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L’Intelligenza Artificiale (AI) sta avendo un impatto significativo nella trasformazione digitale, rivoluzionando la nostra concezione di produzione di opere. È sempre più comune l’uso di programmi di IA per realizzare immagini o testi sulla base di istruzioni (c.d. “prompt”) immessi dall’utente. L’AI contribuisce in questo modo attivamente al processo creativo.

Tuttavia, con il suo crescente impiego, emergono questioni cruciali relative al diritto d’autore su opere create attraverso algoritmi.

Sorgono interrogativi legali concernenti la paternità delle opere generate da algoritmi. Chi detiene la paternità e i diritti su un’opera generata da AI? Il proprietario del programma di IA che ha generato l’opera o l’utente che ha impostato i prompt al sistema di AI?

È essenziale inoltre chiedersi se possa essere protetta dal diritto d’autore l’opera generata con AI. In merito a questa tematica, emergono due orientamenti distinti in dottrina e giurisprudenza.

Da un lato, vi è un approccio che nega la tutela delle opere create mediante l’uso di AI. Dall’altro lato, si osserva un’apertura a garantire tale protezione, previo accertamento della sussistenza del carattere creativo dell’opera generata da algoritmi.

In questo contesto, un ambito particolarmente delicato è rappresentato dalla formazione delle AI attraverso banche dati (accessibili online) contenenti opere protette dal diritto d’autore. Molti autori hanno infatti intrapreso azioni legali nei confronti delle piattaforme di AI, contestando violazioni di massa dei contenuti coperti dal diritto d’autore. Da ciò può derivare il rischio, anche per l’utente delle piattaforme di AI, di violare il diritto d’autore di terzi creando opere fortemente influenzate o addirittura simili a quelle protette dal diritto d’autore.

Attraverso questo articolo, cerchiamo di capire a chi possa venir attribuito il diritto di proprietà delle immagini create da AI generativa e se tale soggetto è tutelato ai sensi della legge sul diritto d’autore.

La via europea per l’Intelligenza artificiale. Atti del Convegno del Progetto Dottorale di Alta Formazione in Scienze Giuridiche – Ca’ Foscari Venezia, 25-26 novembre 2021, A cura di: Camardi Carmelita, Ed. CEDAM, 2023. Il volume affronta la sfida per il futuro rappresentata dal bilanciare adeguatamente i benefici apportati dall’utilizzo dell’Intelligenza artificiale con i diritti fondamentali delle persone, mirando a non ostacolare lo sviluppo tecnologico ma garantendo al contempo un’innovazione responsabile.
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Paternità delle immagini create con AI

Nel contesto della generazione di immagini mediante l’utilizzo di AI, la questione della paternità e del diritto di utilizzare tali immagini assume particolare rilevanza. Ciò diventa significativo anche nell’identificare eventuali limitazioni all’utilizzo delle immagini generate da chi utilizza la piattaforma di AI.

Per rispondere a queste domande è necessario innanzitutto analizzare le clausole dei Termini di Servizio e le Licenze delle piattaforme AI, le quali disciplinano la proprietà e le restrizioni nell’impiego delle opere generate tramite sistemi di AI.

Di seguito un’analisi dei Termini di Servizio e Licenze dei software di generazione grafica più conosciuti, ovvero MidJourney, Dall-E e Stable Diffusion.

Terms of service MidJourney

MidJourney è un sistema di AI “text-to-image”, capace di generare immagini basate su istruzioni di testo. È improntato sul miglioramento e trasformazione delle immagini. Utilizza algoritmi di elaborazione per creare un’immagine in alta definizione che rappresenta il concetto espresso, con la possibilità di specificare lo stile, il colore, la prospettiva e altri dettagli per personalizzare l’immagine.

