A Venezia il vertice di «Includere per crescere». Folgiero: «Controlli sulla filiera e assunzioni all’estero»
Lavoro, imprese mobilitate contro il rischio esclusione. Mentre Fincantieri che annuncia un deciso cambio di passo sul reclutamento, che prevede tra l’altro l’assunzione di giovani dall’estero, dopo un periodo di formazione nei Paesi d’origine, pagato dall’azienda. Temi al centro ieri a Venezia, nella sede di Marghera di Confindustria Veneto Est, dell’incontro tra un centinaio di top manager di grandi aziende italiane, organizzato dal consorzio Elis in cui sono stati illustrati i primi risultati del progetto quadriennale «Includere per crescere», che ha visto la collaborazione del ministero delle Imprese, e indica l’inclusione come fattore di competitività, mirando a facilitare l’assunzione di persone a rischio di esclusione dal mercato del lavoro.
La raccolta dei curricula
Tra madri che a seguito della gravidanza hanno dato le dimissioni dal lavoro, Over 55, immigrati, persone con disabilità ed ex detenuti, fin qui sono stati raccolti 1.200 curriculum di persone da riavviare al lavoro dopo un percorso di formazione. «Il progetto è pensato e avviato in ottica di sistema con un approccio inclusivo, che coinvolge aziende e istituzioni attorno a un obiettivo comune – sottolinea l’ad di Bnl, Elena Goitini -. La finalità è consentire a chi si è temporaneamente allontanato dal mondo del lavoro di rientrare e diventare risorsa di valore per se stesso e le imprese».
Il progetto ha appena lanciato una piattaforma online per raccogliere le candidature di madri interessate a partecipare a un percorso gratuito, che evidenzi le competenze spendibili sul mercato del lavoro e favorisca l’incontro con le aziende parte del progetto. In parallelo, tra ottobre e novembre, partirà un ciclo di incontri per le imprese Impact. L’obiettivo è sostenere cooperative sociali, startup a vocazione sociale, BCorp e società benefit nello sviluppo di collaborazioni con grandi aziende, per fornire beni e servizi.
Fincantieri: nuova strategia
E poi le novità annunciate da Fincantieri, che mette mano al sistema dei subappalti e annuncia nuove assunzioni dirette, il finanziamento di scuole di formazione professionale anche all’estero, da cui far entrare personale formato, e l’impiego di macchinari robotizzati nelle fasi più faticose delle saldature. Ieri direttamente l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero ha annunciato la svolta: il controllo sulla filiera dell’indotto per correggere ciò che non ha funzionato. «Il nuovo management vuole intervenire su più livelli con una filosofia olivettiana – spiega Folgiero – le catene di subappalto sono lunghe e sempre meno efficaci e devono esser presidiate dall’appaltante. E poi bisogna lavorare sulle assunzioni di giovani che sostituiscano i nostri sovraintendenti, che abbiamo chiamato teste d’opera, e puntare sulla modernizzazione dei processi produttivi delle attività a basso valore aggiunto. Inoltre – prosegue Folgiero – dobbiamo lavorare sull’indotto, creando bacini organizzati all’estero per trovare quella manodopera che in Italia non si trova più».
Tecnologie e fatica
Il riferimento è soprattutto al lavoro più pesante svolto dai saldatori e dagli addetti alla molatura, a Porto Marghera in gran parte di origine bengalese. Per attuare le nuove linee-guida tracciate da Folgiero, Fincantieri ha lanciato il progetto «Maestri del mare» ideato per portare in cantiere 100 giovani neo-assunti nella posizione di «testa d’opera». Fincantieri sta investendo nell’innovazione dei processi produttivi e il primo risultato sul campo è stata l’introduzione della saldatrice robotizzata. «Sostituisce tre saldatori – precisa Folgiero – parte degli stipendi li usiamo per ripagare l’investimento e parte per pagare di più chi lavora con la macchina». Sul fronte indotto, per limitare gli effetti di un sistema che ha evidenziato criticità, il gruppo ha lanciato il progetto «Bacini». L’obiettivo è reclutare direttamente mano d’opera straniera (i primi addetti già individuati provengono da Ghana e Tunisia) che prima di arrivare a Porto Marghera o Monfalcone frequenterà nel Paese d’origine una scuola di saldatura e carpenteria finanziata dall’azienda. «Comporterà extracosti. Non è filantropia – conclude Folgiero – li consideriamo un investimento con un ritorno industriale a lungo termine che ci renderà più competitivi».
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