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Fobbs guida Sassari alla prima vittoria #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sassari, 13 ottobre 2024 – Come l’immortale Totò, icona della cinema italiano e della napoletanità, veniva ammaliato, in Totò a Parigi, dalla protagonista dedicandole la celebre canzone, lo stesso fa la Dinamo Sassari con Brian Fobbs. Proprio l’americano è il protagonista della prima vittoria dei sardi in questa LBA, un successo mai in discussione contro una Napoli Basket ormai in una crisi sempre più nera e in fondo alla classifica.

I primi due punti per Sassari si son fatti attendere, ma alla fine sono arrivati, frutto di una prestazione veramente convincente, dopo le brutte sconfitte con Scafati e Milano, una vittoria del gruppo, tornato a giocare di squadra come si era visto solamente nel precampionato, ma che ormai sembrava un lontano e illusorio ricordo.

Il successo di Lisbona in settimana contro lo Sporting ha certamente aiutato a ritrovare quell’entusiasmo ormai svanito, ma soprattutto è servito ad aumentare l’autostima della squadra di coach Nenad Markovic, apparsa veramente ai minimi termini al Forum di Assago.

E non è un caso se i primi punti in classifica siano arrivati in seguito alla migliore prestazione finora sia al tiro da dentro l’aerea (23/29, il 79.3%), addirittura la seconda di sempre nella storia biancoblu da quando milita nella massima serie, che negli assist (26), sintomo di come i ragazzi di Markovic siano tornati a passarsi la palla con maggior velocità e costrutto.

Merito dei play Cappelletti e Bibbins, rispettivamente 6 e 9 assist, in forte ripresa dopo il difficile avvio di stagione, ma soprattutto del playmaker occulto della squadra: quel Miralem Halilovic che con il suo gioco in post basso assomiglia sempre di più a quel Miro Bilan che ha dominato fin dai primi anni in Sardegna e ora continua a farlo a Brescia.

Oltre all’MVP di giornata Fobbs, 21 punti e secondo ventello consecutivo in LBA, bene il solito Eimantas Bendzius, sempre più responsabilizzato dai gradi di capitano e come sempre letale al tiro con i suoi 18 punti. Confortanti i segnali lanciati anche da Nate Renfro, 12 punti, uno dei più negativi finora e protagonista del +32 del terzo periodo con cui la gara si è praticamente chiusa.

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Per Napoli un’altra battuta d’arresto, questa volta ancora più negativa delle ultime sconfitte con Trieste e Pistoia, perché se nelle prime due gare la prestazione si è vista, in Sardegna la squadra di coach Igor Milicic non c’è mai atterrata.

Certo la tegola di Kevin Pangos, presente in panchina ma tenuto a riposo dopo il problema riscontrato in settimana, è stato un duro colpo per i partenopei, ma non può di certo essere un alibi per una squadra che si è sciolta alle prime difficoltà.

Soprattutto in difesa, in cui si è letteralmente concessa ai lunghi di casa senza mai lottare, mentre in attacco le idee son state poche e tutte confuse, trovando una giornata al tiro dai 6 metri e 75 tutt’alto che esaltante, con un pessimo 5/22, appena il 22%.

L’unico a salvarsi è stato Giovanni De Nicolao, anima della squadra di Milicic e il solo a non arrendersi, anche con Napoli sotto di 30 punti.

In avvio si nota una certa tensione tra le due squadre, entrambe ancora in fondo alla classifica, con la Dinamo che spezza gli indugi con il capitano Bendzius, che scalda subito la mano dall’arco.

Fobbs si fa ispirare dal lituano, quest’ultimo già in doppia cifra, e con sei punti consecutivi firma il primo allungo dei sardi sul 20-12. Napoli prova a trovare il bandolo della matassa, ma la difesa del Banco è peggio di Fort Knox e gli ospiti sprofondano sul -14.

Milicic prova mischiare le carte con la zona, ma Bibbins trova subito la combinazione e Renfro appoggia il canestro con cui si chiude la prima frazione, con i padroni di casa avanti sul 28-16.

Nella seconda frazione Totè prova a scuotere i suoi con un paio di canestri, che sembrano minare le certezze dei sardi, più macchinosi in attacco. Copeland decide di approfittarne, accendendosi con un paio di triple che riportano Napoli a soli 5 punti di distacco.

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Ma è nuovamente Fobbs, con la complicità dell’infermabile Halilovic, a rimettere la doppia cifra di vantaggio tra le due squadre, sigillata prima dell’intervallo dalla magia del solito Bendizus che firma il 50-38.

