025.

I provvedimenti inseriti all’intero della manovra sono molteplici e spaziano dalle pensioni alle tasse, toccando anche moltissimi altri punti di interesse comune. In particolare si guarda con attenzione alle famiglie, introducendo ad esempio un nuovo bonus per i nuovi nati (da capire se sarà cumulabile con l’Assegno unico) e potenziando le misure attualmente in vigore (come nel caso del bonus Nido). Interessanti novità ci sono, poi, nel campo delle detrazioni fiscali.

Vediamo quindi cosa prevede la legge di Bilancio 2025 appena approvata dal Consiglio dei ministri, nonché quali sono le misure più importanti tra quelle approvate, fermo restando comunque che fino a quando non verrà pubblicato il testo della manovra non potremo scendere nel dettaglio dei singoli provvedimenti.

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La Legge di Bilancio 2025 e il debito pubblico

La parola d’ordine in questi anni sarà ridurre il debito pubblico. Essendo troppo elevato, costituisce un fattore di vulnerabilità per l’Italia e proprio per questo il percorso di risanamento che si sta percorrendo mira a ridurlo. Questo ha delle conseguenze sugli interventi che si possono o non possono fare con la Legge di Bilancio 2025: quelli in disavanzo, appare chiaro, saranno molto limitati. Se si riesce nel piano ambizioso, però, di ridurre il debito pubblico, sicuramente si avrà l’opportunità di disegnare un futuro più roseo per il nostro Paese.

Il contesto in cui si collocano i lavori per la Legge di Bilancio 2025 è quello in cui è stato presentato anche il Rapporto annuale sulla politica di bilancio dell’Authority dei conti pubblici: l’Italia è chiamata ad aggiustare il tiro riducendo il Pil di almeno 0,5/0,6 punti l’anno, il che comporta una spesa di circa 10 miliardi. Da considerare che questa correzione era già stata prevista nel Def, ma comunque resta un fattore di vulnerabilità visto che limita gli interventi in disavanzo che si possono effettuare con la manovra. Vediamo quelle che sono, per ora, le misure che si stanno valutando di inserire nel testo della legge finanziaria del prossimo anno.

Irpef a 3 aliquote e taglio ceto medio

Confermata l’Irpef a tre aliquote anche per il 2025 e resa strutturale. Una delle misure che è fortemente voluta dalla maggioranza è la riduzione delle tasse per il ceto medio. Le ipotesi al vaglio per realizzarla sono, essenzialmente, due:

  • l’abbassamento dell’aliquota Irpef prevista per i redditi da 28.000 a 50.000 euro dall’attuale 35% al 33%;
  • l’ampliamento dello scaglione da 28.000 a 50.000 euro fino a 60.000 euro.

Realizzare entrambe le ipotesi porterebbe ad abbassare ulteriormente le tasse che pesano sui redditi superiori a 28.000 e allo stesso tempo si porterebbe un taglio anche alle imposte che versano i redditi superiori a 50.000 euro, ma inferiori a 60.000 euro (Leo ha parlato di «intervento sul secondo scaglione»). Ovviamente sulla realizzazione di entrambe le ipotesi pensano le incognite delle coperture che dipendono da successo del concordato preventivo biennale. (il cui esito sarà noto solo dopo il 31 ottobre).

La manovra esprime per il 2025 i contenuti del Documento Programmatico Bilancio e pone la sua attenzione ai redditi medio bassi per i quali la situazione migliorerà. Giorgetti ci tiene a sottolineare che per nessuno la situazione sarà peggiore rispetto a quest’anno per sottolineare che non ci sarà l’aumento delle tasse per nessuno. L’impegno è quello di una razionalizzazione dell’uso del denaro pubblico e l’unica voce di spesa aumentata rispetto agli anni precedenti è quella destinata alla Sanità che è legata al Pil.

Taglio al cuneo fiscale e detassazione premio di produttività

La manovra rende strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro (fino a uno stipendio di massimo 2.692 euro lordi al mese), già in vigore nel 2024. Il viceministro Leo, nel corso della conferenza stampa, ha spiegato che il taglio al cuneo fiscale sarà esteso anche i redditi superiori ai 35.000 con una decalage che lo porterà a sparire superati i 40.000 euro. Questo per evitare lo scalone che inevitabilmente c’era per chi guadagnava meno e più di 35.000 euro.

