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Sulla vicenda resa nota da Giorgia D’Amico, figlia del paziente Fabrizio, carlentinese ma da anni residente ad Avola affetto da atassia cerebrale per il quale l’Asp dal primo dicembre ha disposto la turnazione degli infermieri che da tre anni lo seguono H24 affidando il servizio di  assistenza domiciliare infermieristica a personale di altri reparti, arriva la replica da parte dell’Azienda sanitaria.

Compito del servizio sanitario è garantire tutti i pazienti, senza privilegiarne alcuni a discapito di altri, facendo preferenze di nessun tipo. Appaiono fuorvianti e strumentali le dichiarazioni rese sulla stampa e sui social media dal familiare del signor D’Amico a cui si ricorda che tutti i malati per l’Asp hanno pari dignità e nessuno può essere privilegiato a parità di condizioni”.

È quanto afferma il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra replicando ad articoli di stampa, post e video pubblicati sui social dalla figlia del signor Fabrizio D’Amico chiedendo riscontro ai responsabili di tutti gli uffici direttamente interessati all’assistenza domiciliare al paziente, dal dirigente delle professioni sanitarie del Distretto di Noto Michele Grasso, al responsabile ADI Carolina Baiano, al direttore esecutivo del contratto per l’assistenza domiciliare Salvatore Ciancio, a Giuseppe Consiglio del Distretto Sanitario di Noto, al fine di fare chiarezza rispetto alle affermazioni pubblicate.

Va puntualizzato innanzitutto – concordano i referenti degli Uffici interessati – che per l’assistenza ai disabili gravissimi, esiste in atto una specifica normativa di riferimento, che prevede l’erogazione di un contributo di cura al caregiver, che va ad aggiungersi alla pensione di Invalidità, all’indennità di accompagnamento, all’ulteriore indennità erogata dall’Inps, al trattamento pensionistico se previsto da attività lavorativa. Inoltre, viste le funzioni del caregiver, che dovrebbe sopperire alle esigenze assistenziali tutelari del paziente, le direttive prevedono che i disabili gravissimi possano avere una assistenza infermieristica per un massimo di 62 ore settimanali e, tuttavia, la caregiver ha chiesto l’intervento del Tribunale perché disponesse assistenza infermieristica domiciliare per 24 h al giorno.

Va precisato tra l’altro, che il riconoscimento delle indennità, così come l’assistenza continuativa infermieristica h 24 servono a tutelare il paziente solo quando le sue condizioni cliniche sono compatibili con la permanenza al domicilio dello stesso, dato che se le sue condizioni fossero particolarmente gravi, andrebbe opportunamente ricoverato in una struttura sanitaria idonea, evenienza questa che è stata rifiutata dalla famiglia.

Quest’Asp ha garantito e continua a farlo l’assistenza infermieristica come previsto dalla disposizione del magistrato. Se invece la caregiver desiderasse scegliere degli specifici infermieri, potrebbe farlo di propria iniziativa. In caso diverso, se questa Azienda avallasse le richieste di specifico personale infermieristico, privilegerebbe un paziente a discapito di tutti gli altri assistiti dal servizio sanitario e nello specifico da questa ASP.

Desideriamo chiarire – proseguono – come il personale infermieristico in atto deputato a fornire assistenza al paziente sia assolutamente abilitato a farlo e che il predisposto affiancamento orientativo, abbia il solo scopo di consentire allo stesso di conoscere il paziente, il caregiver, il PAI, i dispositivi presenti nella stanza di degenza, atteso inoltre che nessun funzionario di questa ASP avrebbe mai leso la dignità del personale sanitario, chiedendogli di attendere sulle scale, né tantomeno avrebbe suggerito di chiamare le forze dell’Ordine, cosa che avrebbe provveduto personalmente a fare qualora ne avesse ravvisato la necessità.

Merita richiamare – concludono – che analoga assistenza infermieristica domiciliare continuativa h 24 viene erogata dall’Asp, sempre in ossequio a sentenza del Tribunale, presso altri assistiti con necessità assistenziale sovrapponibile a quella del signor D’Amico e che in nessun caso è stato preteso l’utilizzo di infermieri della Rianimazione. Si assiste ad una inesatta interpretazione da parte del familiare di quanto messo in atto dall’ASP di Siracusa che, nonostante le ingenti risorse messe in campo, viene impropriamente accusata di interruzione del programma di assistenza infermieristica”.



 

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