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Alla fine ha deciso di rompere gli indugi e di scendere in campo con tutto il suo peso politico. Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha scritto al ministro per gli Affari europei, Sud Italia, politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto. Forte e chiaro il messaggio: estendere la Zona Economica Speciale anche alle province di Latina e Frosinone. Perché in caso contrario il tessuto economico e produttivo del Basso Lazio potrebbe essere fortemente penalizzato. La Zes racchiude otto regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. I benefici sono diversi. Per esempio un’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive per le imprese, sia per quelle già operative che per quelle che vorranno insediarsi. Per l’anno 2024 è previsto un contributo emesso sotto forma di credito di imposta. Il nodo è questo: le imprese delle province di Frosinone e Latina non avrebbero benefici previsti a pochi chilometri di distanza. Danno doppio quindi.

L’affondo del Governatore
Francesco Rocca sceglie il fioretto e non la spada. Però la sostanza cambia poco, perché con questa iniziativa va in pressing sul Governo. Scrive Rocca a Fitto: «La Regione Lazio guarda con grande interesse e fiducia al processo di revisione del Pnrr, che, insieme con la presidente Meloni e il Governo tutto, lei sta portando avanti in collaborazione e in accordo con la Commissione Europea». Il Pnrr, secondo il presidente Francesco Rocca, rappresenta un’opportunità unica per affrontare sfide cruciali e rafforzare la resilienza economica e sociale.

Non solo: in un contesto di cambiamenti significativi nell’ambito delle politiche di ripresa economica e sviluppo territoriale, la Regione Lazio esprime la sua preoccupazione e insieme la sua determinazione a garantire un trattamento equo per tutte le regioni. Sottolinea in una nota la Regione Lazio: «La proposta di istituire una Zona Economica Speciale (Zes), unica nel Mezzogiorno, solleva preoccupazioni legate all’impatto potenziale sulle regioni confinanti. Il Lazio, in particolare, condivide confini con tre delle regioni coinvolte nella Zes Unica: Abruzzo, Molise e Campania».

Evidenzia Rocca: «Questo potrebbe ulteriormente penalizzare le Regioni già in difficoltà economica, creando uno squilibrio nell’attrazione di investimenti produttivi. Siamo preoccupati per l’effetto negativo che questa iniziativa potrebbe avere sulle regioni limitrofe, che, malgrado affrontino sfide simili, non potranno godere degli stessi benefici fiscali e semplificazioni amministrative»,
Inoltre, nella lettera viene evidenziato «come, nonostante siano state apportate modifiche significative alla Carta degli Aiuti a Finalità Regionale per il 2022-2027, alcune Regioni confinanti potrebbero ancora beneficiare di agevolazioni più elevate rispetto alla Regione Lazio».

Il presidente Rocca fa appello al Governo affinché venga avviata una discussione con la Commissione Europea volta a garantire un trattamento equo alle Regioni limitrofe. La Regione Lazio propone «l’istituzione di un regime speciale – esteso alle aree in difficoltà di sviluppo già individuate, confinanti con la Zes Unica – avente le stesse agevolazioni previste per le regioni del Mezzogiorno». In particolare, viene chiesta particolare attenzione alle imprese che insistono nelle province del Lazio meridionale (Latina e Frosinone, oltre all’area di Cassino). Dichiara Rocca: «Crediamo che attraverso il dialogo e la cooperazione si possa ottenere una revisione del Pnrr che risponda alle esigenze di tutte le regioni e contribuisca a un futuro migliore per l’Italia».

Il ragionamento
Nella lettera al ministro Fitto Francesco Rocca nota: «Tale disparità di condizioni agevolative già rende assai complesso contrastare i fenomeni di deindustrializzazione che da tempo interessano il Lazio meridionale. In questo quadro, si può ben comprendere come la prevista istituzione della Zes unica, con la relativa possibilità di riconoscere benefici fiscali e semplificazioni amministrative alle imprese delle Regioni che di essa faranno parte, costituisca un ulteriore freno alla capacità di attrazione di investimenti produttivi nel Lazio».

Rocca non nasconde le difficoltà e nota: «Nell’attuale quadro normativo, in particolare il Dl 124/2023 cosiddetto Sud, appare di certo di difficile praticabilità l’ipotesi di includere la provincia di Frosinone nella futura Zes unica affinché vengano estesi anche ad una Regione che non rientra tra quelle che l’Accordo di partenariato con l’Ue individua come meno sviluppate o in transizione, le semplificazioni amministrative e i benefici fiscali previsti.

Allo stesso tempo, resta l’esigenza di non far venir meno un principio di gradualità e progressività degli strumenti e della possibilità di sostegno (che peraltro ha sempre trovato applicazione nell’attuazione delle politiche di coesione che il Paese ha realizzato, con fondi propri o di provenienza comunitaria) affinché non si creino situazioni indesiderate di regressione della competitività territoriale di alcune aree per effetto collaterale del sostegno allo sviluppo della nuova Zes Unica.

La richiesta, che mi permetto di formulare in qualità di presidente di una Regione che, come detto, rischia di essere fortemente investita da possibili esternalità negative legate alla creazione della Zes Unica, è quella che il Governo avvii, già nell’ambito delle attività di confronto e negoziazione che sono in corso per la revisione del Pnrr, un’interlocuzione con la Commissione Europea, volta a far sì che si istituisca un ulteriore regime speciale affinché possano applicarsi agli investimenti delle imprese localizzate nelle aree in difficoltà di sviluppo già individuate come zone 107 3C nella cosiddetta “Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027” e confinanti con le aree della nuova Zes Unica e le medesime deroghe e intensità di auto previste per le Regioni del Mezzogiorno». Insomma, Rocca individua altresì una possibile soluzione.

 

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