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UE, BCE e Francia Premono l’Italia: Sacrifici Necessari per il Piano di Bilancio! #finsubito prestito immediato


Intensificazione del Dibattito sul Piano Strutturale di Bilancio

Le commissioni Bilancio sono oggi impegnate con le audizioni che segnano una fase cruciale del dibattito parlamentare riguardante il Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine, recentemente approvato dal Governo. Guido Gentili, ex direttore del Sole 24 Ore, sottolinea che il Piano si distingue per la sua prospettiva quinquennale, un’innovazione significativa rispetto agli approcci annuali o triennali del passato, proponendo un piano di riduzione del debito pubblico esteso a sette anni. Questo estende il suo impatto oltre la durata attuale della legislatura, imponendo impegni considerevoli anche in termini politici, una dinamica che aggiunge interesse al dibattito in corso in Parlamento. Nonostante ciò, Gentili nota una criticità nel Piano che emerge con chiarezza.

Prospettive di Crescita e Implicazioni Economiche

Il Piano prevede un incremento del PIL che, partendo dall’1% di quest’anno, scenderà progressivamente fino a stabilizzarsi a +0,6% nel 2029. Questo solleva interrogativi sulla capacità dell’Italia di sostenere tassi di crescita modesti una volta esaurito il supporto del PNRR. Si delineano quindi scenari di crescita poco ambiziosi.

Il rigore nel riportare i conti pubblici sotto controllo, con un deficit/PIL previsto inferiore al 3% entro il 2026, evidenzia una stretta fiscale che si preannuncia ardua ma necessaria, viste le condizioni del debito pubblico e i nuovi criteri del Patto di Stabilità e Crescita. Questo sforzo è essenziale per evitare procedure d’infrazione per deficit eccessivo e per ridurre il debito, nonostante possa rallentare la crescita economica, già sotto pressione da alcuni mesi, specialmente in settori come quello automobilistico.

Questioni Economiche e Internazionali

Il contesto internazionale, caratterizzato da tensioni geopolitiche continue, e la crisi in Germania, importante partner commerciale, complicano ulteriormente gli sforzi di crescita delineati nel Psb. L’Ufficio parlamentare di bilancio ritiene che questi obiettivi siano ottimistici rispetto alle proprie stime.

L’imminente cessazione del programma di acquisti di titoli di stato da parte della BCE e le valutazioni delle agenzie di rating previste per ottobre influenzano notevolmente le scelte economiche del governo, che si trova costretto a mantenere un alto livello di prudenza finanziaria, potenzialmente a scapito della crescita economica.

La Francia ha programmato di ridurre il proprio deficit/PIL al 3% solo entro il 2029, seguendo una traiettoria meno severa rispetto a quella italiana, una strategia che potrebbe rivelarsi vantaggiosa in sede europea e che è anche influenzata da una situazione politica interna più instabile.

Interazioni con la Commissione Europea e Prospettive per la Legge di Bilancio

Il Psb è il risultato di un dialogo tra il Governo italiano e la Commissione europea, che tradizionalmente vigila sul rispetto delle regole fiscali senza compromettere la crescita economica, nonostante il pesante debito pubblico italiano.

Per quanto riguarda la prossima Legge di bilancio, sembra emergere uno scenario leggermente meno negativo di quanto temuto pre-estate. Sono confermate misure come il taglio del cuneo fiscale e l’unificazione delle aliquote Irpef; inoltre, non si prevede un blocco delle indicizzazioni delle pensioni all’inflazione. Tuttavia, i sacrifici futuri potrebbero essere più gravosi del previsto per il 2025, con possibile aumento delle accise sul diesel e altre misure restrittive che potrebbero avere ripercussioni negative su famiglie e imprese.

(Lorenzo Torrisi)

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Tags: Governo MeloniMario Draghi

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