La rappresentazione, aperta alla città, è in calendario per il 25 ottobre all’interno del carcere
Ci sono progetti dal forte valore simbolico. Una rappresentazione nel carcere di Opera aperta alla città è uno di questi. «Extravagare. Rituale di reincanto», spettacolo di Opera Liquida, compagnia fondata da Ivana Trettel 16 anni fa e composta da detenuti ed ex detenuti attori della Casa di reclusione di Milano Opera, a un anno dal debutto e dopo essere andato più volte in scena con successo nei teatri della città torna il 25 ottobre alle 20.30 (biglietti entro il 20 ottobre sul sito www.operaliquida.org) sul suo palco d’elezione, quello del carcere dove è nato.
Un’occasione che apre i cancelli del carcere, affinché le persone provenienti dalla città possano condividere un momento culturale con la popolazione detenuta, rinnovando la possibilità di uno spazio di incontro, per favorire il cambiamento e il superamento dei pregiudizi. Lo spettacolo, scritto da Ivana Trettel ed Alex Sanchez, è una storia poetica e intensa che approfondisce la civiltà della Grande Madre, società non belligerante, in perfetta parità tra i generi, dedita alla ricerca di cultura e bellezza, per ribaltare con forza l’idea di un male insito nella natura umana.
L’installazione che prende vita sul palco sino a coinvolgere la platea è il fulcro della drammaturgia scenica, ispirata all’opera «Grande oggetto pneumatico» realizzata a Milano nel 1960 a firma del Gruppo T, nata dalla collaborazione della compagnia con l’artista cinetico Giovanni Anceschi, tra i fondatori del Gruppo. Il «Grande oggetto pneumatico», che traccia le nuove strade da percorrere, è inserito nelle scenografie di Marina Conti e Ivana Trettel, realizzate dai detenuti scenografi.
«Interrogandoci sull’esistenza dell’umanità, sulle sue vuote e devastanti dinamiche e approfondendo le riflessioni di Aryun Appadurai, di Byung-Chul Han sulla deresponsabilizzazione e la deritualizzazione, abbiamo inaspettatamente incontrato – racconta Ivana Trettel, che firma regia e drammaturgia dello spettacolo – la società della Grande Madre: dimostrazione che l’essere umano ha vissuto per 20.000 anni in armonia con il cosmo. Per mano ci hanno accompagnato Marija Gimbutas, Raine Eisler, Giuditta Pellegrini. E mentre aumentava lo stupore e la gioia per questo affascinante viaggio, un nuovo interrogativo ci ha invaso. Perché molte persone non ne sanno nulla? Perché non studiamo fin dall’infanzia questa straordinaria civiltà? Perché continuiamo a giustificare gli orrori del mondo affermando che è nella natura umana? Ecco, ci opponiamo a questa idea certi della possibilità di extravagare, di trovare nuove strade, nuove prospettive, anche grazie ad un Rituale di reincanto. Questo l’augurio».
I costumi, firmati dallo stilista Salvatore Vignola, sono realizzati dai detenuti costumisti sotto la guida di Tommaso Massone. L’allestimento tecnico è a cura di Silvia Laureti e Mario Pinelli, tecnico detenuto, con i partecipanti al corso tecnico audio luci. Il brano finale dello spettacolo, prodotto all’interno del carcere, è di BrianStormdj, detenuto producer. In scena Michel Alvarez, Alessandro Arisio, Sohaib Bouimadaghen, Carlo Bussetti, Alfonso Carlino, Babacar Casse, Eleonora Cicconi, Vittorio Mantovani, Christopher Santos e Nicolae Stoleru.
La cura del progetto è affidata a Nicoletta Prevost. La rappresentazione avviene, in collaborazione con la Direzione della Casa di Reclusione Milano Opera, nell’ambito della terza edizione della Masterclass «L’officina di Opera Liquida: un incrocio di sguardi tra teatro e accademia».
Opera Liquida fa parte della rete nazionale «Per Aspera ad Astra – come riconfigurare il carcere attraverso cultura e bellezza» promosso da Acri con il contributo di Fondazione Cariplo e altre undici fondazioni di origine bancaria.
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