BARI – È stato un «click day» da record quello del 3 giugno. In sola mezza giornata, sulla nuova piattaforma Ecobonus del Ministero delle Imprese del Made in Italy, sono andati tutti esauriti gli incentivi per i veicoli elettrici, dal valore di 201 milioni di euro. Il fondo voluto dall’esecutivo, più nel dettaglio, arriva a un miliardo di euro ed è ripartito tra tre categorie, configurate sulla base di emissioni di CO2 per chilometro. Gli incentivi vanno da 6mila fino a 13.750 euro per la categoria 0-20 grammi, ossia le autovetture elettriche (con spesa massima di 35mila euro), dai 4mila agli 8mila euro per auto ibride plug-in con prezzo massimo di 45mila euro (categoria 21-60 grammi) e dai 1.500 a 3mila euro per chi compra un’auto con emissioni di 61-135 grammi di CO2 per chilometro, ossia a motore endotermico (con prezzo massimo di 35mila euro).
Per moto e furgoni, il contributo previsto dal sistema è del 30%, fino a 3mila euro, passa invece al 40% e fino a 4mila euro in caso di rottamazione. Gli incentivi, va ricordato, si differenziano per fascia Isee e presenza o meno di un veicolo da rottamare. Possono inoltre essere ottenuti solo tramite concessionario, unica figura deputata a inserire il contributo in fattura.
Per i veicoli commerciali, invece, la griglia dei bonus si fa più articolata (tenendo conto di diversi fattori tra cui alimentazione, massa totale a terra e rottamazione), e arriva fino a 18mila euro.
Mentre si è verificato il tutto esaurito per gli incentivi alle auto elettriche, è sensibilmente inferiore il dato per i veicoli plug in: del fondo iniziale pari a 125 milioni, restano disponibili ancora 118 milioni. L’obiettivo della misura elaborata dal Ministero delle Imprese, è di favorire l’acquisto di veicoli a ridotte emissioni e incentivare la rottamazione dei mezzi più inquinanti (Euro 0, 1, 2 e 3).
Nonostante il boom, tuttavia, il mercato dell’auto nel mese di maggio ha avuto un calo di immatricolazioni del 6,6% rispetto allo stesso mese del 2023, colpa anche dell’«effetto attesa» del bonus, annunciato sette mesi fa. I primi cinque mesi del 2024 hanno registrato una lieve crescita rispetto all’anno scorso, pari al 3,4%, ma il gap di immatricolazioni rispetto al 2019 resta ancora molto ampio, di circa 20 punti.
Dopo l’esaurimento degli eco bonus, il Ministero delle Imprese ha avviato delle verifiche per evidenziare casi potenzialmente anomali, i quali si fermerebbero al 5% delle prenotazioni. Un dato «fisiologico e in linea rispetto al passato», si legge nella nota. Il ministero di Porta Pia aggiunge inoltre che «il 62% delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche tramite concessionario auto, mentre il restante 38% da persone giuridiche, tra cui le società di noleggio a lungo termine. Valori pienamente in linea con le dinamiche del mercato».
bari prima per colonnine di ricarica elettrica Intanto, in Puglia sono diventate 1.700 le colonnine di ricarica per le auto elettriche, e si concentrano soprattutto nel Barese e nel Salento. Nel dettaglio, la provincia di Lecce conta più stazioni per la ricarica elettrica, 487, mentre non arrivano a 100 nella Bat.
È la fotografia scattata da «Motus-E», la prima associazione italiana costituita su impulso dei principali operatori industriali, del mondo accademico e dell’associazionismo ambientale per favorire la transizione del settore nazionale dei trasporti verso l’adozione di mezzi sostenibili.
Numeri, questi, ancora piccoli rispetto a quelli del Nord, dove si concentra il 58% dei punti di ricarica totali sul territorio nazionale. La percentuale al Sud e isole è del 23%, 19% al centro, con ampi margini di miglioramento.
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