Secondo gli articoli pertinenti dei Termini di Servizio (art. 4), l’utente detiene i diritti di proprietà sulle immagini generate attraverso la piattaforma MidJourney. Tuttavia, alcune eccezioni sono previste, come nel caso di obblighi contrattuali, e l’elaborazione di immagini altrui. Inoltre, è fatto espresso divieto (art. 9) di creare contenuti visivamente disturbanti, per campagne politiche o per cercare di influenzare l’esito di un’elezione e utilizzare la piattaforma per attività illegali. La responsabilità per le violazioni del diritto d’autore attraverso l’uso della piattaforma è attribuita all’utente, il quale potrebbe essere chiamato a risarcire MidJourney per eventuali spese legali (art. 10).

Terms of use Dall-E

Dall-E è un modello di AI sviluppato da OpenAI che ha innovato il concetto di Generative Adversarial Networks (GAN), ovvero un sistema di apprendimento automatico dell’AI. Attraverso l’addestramento su un vasto database di immagini, può creare immagini nuove sulla base di diverse richieste. Utilizzando approcci di apprendimento automatico, è in grado di comprendere e generare immagini in linea con il prompt fornito.

Nel caso di Dall-E, l’utente è dichiarato proprietario sia degli input che degli output generati attraverso la piattaforma (paragrafo denominato “Content”). OpenAI concede all’utente tutti i diritti relativi all’output generato. Tuttavia, l’utente è vincolato da limitazioni d’uso (paragrafo denominato “Using Our Services”), compreso il divieto di violare i diritti di terzi, tra cui il diritto d’autore, decompilare il codice sorgente della piattaforma o dichiarare che l’immagine generata da Dall-E è stata generata dall’uomo. OpenAI si riserva il diritto di essere manlevata dall’utente in caso di azioni legali correlate all’uso della piattaforma, tra cui la violazione dei diritti d’autore relativa ad un’immagine generata dall’utente (sezione “Indemnity”).

License Stable Diffusion

Stable Diffusion stato sviluppato da Stability AI e pubblicato nel 2022 e rappresenta un nuovo approccio alla generazione delle immagini. Sfrutta il concetto di “diffusione” per generare immagini, Stable Diffusion parte da un’immagine di partenza casuale, e poi, attraverso una serie di passaggi, la trasforma in un’immagine finale. Questo processo offre la flessibilità di intervenire in qualsiasi fase della generazione dell’immagine.

A differenza di MidJourney e Dall-E, Stable Diffusion è un software open source che ha reso pubblico il proprio codice sorgente. Gli utenti possono basarsi su tale codice esistente per svilupparlo ulteriormente. Esistono numerose implementazioni open source di Stable Diffusion (es. GitHub). La versione è rilasciata sotto la licenza “Creative ML OpenRAIL-M”, una licenza permissiva che consente sia un utilizzo commerciale che non commerciale. Questa licenza pone l’accento sull’uso etico e legale del modello, considerato responsabilità dell’utente, e deve essere inclusa in qualsiasi distribuzione del modello. Con tale licenza gli sviluppatori rinunciano ai loro eventuali diritti sugli output generati. Inoltre, l’utente è ritenuto responsabile dell’output generato e dei suoi successivi utilizzi (punto 6).

In conclusione, nonostante le differenze tra le varie piattaforme di AI generativa, da un’analisi dei loro Termini d’uso e Licenze la proprietà delle opere è attribuita all’utente, nel rispetto delle limitazioni di utilizzo e dei divieti sopra indicati.

Italia: diritto d’autore sulle immagini create con AI

La disamina oggetto del presente articolo sarebbe ovviamente incompleta senza un richiamo alla legge applicabile in Italia in tema di protezione del diritto d’autore.

L’art. 1 della Legge 22 aprile 1941, n. 633 (Legge sul diritto d’autore) recita quanto segue:

Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.”

Pertanto, costituiscono oggetto di tutela tutte le opere espressione di lavoro intellettuale che presentano carattere creativo.

L’elemento della creatività è solitamente attribuito all’opera dell’uomo, allorquando l’opera possiede i criteri di originalità e novità.

Alla luce del dettato normativo, vediamo se la giurisprudenza italiana ha riconosciuto o meno creatività all’immagine generata con AI.

Nel contesto del riconoscimento della creatività di un’opera generata con AI in Italia, ha espresso un orientamento innovativo la Corte di Cassazione (Cass. civ., sez. I, ord., 16 gennaio 2023, n. 1107).

