Che siano tempi di vacche magre ce ne siamo accorti un pò tutti. Il patto di stabilità sta tornando, il ministro dell’Economia paventa tagli a destra e a manca e anche Babbo Natale non se la passa tanto bene. Per quest’anno, il governo ha previsto l’erogazione di un bonus natalizio di cento euro netti destinato esclusivamente ai lavoratori dipendenti che soddisfano specifiche condizioni economiche e familiari.
Per avere diritto al bonus, i lavoratori devono soddisfare tre requisiti. In primo luogo, il reddito complessivo relativo all’anno 2024 non deve superare i 28.000 euro. Inoltre, il lavoratore deve avere un coniuge e un figlio fiscalmente a carico. In alternativa, il dipendente può essere parte di un nucleo familiare mono genitoriale. Infine, le imposte da pagare sui redditi da lavoro dipendente devono essere superiori alle detrazioni fiscali applicabili al lavoratore. Requisiti decisamente stringenti per l’erogazione di un importo relativamente modesto.
L’importo del bonus sarà riproporzionato sulla base dei giorni di lavoro effettivamente svolti nel corso del 2024. Come se non bastasse, l’indennità non viene erogata in automatico dai datori di lavoro ma deve essere richiesta dai dipendenti attraverso l’invio di un’apposita autocertificazione in cui si attesta il possesso dei requisiti familiari e fiscali necessari per la percezione del bonus. A seguito della richiesta, il datore di lavoro provvederà a erogare il bonus con la tredicesima mensilità e potrà compensare con il fisco quanto versato ai dipendenti.
Il “Bonus di Natale” è stato presentato come una misura transitoria in vista di un intervento che dovrebbe alleggerire in maniera strutturale la pressione fiscale sui redditi da lavoro straordinario e sulla tredicesima mensilità. L’impatto di questo intervento, tuttavia, sarà molto limitato e circoscritto ai soli proletari, da intendersi come essere umani che hanno generato prole. Si tratta di una misura simbolica molto simile a quei calzini che la vostra lontana cugina vi regala ogni anno il 25 di dicembre. Un simbolo che comunque aiuterà tutti quei dipendenti costretti a lavorare per pochi euro l’ora. Meglio di niente.
*La newsletter “Labour Weekly. Una pillola di lavoro una volta alla settimana” è prodotta dallo studio legale Laward e curata dall’avvocato Alessio Amorelli. Linkiesta ne pubblica i contenuti ogni. Qui per iscriversi
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