“La scelta sbagliata di accorpare le riserve naturali di Acquapendente e Farnese, promossa da Fratelli d’Italia, – denuncia in un comunicato la Federazione PD Viterbo – sta mostrando tutti i suoi limiti politici, istituzionali e di sostenibilità economico finanziaria e sta acuendo la crisi all’interno del centrodestra che governa la Regione Lazio.
Dopo circa due mesi e mezzo di mancata convocazione del Consiglio Regionale ora assistiamo ad un nuovo stallo proprio grazie ad un emendamento presentato lo scorso 24 settembre dall’Assessore regionale al Bilancio, Giancarlo Righini, che punta a creare un nuovo ente di gestione denominato “Sistema di Gestione Alta Tuscia Natura” il quale prevede l’accorpamento delle gestioni della Riserva Naturale di Monte Rufeno e della Riserva Naturale Selva del Lamone ricomprendendo anche le aree naturali protette, i monumenti maturali e i siti della Rete Natura 2000 ricadenti nei comuni di Latera (la Caldera), Valentano eIschia di Castro.
Per intenderci, se dovesse passare in Consiglio Regionale questa proposta la prima conseguenza sarebbe che questo patrimonio ambientale e culturale non sarebbe più gestito dai rispettivi comuni e territori ma direttamente dalla Regione. E l’esclusione dei territori non è solo scritto nel testo dell’emendamento ma è anche evidente dal fatto che, nei mesi scorsi e in queste ultime settimane, la Regione non ha attivato nessuna consultazione con gli enti locali e con il tessuto associativo che opera sul territorio per confrontarsi su una scelta di questo tipo. Lo stesso Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio, riunitosi nei giorni scorsi per esprimere un proprio parere sul documento di bilancio della Regione, si è concluso con la mancanza del numero legale perché molti rappresentanti hanno denunciato l’assenza sistematica del confronto tra questa amministrazione regionale e il sistema delle autonomie locali.
E’ del tutto evidente che si tratta di un’operazione condotta dall’alto e in modo spregiudicato con il solo intento di ritagliare qualche postazione di potere. Non c’è alcun interesse per i temi ambientali, per le necessità di queste realtà; non c’è alcuna sensibilità istituzionale e politica nei confronti delle comunità locali. Ma è altrettanto evidente che, se l’emendamento porta la firma dell’Assessore regionale, il vero ideatore della prova di forza è il Consigliere Daniele Sabatini che getta via la maschera e mostra le reali intenzioni sue e di Fratelli d’Italia che non sono quelle di governare ma di imporre decisioni sulla testa di tutti. Questa arroganza non si può accettare perché danneggia le istituzioni, la politica e il territorio.
Purtroppo siamo di fronte ad una bruttissima pagina politica e istituzionale. Si conferma che quella di Fratelli d’Italia è banalmente una furia per l’occupazione del potere. E dove non ce l’ha deve inventare un “Sistema” per averlo.
Il Partito Democratico della provincia di Viterbo è al fianco delle Amministrazioni locali che stanno facendo sentire la loro voce ed è impegnato in ogni sede utile affinchè questa proposta scellerata non abbia seguito. Non a caso quello del PD è stato finora l’unico gruppo consiliare della Regione ad aver incontrato i Sindaci di Acquapendente e Farnese grazie all’impegno del Vicepresidente del Consiglio Regionale, Enrico Panunzi, insieme con Daniele Leodori, Segretario Regionale PD e a Mario Ciarla, Capogruppo PD in Consiglio Regionale che, insieme agli altri membri del gruppo, stanno conducendo una battaglia forte e determinata.
Ad oggi per Fratelli d’Italia esiste un’unica via d’uscita: il ritiro dell’emendamento e l’apertura di un percorso di confronto istituzionale e politico che porti alla definizione di una nuova proposta di legge di riordino della governance di tutte le riserve naturali del Lazio che sia il frutto di un reale processo di partecipazione e condivisione. Finchè l’emendamento non sarà ritirato proseguiremo la nostra battaglia”.
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