Nella ripresa le cose si complicano per gli ospiti, con Manning e Copeland che commettono il loro 3° fallo e Sassari allunga sul 54-38. La difesa sassarese si alza di colpi, permettendo a Bendzius e compagni di correre facilmente in contropiede, trovando tanti canestri facili e allargando sempre di più la forbice tra le due compagini.

Sassari continua a martellare l’area campana, piazzando un devastante break di 13-0, con il punteggio ormai già deciso sul 63-38. Williams ferma il break, ma ormai il terzo periodo ha preso i contorni della tragedia per Napoli che chiude un pesante parziale di 27-7, sprofondando alla sirena sul -32.

Nell’ultimo quarto è ormai tempo di esperimenti per le due panchine, con gli ospiti che riducono il proprio passivo, complice un quintetto sassarese parecchio sperimentale. Dopo dieci minuti faticosi, soprattutto da guardare, la partita termina con il punteggio di 94-76.

Per Napoli la terza sconfitta consecutiva, la quattordicesima nelle ultime 17 gare dopo l’incredibile vittoria in Coppa Italia della scorsa stagione, un trend negativo che Milicic non sembra in grado di spezzare. Già la prossima gara rischia di essere parecchio delicata, in casa contro Cremona, uno scontro diretto da non sbagliare per non complicare ulteriormente una stagione iniziata ad handicap.

Per Sassari una vittoria che ridà morale in vista della seconda uscita in FIBA Europe Cup, sempre al PalaSerradimigni mercoledì sera contro i polacchi dell’Anwil Wloclawek, ancora imbattuti nel proprio campionato e anche loro a punteggio pieno nel girone insieme ai sardi.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Napoli Basket 94-76

Parziali: 28-16; 22-22; 27-7; 17-31.

Progressione: 28-16; 50-38; 77-45; 94-76.

Sala Stampa

Miralem Halilovic, Nenad Markovic e Igor Milicic

Le Pagelle

Dinamo Banco di Sardegna Sassari

Alessandro Cappelletti 7: era chiamato a dare una risposta convincente, dopo il complicato avvio di stagione, è la risposta è arrivata. Aiutato anche dalla difesa soft degli avversari, gioca la sua miglior partita finora, dando alla gara il ritmo che più gli piace. Chiude con 7 punti, 6 rimbalzi e 6 assist.

Justin Bibbins 6.5: in avvio paga l’ottima difesa di De Nicolao, che spesso e volentieri non gli permette di impostare il gioco con serenità. Si scuote nella ripresa, giocando tutta un’altra gara, smazzando 9 assist, anche se i soli 6 punti e l’1/6 da tre evidenziano come ancora non abbia raddrizzato la mira. Poco male, l’importante per lui e per il coach era ritrovare il play ammirato a Nanterre e ora finalmente si inizia ad intravedere.

Stefano Trucchetti s.v.: entra con la vittoria ormai in tasca, ma questa volta la faccia è diversa rispetto agli ultimi scampoli giocati, sempre sfrontato, ma questa volta incisivo, stampando 5 punti di pregevole fattura.

Miralem Halilovic 8: il play oscuro della Dinamo. Per lunghi tratti sembra di rivedere il Bilan dominante di qualche stagione fa con la canotta biancoblu. In post è letteralmente infermabile e quando la difesa prova dei timidi raddoppi, lui smazza assist per i tiratori aperti sull’arco. Gli bastano appena 20 minuti per mettere il suo timbro sulla gara, con 10 punti, 9 rimbalzi e 5 assist per il vero valore aggiunto di questa nuova Dinamo.

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Brian Fobbs 8: finalmente si è scrollato di dosso la timidezza delle prime uscite, stampando il secondo ventello consecutivo, anche se quello con Milano era arrivato con gli avversari già sulla scaletta dell’aereo. Questa volta si traveste nel giustiziere di una Napoli incapace di arginare il suo strapotere fisico e un tiro dall’arco diventato ormai letale. Bravo a metterci la solita aggressività in difesa, senza cascare in falli banali che troppo spesso lo vedevano uscire già dopo i primi minuti. MVP della gara con 21 punti e un clamoroso +34 di plus/minus.

Giovanni Veronesi 6.5: forse ancora troppo timido in attacco, dove però segna i primi 4 punti della sua carriera in LBA, ma in difesa fa il suo eccome. 16 minuti di grande sostanza per un giocatore ormai entrato appieno nelle rotazioni di Markovic.

Mattia Udom 5.5: l’unica nota stonata in una gara in cui tutti portano il proprio mattoncino alla causa, l’ex Trento no. Troppo spesso sembra di vedere un pesce fuor d’acqua, avulso dal gioco, mentre in difesa si limita al compitino, senza infamia e senza lode. Troppo poco.

