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Open House Napoli, Palazzo Matteotti fa il pieno di visitatori #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Quattro turni di visite al giorno e grande folla. Palazzo Matteotti apre le porte al pubblico e fa il pieno di visitatori in questo fine settimana dedicato all’arte e alla cultura che continuano a vincere, anzi a stravincere, anche a dispetto di condizioni meteo decisamente avverse. Prova ne è la fotografia che abbiamo pubblicato sul giornale di ieri: una quantità di persone in fila sotto la pioggia battente pur di entrare al Mann. L’infopoint al piano terra, a pochi passi dall’ingresso principale del Museo, ormai lavora senza sosta dando informazioni in tutte le lingue e distribuendo ogni giorno una straordinaria quantità di opuscoli e brochure su eventi culturali e mostre temporanee. 

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La storia di Palazzo Matteotti

Ma torniamo allo storico Palazzo Matteotti. La Città Metropolitana sceglie di partecipare a Open House Napoli, un festival diffuso sul tema dell’architettura, format senza dubbio originale che permette a cittadini e turisti di scoprire tesori e bellezze della nostra città a costo zero. In realtà quelli diffusi si differenziano radicalmente dai più tradizionali festival culturali perché coinvolgono l’intero territorio, talvolta rigenerando luoghi e contesti degradati o abitualmente chiusi al pubblico. In questo caso sono oltre 150 le location napoletane messe a disposizione in questo fine settimana appena trascorso da Open House tra palazzi storici, spazi istituzionali, case private e cantieri ancora in corso – e almeno quattrocento i volontari che hanno collaborato alla buona riuscita dell’iniziativa. 

Il tour di Palazzo Matteotti

Palazzo Matteotti è stato senza dubbio uno degli edifici più gettonati del festival, la storica sede della ex Provincia di Napoli – progettata dagli architetti Marcello Canino e Ferdinando Chiaromonte nel 1934 e inaugurata nell’ottobre del 1936 – ha raccolto un numero di visitatori che è andato ben al di sopra delle aspettative: «Abbiamo aderito con entusiasmo a Open House – è il commento di Antonio Sabino, consigliere metropolitano delegato al Patrimonio e ai beni comuni – convinti come siamo che la conoscenza diretta della sede istituzionale favorisca una maggiore consapevolezza delle funzioni esercitate dalla Città Metropolitana di Napoli». E poi subito aggiunge: «La meraviglia di questo palazzo con la sua ricchezza storica e artistica favorirà certamente la creazione di un legame più forte tra i cittadini e chi li rappresenta. Ecco perché accogliere i visitatori ha rappresentato per noi un grande privilegio». E il Palazzo meritava senza dubbio una visita: «Nella parte esterna – raccontano i volontari di Open House – è completamente rivestito in marmo e impreziosito da uno splendido portale istoriato in bronzo con una serie di bassorilievi che raffigurano alcune scene della società fascista. A completare l’opera – aggiungono – il bassorilievo del cavallo rampante, simbolo della Provincia di Napoli, posto sulla cornice alla sommità dell’edificio». 

Le foto storiche 

Al primo piano, poi, lungo il corridoio, una sequenza di venti fotografie in bianco e nero dell’Archivio Parisio Troncone che documentano la distruzione del rione Carità e la sua ricostruzione post-bellica. La Piazza d’altronde è un luogo della memoria: realizzata negli anni Trenta è stata dedicata, dopo la Liberazione, al nome di Giacomo Matteotti, esponente di primo piano del socialismo italiano, ucciso nel 1924 dalle squadre fasciste. Dal cortile, attraverso lo scalone monumentale in marmo, dove si conserva il gonfalone storico, si accede direttamente al Salone d’onore: «Qui – prosegue la spiegazione – si conservano ancora arredi d’epoca come uno splendido lampadario in cristallo e gli scranni di legno intarsiato con lo stemma della Provincia di Napoli». Le sale degli uffici sono invece arredate con una parte delle opere della collezione d’arte della Città Metropolitana di Napoli, dipinti e sculture che di solito non sono esposti al pubblico: «Tra questi – aggiunge il consigliere Sabino – spicca il famoso cavallo sfrenato di Filippo Palizzi custodito nella stanza del sindaco insieme con un raro documento di archivio di Alfredo Girosi del 1905». Non solo. Nel percorso di visita anche altri dipinti come il “Paesaggio da Mergellina” di Pitloo e “Il vero supplizio di Tantalo” di Ponticelli, per citare due tra i quadri più noti.

Soddisfatti gli organizzatori di Open House Napoli, collegata alla rete internazionale Open House Worldwide, il primo festival globale dell’architettura fondato a Londra nel 1992 per coinvolgere i cittadini e far comprendere quanto una migliore progettazione degli spazi urbani influisca positivamente sulla qualità della vita. «Prezioso strumento di conoscenza, dialogo e contributo al disegno delle città di domani, – spiegano – Open House è un fenomeno in vertiginosa crescita che coinvolge 58 città e oltre un milione di cittadini nei cinque continenti. In Italia sono quattro le città che aderiscono al network: Roma, Milano, Torino e, dal 2019, anche Napoli».





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