Si è parlato, inoltre, anche di una rimodulazione del meccanismo che vedrebbe l’attuale taglio applicato solo fino a 20.000; per i redditi successivi, e fino a 35.000 euro, invece, dovrebbe essere prevista una rimodulazione dell’imposta, mentre per i redditi superiori dovrebbe scattare la decalage.

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Per il triennio 2025-2027, viene inoltre confermata la tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori. Questo incentivo mira a sostenere la produttività e l’occupazione, favorendo un sistema di bonus aziendali fiscalmente agevolati.

Misure a favore delle famiglie

Le misure sui congedi parentali vengono confermate e potenziate e passano da 2 a 3 mesi. Inoltre, viene introdotta una «Carta per i nuovi nati», che assegna 1.000 euro ai genitori con un Isee inferiore a 40.000 euro, come sostegno per le prime spese legate alla nascita di un figlio. Viene anche rafforzato il bonus asili nido, oltre poi all’esclusione delle somme relative all’Assegno unico universale dal calcolo dell’Isee.

Oltre alle misure per i nuovi nati, la manovra rifinanzia la «Carta dedicata a te» con 500 milioni di euro per il 2025, a supporto delle famiglie a basso reddito. Sul fronte delle detrazioni fiscali, la legge introduce un sistema modulato in base al numero dei componenti del nucleo familiare: più numerosa la famiglia, maggiori saranno gli spazi per ottenere detrazioni.

In arrivo il contributo da banche e assicurazioni

Parte dei fondi necessari per la Legge di Bilancio arriveranno dalle banche più grandi e dalle assicurazioni. L’anticipo sulle Dta dovrebbe portare fondi per 3,5 miliardi di euro. Il Governo ci tiene a precisare che non si tratta di una tassa sugli extraprofitti, ma un accordo con gli istituti che permetta di trovare una soluzione valida. La necessità è quella di trovare liquidità per lo Stato tramite le imposte anticipata che, invece, di essere ammortizzate nel biennio successivo saranno recuperate dilazionate nel tempo.

Il sacrificio richiesto alle banche coinvolge anche le assicurazioni: : per il ramo terzo e il ramo quinti (prodotti finanziari) l’imposta di bollo che oggi è versata dall’assicurazione a scadenza della polizza, cambia e dovrà essere versata anno per anno (stimato 1 miliardo di extra gettito per il 2025)

Tetto unico ai fringe benefit

Nella Legge di Bilancio 2025 dovrebbe essere inserita una rimodulazione dei fringe benefit, ovvero delle componenti della retribuzione che sono corrisposte al lavoratore dipendente sotto forma di servizi e beni (auto aziendale e cellulare sono un esempio) che l’azienda fornisce ai dipendenti.

La maggioranza a tal proposito sta valutando se inserire un tetto unico di esenzione fiscale per questi benefici da fissare tra i 1.500 e i 2.000 euro. L’ultima Legge di Bilancio aveva previsto una soglia di esenzione per questi beni e servizio di:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori;
  • 2.000 euro per quelli con figli a carico.

Prima di questo intervento della manovra 2024, in ogni caso era prevista una soglia esentasse di:

  • 258,23 per i lavoratori senza figli a carico;
  • 2.000 euro per chi aveva figli a carico.

Le pensioni

Un capitolo è dedicato alle pensioni. Si tratta sempre di un argomento abbastanza spinoso visto che la priorità è data sempre alle spese indifferibili (come il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici). Le risorse che rimangono a disposizione per il capitolo previdenziale sono sempre troppo poche per tradursi in un intervento che sia davvero di impatto.

Con il decreto fiscale è stata rifinanziata l’Ape sociale per il 2025 e fino al 2028.

Confermate, oltre all’Ape sociale, Quota 103, Opzione donna con delle restrizioni in più e un probabile allungamento della finestra di accesso alla pensione anticipata ordinaria.

Un’altra misura che viene inserita nella manovra di fine anno è quella che incentiva i lavoratori a rimanere in servizio più a lungo, prevedendo l’introduzione di premi per chi rinuncia all’uscita anticipata. Si è parlato anche di una possibile cancellazione del collocamento a riposo d’ufficio obbligatorio per i dipendenti pubblici, lasciando al singolo la scelta se rimanere in servizio o aderire alla pensione.

