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Si può avere il domicilio in un luogo diverso rispetto alla residenza senza perdere le agevolazioni fiscali sull’abitazione principale?

Un lettore ci chiede qual è il luogo del domicilio e se sia possibile avere una residenza prima casa e domicilio diverso. Cercheremo di spiegarlo qui di seguito in modo sintetico e pratico.

Partiamo dalle definizioni che, come sempre, aiutano a orientarsi e a comprendere fino in fondo il significato di determinati concetti, specie quelli più tecnici, che in questo caso sono quelli di residenza e di domicilio. Ma procediamo con ordine.

Dov’è la residenza?

La residenza viene fissata nel luogo indicato dal cittadino all’Anagrafe comunale. La legge gli impone di dichiarare, come luogo di residenza, quello ove ha l’abitazione principale, ossia dove vive per gran parte dell’anno (al netto di eventuali vacanze e viaggi di lavoro, anche se lunghi).

Dunque, la residenza è l’indirizzo ove un soggetto è sempre reperibile perché lì ha la casa dove di solito dorme. Questo concetto coincide con quello – appena citato – di abitazione principale. Non è possibile fissare una residenza in un immobile ove non si vive abitualmente perché altrimenti si commetterebbe il reato di «falso in atto pubblico». Così è vietato indicare, come luogo di residenza, la seconda casa o quella dei propri genitori.

Dov’è il domicilio?

Il domicilio è il luogo che un soggetto sceglie per la spedizione o notifica di eventuali atti, documenti e lettere in relazione a uno o più specifici affari. Una persona può avere tanti domicili per quanti contratti ha firmato.

A differenza della residenza, il domicilio non è “vincolato” né è riportato in pubblici registri. Si può, pertanto, decidere di eleggere, come proprio domicilio, il luogo di residenza o qualsiasi altro posto: non esiste alcun limite a riguardo.

Si pensi, ad esempio, a un contratto con la banca: il cliente potrebbe indicare, come proprio domicilio, lo studio del commercialista in modo che sia questi a controllare gli estratti conto, a verificare gli interessi del mutuo e a portarli in detrazione fiscale.

Allo stesso modo, nei rapporti con una controparte processuale, si può nominare come domicilio lo studio dell’avvocato in modo che l’ufficiale giudiziario consegni direttamente allo studio legale gli atti giudiziari e i provvedimenti del giudice.

Di solito, il domicilio è quindi la sede dei propri affari: può anche essere il proprio negozio, lo studio professionale, la sede dell’azienda, ecc.

Residenza prima casa

Diverse agevolazioni fiscali sono collegate al luogo di residenza. Tra tutte le più importanti sono:

  • il bonus prima casa: consente di ottenere, all’atto dell’acquisto di un immobile, un forte sconto sulle imposte (Iva al 4% anziché al 10% per gli acquisti da azienda; imposta di registro al 2% anziché al 9% per gli acquisti da privato). Il bonus prima casa, tra le altre cose, è subordinato alla fissazione della residenza – entro massimo 18 mesi dal rogito – presso il Comune ove si trova l’immobile acquistato. Non è necessario che la residenza si trovi proprio all’interno della nuova abitazione, ma ben potrebbe trovarsi in altra via; il che fa ritenere possibile l’acquisto di una prima casa con le agevolazioni da dare poi in affitto. Leggi la guida Agevolazioni come prima casa;
  • l’esenzione Imu: attualmente, non è previsto il pagamento dell’Imu sull’abitazione principale. Per non pagare l’imposta è necessario quindi: essere residenti all’interno dell’immobile in questione e abitarvi materialmente insieme alla propria famiglia (si deve quindi trattare della «abitazione principale»).

Residenza prima casa e domicilio diverso

Come abbiamo detto in apertura, il domicilio e la residenza non devono per forza coincidere con lo stesso luogo, svolgendo due funzioni completamente diverse. Quindi ben può una persona avere una residenza in un luogo e il domicilio in un altro.

Risultato: chi fissa la propria residenza in un luogo solo per fruire delle agevolazioni fiscali, non perde i benefici se, nello stesso momento o in un momento successivo, elegge come proprio domicilio un altro luogo. Il domicilio non influenza la residenza e, viceversa, la residenza non muta il domicilio di un soggetto.

Tanto per fare un esempio, una persona che, chiedendo un prestito ad una finanziaria, elegga come proprio domicilio un indirizzo differente dalla residenza (magari il proprio studio, il negozio, l’abitazione dei genitori) non perde alcuna delle agevolazioni fiscali di cui sta godendo in relazione all’abitazione principale in cui è residente.

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