Caporalato nei laboratori tessili cinesi tra Reggio e Modena, un arresto e sette denunciati #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Reggio Emilia, 23 ottobre 2024 – Un arresto, sette persone denunciate, 21 lavoratori in ‘nero’, laboratori tessili sotto sequestro e multe per quasi mezzo milione di euro. È l’esito di una maxi operazione contro il caporalato tra le province di Reggio e Modena, nel settore manifatturiero e del confezionamento di capi di abbigliamento. L’inchiesta – coordinata dalla Procura di Reggio guidata dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci – è stata condotta dai carabinieri (il comando per la tutela del lavoro, nucleo ispettorato del lavoro di Reggio, insieme ai militari del comando provinciale di Reggio, al personale dell’ispettorato territoriale del Lavoro di Reggio, nucleo carabinieri ispettorato del lavoro e Itl di Modena, accompagnati da mediatori culturali dell’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni e personale del progetto “Common Groud” del Comune di Reggio).

Sono stati perquisiti e sequestrati sette laboratori tessili tra Reggio, bassa reggiana e modenese, tutti gestiti da cittadini cinesi. Sono emerse gravi forme di sfruttamento delle condizioni lavorative nonché violazioni in materie di salute e sicurezza (privi del piano antincendio, di primo soccorso e di evacuazione d’emergenza) oltre che di condizioni precarie e degradanti degli alloggi. Sono state vagliate le posizioni di 101 lavoratori di cui ben 21 impiegati in ‘nero’, dei quali sette – tutti cinesi – senza permesso di soggiorno e dunque irregolari sul territorio. Sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 100.000 euro complessivi e ammende per 300.000 euro.

Nel dettaglio, a Reggio città, in un laboratorio tessile sono stati trovati 14 operai – di cui 6 in ‘nero’ – che lavoravano in media 12 ore, giorno e notte senza distinzione di retribuzione anche nei festivi, in locali con scarsa illuminazione e sistema di aerazione inefficiente nonché appartamenti-dormitorio attigui dove vivevano in scarse condizioni igieniche.

Inoltre, era presenta un sistema di videosorveglianza non autorizzato che serviva al datore di lavoro – arrestato in flagranza di reato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, finito in carcere – per monitorare i turni di lavoro. Oltre a contestazioni per oltre 40.000 euro e ammende per 80.000 euro. Nella bassa reggiana, sono state ispezionate quattro imprese tessili con 12 lavoratori in nero su 42, di cui quattro irregolari con sanzioni per 60.000 euro e ammende per 180.000 euro.

Infine nella bassa modenese, un laboratorio tessile ritenuto “capofila” rispetto ai principali committenti e alle altre attività di confezione tessili cinesi nel territorio reggiano dove sono stati identificati 41 lavoratori di cui 2 impiegati in maniera irregolare. Sono emerse anche qui violazioni degli ambienti di lavoro non conformi e l’impiego degli operai senza le previste procedure in materia di formazione e sorveglianza sanitaria. Elevate sanzioni amministrative per quasi 10 mila euro ed ammende per oltre 40 mila euro.