Pensioni e legge di Bilancio 2025, tutte le novità per requisiti e importi

Proroga bonus ristrutturazioni al 50%

Una novità importante inserita nella manovra riguarda la riconferma, anche per il 2025, del bonus ristrutturazioni al 50%. A inizio 2025, infatti, il bonus sarebbe dovuto scendere al 36% su un tetto massimo di spesa di 48.000 euro, ma il viceministro Leo ha annunciato che si ha intenzione di lasciarlo inalterato al 50%, ma limitatamente alle prime case, per le seconde case si potrà fruire della detrazione al 36%.

Si conferma, poi, anche il bonsu mobili al 50% per tutto il 2025.

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Bonus mamma in busta paga

L’obiettivo di questo Governo, da sempre dichiarato, è quello di incentivare la natalità per contrastare il calo demografico del nostro Paese. Una misura introdotta lo scorso anno proprio con questo scopo è il bonus mamme in busta paga, uno sgravio totale dei contributi (per un tetto massimo di 3.000 euro l’anno) dovuti dalle lavoratrici dipendenti con almeno 3 figli e prevista fino al 31 dicembre 2026. La misura è stata prevista, ma solo per il 2024, anche per le mamme con due figli.

L’intenzione è quella di prorogare la decontribuzione per le mamme con due figli anche per i prossimi due anni ed estendere il beneficio anche alle lavoratrici autonome.

Bonus mamme 2025 spetta anche alle autonome?

Revisione delle detrazioni fiscali

Aleggiava nell’aria da tempo un intervento sui bonus edilizi. L’esecutivo si è sempre schierato contro il superbonus e l’enorme buco che ha provocato nel bilancio e proprio per questo si parla di rivedere l’intero funzionamento delle detrazioni e degli sconti per le famiglie che ristrutturano gli immobili. L’idea è quella di mettere in forse i benefici per le famiglie con redditi più alti.

Quello di cui si stava discutendo nelle ultime ora è di mettere in piedi un meccanismo di detrazioni fiscali legati agli interventi sulla casa, ma allo stesso tempo procedere alla cancellazione di alcuni dei benefici minori.

Nel testo definitivo, in ogni caso, c’è l’intenzione di legare alcune delle detrazioni fiscali al quoziente familiare, ovvero alla composizione del nucleo familiare che ne beneficia. Inoltre il viceministro Leo anticipa un cambiamento nelle detrazioni per i figli a carico: si potrà avere dai 21 ai 30 anni del figlio, senza limiti di età, invece, se il figlio è disabile.

Incentivi al Sud e per le imprese

Nel Mezzogiorno, la manovra conferma gli incentivi per l’occupazione giovanile e delle donne, estendendoli fino al 2027. Vengono prorogati anche gli sgravi contributivi per le imprese che operano nelle Zone Economiche Speciali (ZES), e sono previsti incentivi per l’autoimpiego nei settori strategici come la transizione digitale ed ecologica.

Rinnovo contratti pubblici

Il governo sta valutando di inserire in Legge di Bilancio anche un primo stanziamento per il rinnovo dei contratti pubblici degli oltre 3 milioni di dipendenti della pubblica amministrazione. I rinnovi per il triennio 2022, 2023 e 2024 si stanno giusto chiudendo e il nuovo stanziamento (da definire) servirebbe per la nuova tornata, quella per il triennio dal 2025 al 2027.

L’obiettivo è quello di rendere i rinnovi più continui per non creare troppi squilibri nei conti dei dipendenti pubblici.

Gli altri provvedimenti

Il ministro sottolinea che la riforma delle rendite catastali non è all’interno della Legge di Bilancio 2025, si tratta solo di un impegno assunto nel Piano Strutturale di Bilancio per far rispettare quanto previsto dalla legge e della manovra dello scorso anno per chi ha ristrutturato casa usufruendo del superbonus.

In tema di plus valenze, visto il sempre più largo utilizzo che si fa delle cripto valute quelle dei Bitcoin passeranno dal 26% al 41% per la tassazione.

Rispondendo a una domanda di un giornalista, tra l’altro, il ministro Giorgetti conferma anche il taglio del canone Rai per il prossimo anno: si continuerà a pagare 70 euro anche nel 2025.

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