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Oristano, no alle mostre nelle chiese: chiesto l’adeguamento alle norme #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Alla domanda «Chi è il sacerdote che ha fatto da monello?» l’arcivescovo monsignor Roberto Carboni prima ride e poi risponde: «Ma nessuno, ci mancherebbe. Chi ha sbagliato lo ha fatto in buona fede, ne sono sicuro. Meglio però ricordare quali sono le regole da rispettare». Padre Carboni, dal 2019 arcivescovo metropolita di Oristano e dal 2021 vescovo di Ales Terralba, pochi giorni fa ha inviato ai presbiteri dell’Arcidiocesi arborense una lettera con su scritto tutte le regole da rispettare all’interno delle chiese.

«In alcune parrocchie della nostra diocesi», segnala, «si assiste sempre più frequentemente, durante le feste popolari o eventi di folklore, all’utilizzo di locali come anche le chiese per scopi che sono del tutto estranei al culto, per giunta senza nessuna autorizzazione. Onde evitare abusi e al solo scopo di preservare la sacralità dei luoghi di culto desidero richiamare tutti i parroci all’osservanza di quanto stabilito dal sinodo Arborense». E cioè che le chiese sono destinate all’esercizio del culto e della religione. «Altri usi non ne garantiscono il dovuto rispetto», si legge ancora nel documento.

Monsignor Carboni poi va al sodo: «Le mostre di arte sacra e mostre in generale non devono essere realizzate nelle chiese ma in altri ambienti». Poi, infine, fa un appello ai sacerdoti: «Chiedo ai parroci di adeguarsi alle norme, mettendo a disposizione altri spazi di proprietà delle parrocchie per esposizioni, mostre e altri eventi culturali, al fine di salvaguardare gli spazi liturgici». Ma non solo. C’è un appello anche per i concerti all’interno delle chiese: «Occorre sempre l’autorizzazione presentando per tempo la domanda con allegato l’elenco dei brani da eseguire. Non sono ammessi canti corali alla fede e alla decenza».

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