Nel caso in esame la RAI è stata convenuta in tribunale da una giovane artista e architetto, la quale ha contestato la violazione del proprio diritto d’autore su un’opera generata tramite AI. L’oggetto della controversia è stato l’uso, senza il consenso dell’autrice, dell’opera “The scent of the night”, utilizzata come scenografia nell’edizione del 2016 del Festival di Sanremo.

L’opera è stata generata da un software d’AI e i prompt utilizzati per creare l’immagine sono stati inseriti dall’autrice stessa, basandosi su una sua idea creativa.

La RAI ha sostenuto che l’opera non meritasse la tutela autorale poiché l’autrice avrebbe agito in modo “passivo”, limitandosi a selezionare un algoritmo e approvando solo successivamente il risultato generato dal computer. L’azienda ha argomentato che l’opera fosse stata creata non dall’autrice, ma dal software di intelligenza artificiale, che aveva “elaborato forma, colori e dettagli tramite algoritmi matematici”.

La Corte di Cassazione, sebbene non abbia potuto esaminare approfonditamente l’eccezione della RAI per ragioni processuali (l’eccezione è stata infatti sollevata per la prima volta solo nel giudizio di legittimità), ha introdotto un principio di diritto innovativo.

Questo principio apre uno spiraglio alla tutela delle opere create con l’apporto di un’intelligenza artificiale, affermando che il riconoscimento del diritto d’autore andrà valutato caso per caso, considerando il “tasso di creatività.

La Corte di Cassazione ha specificato che, se l’utilizzo dell’AI ha assorbito l’elaborazione creativa dell’artista, rendendo il contributo umano irrisorio, il diritto d’autore non potrà essere riconosciuto. Tuttavia, se l’artista ha saputo dirigere, istruire, correggere e utilizzare consapevolmente l’AI, quest’attività è considerata parte integrante dell’opera, meritevole di tutela legale ai sensi del diritto d’autore.

Questo principio enfatizza l’importanza dell’input e dello sforzo intellettuale dell’artista nel processo creativo, riconoscendo che l’ideazione e la formulazione dei prompt costituiscono un’espressione di un concetto artistico, di un pensiero e di un modo soggettivo e personale di esprimere un’idea, tutti elementi meritevoli di tutela giuridica.

In conclusione, questa prima pronuncia della Corte di cassazione rappresenta un passo importante nell’evoluzione della tutela del diritto d’autore per le opere create attraverso l’AI in Italia. Questo orientamento, che pone al centro la valutazione del “tasso di creatività”, sottolinea l’importanza di considerare il ruolo umano nel processo creativo con l’AI.

Questa decisione pone interrogativi per il futuro, considerando il carattere astratto del concetto di “tasso di creatività”. La sua valutazione è infatti esposta a diverse interpretazioni soggettive, più o meno restrittive, nei prossimi casi giudiziari, saranno necessarie ulteriori chiarificazioni.

Sarà interessante osservare come e se questo nuovo orientamento sarà recepito e applicato nelle future sentenze.

Altri Paesi: diritto d’autore sulle immagini create con AI

Di seguito analizziamo gli orientamenti sul riconoscimento del diritto d’autore su immagini create da AI generativa espressi negli Stati Uniti d’America e in Cina.

Stati Uniti d’America

Negli Stati Uniti d’America, il Copyright Office ha adottato un approccio diverso da quello della Corte di Cassazione italiana.

Un esempio emblematico in tal senso è rappresentato dalla richiesta di registrazione avanzata da Kristina Kashtanova per il fumetto “Zarya of the Dawn,” creato utilizzando il software Midjourney.

Inizialmente, la richiesta di registrazione del fumetto era stata accolta. Tuttavia, il Copyright Office ha successivamente appreso dai social media che Midjourney era stata utilizzata nella creazione delle immagini del fumetto e, per tale ragione, ha revocato la precedente registrazione e invitato la fumettista a modificare la domanda di registrazione.