Eimantas Bendzius 7.5: fa vedere sentirsi a suo agio nei panni del capitano e leader emotivo di questa Dinamo. Letteralmente infermabile per la difesa campana, è ormai tornato il killer che ammazzava le difese prima del brutto infortunio della passata stagione. Nonostante il tiro dall’arco non gli entri, appena 2/6, è letale in area segnando 18 punti e mettendo a ferro e fuoco tutta Napoli, Maschio Angioino compreso.

Luca Vincini 6: dopo i primi punti in LBA, trova i primi punti segnati al PalaSerradimigni, quando ormai la gara è ormai diventata una semplice sgambata.

Michal Sokolowski 6.5: meno decisivo offensivamente del solito, mettendo a referto 9 punti, ma sono mille le piccole cose che porta alla causa di Sassari. Il grande ex di giornata gioca una gara solidissima, sempre in controllo e mettendo in costante apprensione l’attacco di Napoli.

Nate Renfro 7: primo rigurgito d’orgoglio per il centro americano, dopo le ultime oscene uscite. Nel primo tempo inizia a prendere le misure, poi nella ripresa, capendo che il pitturato può essere terra di conquista, decolla un paio di volte per schiacciare le critiche e gli spettri del suo pessimo mese di ottobre. Alla fine Napoli alza bandiera bianca e lui continua a banchettare, mettendo a referto 12 punti.

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Stefano Saccoccia 5: viene buttato nella mischia a buoi ampiamente fuggiti dalla stalla. Non incide nemmeno con le seconde linee della Dinamo, perdendo troppi palloni banali.

Zach Copeland 5.5: ha avuto il merito di aver provato a dare la scossa alla squadra a metà del secondo periodo, segnando 8 punti in fila che ha riportato Napoli solamente a -5. Tolto questo la sua prestazione è stata più di ombre che di luci, soffrendo tremendamente la maggiore verve degli esterni di Sassari.

Kaspar Treier 4: il ritorno a Sassari da ex dopo 4 stagioni in canotta Banco di Sardegna non sarà di certo da ricordare per l’estone. Fin da subito prova a minare la stabilità dei ferri scalpellandoli da ogni posizione, un po’ per ricordare i cari bei vecchi tempi, mentre in fase difensiva forse va pure peggio, non riuscendo a contenere mai sia Bendzius che Sokolowski. 

Giovanni De Nicolao 6.5: per gran parte della gara Napoli è solamente lui. In difesa spesso sembra di vederne due contemporaneamente, arginando alla grande Bibbins nel primo tempo. Il tiro non gli entra praticamente mai, ma chiude lo stesso con ottimi numeri, 8 rimbalzi e 5 assist. Napoli deve ripartire da lui.

Tomas Woldetensae 5: in difesa è forse uno dei pochi a reggere in piedi il fragile equilibrio difensivo di coach Milicic, ma in attacco è praticamente nullo, con appena 5 punti e zero triple segnate su tre tentativi. Veramente troppo poco.

Charles Manning 5.5: alla fine il suo tabellino recita 13 punti e 5 assist, ma sono numeri che rischiano d’ingannare circa la sua reale prestazione. Perché se in attacco regge bene l’urto, in difesa si prende delle pause inspiegabili, stendendo il tappeto rosso a Fobbs e compagni. 

Jordan Hall 4: forse il reale oggetto misterioso di questo negativo inizio di stagione di Napoli. In difficoltà nelle precedenti gare, a Sassari chiude con una virgola emblematica, in 16 minuti sul parquet che stupiscono, perché veramente non lo si vede mai, ma proprio mai. Ectoplasma. 

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Dario Dreznjak 4: idem con patate con il suo socio Hall. Viene maltrattato dai lunghi sassaresi ed esce fin da subito dalla contesa.

Deane Williams 5.5: nel primo tempo sembra essere l’unico, insieme a Copeland, a poter girare l’inerzia della gara in favore di Napoli, almeno in attacco, ma in difesa prende le sembianze di un telepass. Nel tracollo della ripresa è uno dei pochi a salvarsi, segnando 4 dei soli 7 punti del drammatico terzo periodo.

Leonardo Totè 5: offensivamente è certamente un fattore, anche se metà dei suoi 16 punti li segna nel garbage time dell’ultimo quarto, ma dall’altra parte del campo si adegua alla pochezza del resto della squadra. A rimbalzo è completamente nullo, mentre Halilovic lo porta costantemente a scuola e Renfro completa l’opera mandandolo in confusione con il suo atletismo.

Mabor Dut Biar s.v.: buttato nella mischia con la gara ormai andata, prova a farsi vedere, con scarsi risultati.

Giovanni Olmeo



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