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Arriva il fondo per la rottamazione dei motori marini: la spinta all’elettrico per l’ambiente #finsubito prestito immediato


di
Antonio Macaluso

Il ministero per il made in Italy ha istituito il fondo per i contributi finalizzato alla sostituzione e alla rottamazione dei motori endotermici delle imbarcazioni, alimentati da carburanti fossili, con motori elettrici

Continua, spinto da Confindustria Nautica, il percorso virtuoso di sostegno e sburocratizzazione nel settore della nautica da diporto, mentre il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha dato il via alle misure per la rottamazione dei motori alimentati da carburanti fossili. 
Ma vediamo di cosa si tratta, a partire dal fatto che il 21 ottobre è entrato in vigore il nuovo Regolamento di attuazione del Codice della nautica da diporto e che tra i 101 articoli del provvedimento molte sono le novità che riguardano cantieristica, refitting, porti, professioni, superyacht e piccola nautica, intervenendo su tutte le materie che regolano il comparto in termini di semplificazioni burocratiche, sostegno allo sviluppo del settore e sviluppo della nautica sociale. 

Le dotazioni di sicurezza: ecco cosa cambia

Una delle misure riguarda un tema assai sentito come quello delle dotazioni di sicurezza. La tipologia di dotazioni obbligatorie non subisce variazioni ma viene integrata con la tabella dei segnali visivi diurni e notturni (Colreg), lo scandaglio e, per le unità a vela, l’imbragatura di sicurezza da ponte con nastro di sicurezza che può essere integrata con il giubbotto di salvataggio oppure con altro dispositivo di protezione individuale certificato (le nuove dotazioni divengono obbligatorie dal 21 ottobre 2025. Novità per i giubbotti di salvataggio, che vanno identificati con il numero di iscrizione dell’unità, dotati di luce ad attivazione automatica e indossati obbligatoriamente in caso di navigazione notturna in solitario. La durata di validità è stabilita dal produttore e stampigliata sugli stessi.




















































Le semplificazioni

Sono state poi introdotte alcune equivalenze e semplificazioni: la bussola magnetica può essere sostituita con una bussola elettronica, l’E.P.I.R.B. può essere sostituito dal telefono satellitare con tasto di emergenza, i fuochi a mano possono essere sostituiti con dispositivi a led conformi alla normativa SOLAS MED e i pack dei razzi vengono ridotti da cinque a tre tipologie in tutto. In caso di unità in uso non commerciale e di navigazione limitata è possibile applicare la normativa relativa alle zattere di grado inferiore, in particolare: le unità che navigano oltre dodici miglia ma entro la Zona SAR, se munite di EPIRB o telefono satellitare, possono avere la zattera costiera. Entro le 12 miglia, la zattera costiera può essere sostituita da un battello pneumatico oltre i 2,5 metri, omologato CE, pronto all’uso e posto sul ponte, munito del kit di sopravvivenza della zattera costiera, omologato per le persone presenti a bordo. Entro le 12 miglia, le unità pneumatiche di categoria A, B, o C, con estintore aggiuntivo, possono non avere la zattera. Sono indicate ulteriori dotazioni raccomandate per natanti e imbarcazioni da diporto, che prevedono, tra l’altro, che le unità a vela siano dotate di imbragatura di sicurezza da ponte con nastro di sicurezza (oltre 12 miglia).

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Il tema sicurezza

Proprio in tema di sicurezza, Marina Stella, direttore generale di Confindustria Nautica, tiene a sottolineare come sia stata adottata una rivisitazione generale che prevede un upgrade delle dotazioni e alcune equivalenze. A cosa si riferisce Stella? A qualcosa di bruciante per i diportisti perché il tema zattera di salvataggio è percepito come un sopruso, in parte dovuto alla mancanza di concorrenza. In Italia esistono due oligopolisti che si dividono equamente la quasi totalità del mercato e che, in base ad una normativa non esattamente incentivante per il diporto, godono del fatto che le zattere di salvataggio gonfiabili debbano essere obbligatoriamente verificate ogni due anni (tre per la cosiddetta costiera impiegata entro 12 miglia dalla costa), anche se il materiale da sostituire al loro interno (bombola di aria compressa, acqua, biscotti e razzi di soccorso) ha scadenze fino a quattro anni. 

La revisione

Di più: è previsto che solo il costruttore possa provvedere alla loro revisione. Il risultato è che sul mercato italiano i costi di revisione risultano in alcuni casi superiori anche di tre volte rispetto a quelli praticati ad esempio nel nord Europa. Per quanto riguarda l’acquisto, in base al listino ufficiale della inglese Survitec – Eurovinil (l’altro oligopolista è la Lalizas greca), la zattera “oceanica” 6 posti modello “Syntesy International” per “imbarcazioni battenti bandiera di quei Paesi dove non è prevista una specifica approvazione”, costa 1.235 euro, la “Syntesy USA” 1.395 euro, la “Syntesy 9650 Italia”, conforme al decreto del 12 agosto 2002, n. 219, del Comando generale delle Capitanerie di porto, viene 1.640 euro, il 33% in più della prima.

Il rinnovo del parco motori nautici: un fondo per la rottamazione

E veniamo al tema del rinnovo del parco motori. Inquadrato nelle misure del disegno di legge “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”, il ministero delle Imprese e del made in Italy, ha adottato il decreto che istituisce il fondo per l’erogazione dei contributi finalizzato alla sostituzione e alla rottamazione dei motori endotermici delle imbarcazioni, alimentati da carburanti fossili, con motori elettrici, nonché l’acquisto di un pacco batterie per l’impiego nelle unità da diporto. Alla misura sono destinati 3 milioni di euro.

La domanda di agevolazione

Per poter accedere ai contributi, i soggetti beneficiari potranno presentare una sola domanda di agevolazione che potrà riguardare l’acquisto di un massimo di 2 motori elettrici, nel caso in cui il richiedente sia una persona fisica, e più motori nel caso in cui il richiedente sia un’impresa proprietaria di unità da diporto utilizzate per fini commerciali, scopi sportivi e sociali. Le agevolazioni, concesse sotto forma di contributo a fondo perduto e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili, prevedono un importo concedibile fino a 8.000 euro nel caso di persona fisica e fino a 50 mila nel caso di impresa. 
Fermi i limiti soggettivi imposti, il contributo per ogni motore elettrico fuoribordo dotato di batteria integrata di potenza non inferiore a 0,5 Kw e fino a 12 Kw, è di 2.000 euro mentre per quelli fuoribordo con batteria esterna entrobordo, entrofuoribordo o POD di propulsione è di 10 mila euro. Un provvedimento del Direttore generale del MIMIT stabilirà le modalità e i termini di presentazione delle istanze.


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