Secondo la normativa statunitense (come per molti altri Paesi aderenti alla Convenzione di Berna) solo le opere d’autore originali create da un essere umano sono protette dal diritto d’autore (precedente foto scattate da macachi Naruto c. Slater, 888 F.3d 418, 420 (9th Cir. 2018)). Le immagini create da Midjourney sono il risultato di un processo meccanico e non creativo dell’uomo e, per questo, non possono essere considerate opere soggette a diritto d’autore.

Inoltre, il Copyright Office ritiene meritevole di tutela l’aspetto creativo dell’opera complessiva per ciò che concerne elementi come l’organizzazione, l’ideazione ed il concept generale (testi del fumetto e la loro combinazione con le immagini).

Ha ritenuto pertanto non tutelabili le singole immagini generate con AI e i relativi prompt utilizzati per la loro realizzazione. Infatti, sebbene le immagini siano state generate su prompt impartiti dall’autrice, il risultato derivante è stato ritenuto imprevedibile e al di fuori del controllo della stessa e della sua creatività.

Tuttavia, questo orientamento, lascia un margine di tutela per le immagini generate con AI che hanno subito una modifica significativa da parte dell’autore in modo da conferirgli sufficiente creatività (“sufficient amount of original authorship”).

Cina

Degna di nota è la sentenza emessa dalla Beijing Internet Court (BIC) nella causa Li vs. Liu Beijing Internet, Court Civil Judgment (2023) Jing 0491 Min Chu No. 11279.

Nel caso in questione, il Sig. Li ha utilizzato il software Stable Diffusion per creare immagini a partire da descrizioni di testo, pubblicandole successivamente su Xiaohongshu, un social network cinese. Il convenuto, un blogger, aveva riutilizzato queste immagini in un proprio articolo. Il Sig. Li ha citato in giudizio il convenuto sostenendo che l’opera da lui generata con AI fosse degna di tutela ai sensi del diritto d’autore.

La Corte ha stabilito che il Sig. Li ha fornito un significativo contributo intellettuale nella creazione dell’immagine, tra cui la scelta del software di AI, la formulazione dei prompt e infine la scelta dell’immagine generata.

L’apporto creativo del Sig. Li nello svolgere tali attività è stata sufficiente per ritenere l’opera espressione di lavoro intellettuale e creativo e non il mero frutto di un processo meccanico.

Per quanto concerne la paternità delle immagini, la Corte ha respinto l’idea che un software o il titolare della piattaforma di AI possa essere considerato l’autore di un’immagine da esso generata, non essendo appunto un essere umano. Inoltre, sulla base della Licenza (Creative ML OpenRAIL-M), gli stessi sviluppatori della piattaforma di AI hanno rinunciato a tutti i loro eventuali diritti sugli output generati attraverso la piattaforma stessa.

La BIC ha riconosciuto le immagini generate dall’AI meritevoli di tutela, stabilendo di conseguenza che il convenuto era responsabile della violazione del diritto d’autore del Sig. Li su dette immagini.

Conclusioni

L’uso crescente dell’AI nella creazione di opere d’arte solleva questioni fondamentali riguardanti la paternità e il riconoscimento della tutela ai sensi del diritto d’autore.

La centralità del contributo umano, la creatività e il controllo sull’IA nel processo creativo emergono come elementi cruciali nelle decisioni giuridiche in questo contesto in rapida evoluzione.

Complessivamente, il panorama giuridico globale sul diritto d’autore per le opere create con l’AI sta evolvendo, con giurisdizioni diverse che adottano approcci distinti.

Da un lato, vi è una corrente che nega a priori una tutela, mentre dall’altro si evidenzia un’apertura, subordinata all’accertamento della presenza del carattere creativo nelle opere generate dagli algoritmi.

La sfida del futuro sarà quella di trovare un bilanciamento tra l’innovazione tecnologica e la tutela del diritto d’autore. Questa situazione riguarda non solo la tutela degli utenti che impiegano software di intelligenza artificiale nella creazione delle loro opere, ma anche la protezione delle opere originali degli autori utilizzate dall’IA nel suo processo di apprendimento.

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