diPiero Rossano
Il consigliere regionale di maggioranza davanti ai pm di Santa Maria Capua Vetere che lo indagano con altre sei persone. Attende il Riesame sul dissequestro di cellulare e altri supporti informatici
Giovanni Zannini ha preferito non parlare ai giudici che lo indagano per corruzione e concussione, lasciando però qualcosa di scritto. Accompagnato dal suo avvocato Angelo Raucci, il consigliere regionale della lista De Luca Presidente e presidente della Commissione Ambiente si è avvalso oggi della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati negli uffici della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il suo legale ha però depositato una memori ed ha annunciato che il politico intende chiarire a voce la sua posizione dopo l’udienza del tribunale del Riesame, chiamato ad esprimersi sul sequestro del cellulare e dei supporti informatici notificatogli la scorsa settimana assieme al decreto di perquisizione.
Su mandato della Procura e nell’ambito dell’inchiesta che vede il politico indagato assieme ad altre sei persone, fra le quali il dirigente della Salute della Regione Campania, Nino Postiglione, i carabinieri si erano portati nella sua abitazione di Mondragone e negli uffici al Centro direzionale di Napoli, sede del Consiglio regionale della Campania.
L’inchiesta dei sostituti Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano del pool Reati contro la Pubblica amministrazione, coordinati dal procuratore Pierpaolo Bruni, è divenuta nota la scorsa settimana quando si è appreso delle perquisizioni effettuate dai carabinieri del Comando provinciale di Caserta (Reparto Territoriale di Aversa). A Zannini vengono contestati due episodi di corruzione in relazione ai presunti favori ricevuti da alcuni imprenditori – in particolare una vacanza a bordo di uno yacht intorno a Capri e due motorini destinati ai suoi figli – per il suo (sempre presunto) interessamento presso la Regione e il Comune di Teano circa questioni che riguardavano gli operatori economici; c’è poi la concussione concernente le pressioni fatte da Zannini verso l’ex direttore sanitario dell’Asl di Caserta Enzo Iodice, che nel settembre 2023 decide di dimettersi per non sottostare alle richieste del politico di nominare persone a lui vicine in diversi ruoli dell’Asl, dai dipartimenti ai distretti sanitari.
Per quest’ultimo episodio, con Zannini risulta indagato anche il dirigente responsabile del settore Sanità della Regione Campania, appunto Antonio Postiglione. Gli altri indagati sono gli imprenditori Alfredo Campoli, Paolo e Luigi Griffo, Ciro Ferlotti e Giuseppe Ruggiero. Nell’ambito della stessa inchiesta si è poi appreso che nel corso di una perquisizione di una persona non iscritta al momento sul registro degli indagati quest’ultima, all’arrivo dei carabinieri in casa, aveva lanciato dalla finestra un involucro contenente 160 mila euro in contanti. La cifra era stata interamente recuperata.
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