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Quali sono i rischi se non si paga un debito con una finanziaria, in particolare con la Compass? Vediamo le possibili conseguenze e come evitarle.

Sono molti gli italiani che, per i loro acquisti o per far fronte a spese impreviste, ricorrono alle finanziarie, chiedendo prestiti o finanziamenti. Il problema è che, spesso, non si tiene conto delle proprie reali capacità di rimborsare l’istituto di credito. Infatti nel tempo possono verificarsi situazioni, come la malattia o la perdita del lavoro, che incidono sul reddito familiare rendendo impossibile pagare le rate, o quanto meno farlo con puntualità. La Compass è una delle finanziarie più conosciute. Se ti chiedi “

Cosa succede se non pago un finanziamento Compass?”, leggi questo articolo e troverai la risposta.

Cos’è la lista dei cattivi pagatori?

Chi non paga un finanziamento Compass (o di altra finanziaria), oppure si trova in ritardo rispetto alle scadenze, rischia di essere inserito nella lista dei cattivi pagatori.

Esistono due banche dati, consultabili dagli istituti di credito, che bisogna tenere ben distinte:

  • le Sic (Sistemi di informazione creditrizia). Sono elenchi tenuti da società private (ad esempio Crif, Expedian ed altre), che raccolgono i dati di tutti coloro che richiedono finanziamenti. Da essi risulta anche se le rate vengono regolarmente pagate oppure no; quindi, vi vengono inseriti anche i debitori virtuosi, che pagano puntualmente. La funzione di queste banche dati è quella di far conoscere a banche e finanziarie se una persona ha un finanziamento in corso;
  • la Cai (Centrale allarme interbancario). Questa banca dati è gestita dalla Banca d’Italia e contiene soltanto i nominativi di coloro che non pagano regolarmente, su segnalazione dell’Istituto di credito.

Banche e finanziarie

consultano le suddette banche dati quando qualcuno chiede loro un finanziamento. In questo modo, possono sapere a priori se si tratta di una persona affidabile. Inoltre, anche nel caso di chi paga regolarmente le rate, l’Istituto di credito potrebbe decidere di non concedere il finanziamento, se l’interessato ne ha già altri in corso.

La segnalazione alla Cai da parte della Compass non può però avvenire per un semplice ritardo nel pagamento di una rata. La Cassazione ha infatti stabilito [1] che l’insolvenza, ossia l’impossibilità di pagare, debba essere . Non deve trattarsi, insomma, di una difficoltà transitoria, magari legata a un momentaneo calo dell’attività del debitore. Quest’ultimo, inoltre, deve essere avvisato dalla finanziaria a mezzo raccomandata, con l’assegnazione di un termine per provvedere al pagamento.

La conseguenza dell’iscrizione è che non si possono ottenere finanziamenti nè carte di credito e non si possono emettere assegni. L’iscrizione però non dura per sempre: trascorso un certo periodo di tempo la cancellazione avviene automaticamente. Precisamente:

  • dopo 12 mesi dall’iscrizione in caso di ritardo nel pagamento di una o due rate;
  • dopo 24 mesi se il ritardo riguarda almeno tre rate.

Il termine decorre dal pagamento o, se questo non avviene, dallo scioglimento del contratto da parte della finanziaria.

Cosa sono gli interessi di mora?

Come saprai, quando si ottiene un finanziamento si è obbligati a rimborsare all’Istituto di credito la sorte capitale, cioè la somma presa a prestito, più gli interessi corrispettivi. Questi ultimi si calcolano secondo una certa percentuale della sorte capitale e costituiscono il compenso per il servizio reso dalla finanziaria. L’importo totale dovuto viene ripartito in rate, solitamente mensili.

Se, però, si è in ritardo nel pagamento di una o più rate, agli interessi corrispettivi andranno aggiunti quelli moratori. Si tratta di una sanzione per il ritardo, il cui importo deve essere specificato nel contratto di finanziamento. L’addebito di questi interessi non avviene subito. Infatti, al verificarsi del ritardo il debitore deve pagare una penalità, che nel caso della

Compass è così calcolata:

  • per la prima rata non pagata, dal 12% al 15% sull’importo scaduto;
  • per le rate successive, il 20% sull’importo scaduto.

Se il ritardo nel pagamento persiste, la Compass potrebbe decidere di sciogliere il contratto e di richiedere al debitore, a mezzo raccomandata a.r., il pagamento di tutto il debito residuo, comprese le rate non ancora scadute. Si tratta della decadenza dal beneficio del termine, prevista dal codice civile [2]. In tal caso sull’intero importo ancora dovuto si applicheranno anche gli interessi di mora nella misura dell’1% al mese, finchè non avviene il pagamento.

Tieni presente che le condizioni generali di contratto della Compass possono cambiare nel tempo; considera quindi le suddette percentuali come indicative. Servono comunque a farti comprendere quanto può costare un ritardo nei pagamenti.

Come mi devo comportare con il recupero crediti?

Quando il debitore non paga, la finanziaria fa innanzitutto alcuni tentativi di recupero del credito affidandosi a un avvocato o, più spesso, a un’agenzia specializzata in questo settore.

I solleciti di pagamento possono avvenire mediante lettera (semplice o raccomandata), telefonate, messaggistica. Lo scopo è quello di ottenere il pagamento in maniera “amichevole”, senza rivolgersi al giudice. Un procedimento giudiziario ha, infatti, dei costi che in parte dovrebbero essere anticipati dal creditore.

Cosa fare quando si riceve uno di questi solleciti? Due sono le possibilità:

  • pagare quanto dovuto. Si tratta della soluzione migliore, ma, al tempo stesso, meno scontata: probabilmente il debitore, se avesse avuto la possibilità di pagare, lo avrebbe fatto;
  • cercare un accordo. Facendo presente la propria situazione si può provare, ad esempio, ad aumentare il numero delle rate riducendone l’importo. La finanziaria sa che una procedura di carattere giudiziario ha dei costi e se la proposta di accordo è seria li eviterà volentieri.

La Compass, in caso di intervento di una società di recupero crediti, pone a carico del debitore un indennizzo pari al 5% della sorte capitale ancora non pagata. Se ad intervenire è un avvocato, sarà il debitore a doverne pagare l’onorario.

La Compass può farmi un pignoramento?

Quando tutti i tentativi di recupero del credito sono stati inutili, la finanziaria si rivolgerà al giudice per ottenere nei confronti del debitore un decreto ingiuntivo [3]. Con tale provvedimento il magistrato ordina al debitore di provvedere, nel termine di 40 giorni dalla notifica, al pagamento di quanto dovuto, oltre agli ulteriori interessi e alle spese del giudizio. Il decreto deve essere notificato al debitore per mezzo di un ufficiale giudiziario.

Dopo la notifica il debitore può:

  • pagare, per evitare che si proceda ulteriormente nei suoi confronti e si arrivi a un pignoramento;
  • proporre opposizione. Se il debitore ritiene di non dover pagare per una fondata ragione, può proporre opposizione entro 40 giorni dalla notifica. A seguito di ciò si instaura una causa, nella quale viene deciso se il credito sia o meno fondato;
  • non fare nulla. In tal caso, decorso il termine di 40 giorni, il decreto ingiuntivo diviene esecutivo.

Dopo che il decreto è divenuto esecutivo, la finanziaria notificherà al debitore l’atto di precetto, che è l’intimazione di pagare quanto dovuto, oltre ad ulteriori interessi e spese, nel termine di dieci giorni.. Se ancora il debitore non paga, potrà subire il

pignoramento di un quinto dello stipendio, oppure del denaro eventualmente depositato in banca, o ancora dei beni mobili che si possono trovare nella sua abitazione (inclusi gioielli e altri preziosi). Per debiti più consistenti la finanziaria può pignorare anche gli immobili del debitore, venderli all’asta e soddisfarsi sul ricavato.

Cosa posso fare se non riesco a pagare il finanziamento?

Ti sei chiesto “Cosa succede se non pago un finanziamento Compass?”. Ora hai la risposta alla tua domanda: le conseguenze possono essere veramente spiacevoli. Nell’ipotesi più ottimistica dovrai pagare gli interessi di mora e varie spese e penalità, in quella peggiore potresti subire un pignoramento. Se hai difficoltà nei pagamenti ti conviene quindi correre ai ripari.

Ecco le possibili soluzioni:

  • avvalerti delle procedure di esdebitamento previste dalla legge. Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza [4] è stato emanato proprio per aiutare tutti coloro che, per varie ragioni, non riescono più a far fronte ai propri debiti. La legge stabilisce delle procedure grazie alle quali, a determinate condizioni, il debito viene fortemente ridotto e suddiviso in rate, in misura tale che il debitore possa pagarle;
  • se non vi sono le condizioni per applicare la suddetta legge, è sempre possibile cercare un accordo con la finanziaria, proponendo una riduzione del debito con pagamento immediato (cosiddetto saldo e stralcio), oppure una rateizzazione più lunga e più “leggera”.

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