Come previsto, anche alla luce della conferma arrivata da Eurostat sull’inflazione scesa a settembre all’1,7% il Consiglio direttivo della Bce ha deciso un nuovo taglio di 25 punti base dei tre tassi di interesse di riferimento. Ciò significa che i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con effetto dal prossimo 23 ottobre.
L’eurotower sottolinea in particolare, che «la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive».
La Bce – come già anticipato – «si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione». Confermato – per le prossime mosse – l’approccio «guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione», il tutto «senza vincolarsi a un particolare percorso».
Unc: ecco quanto si risparmia
La notizia viene ben accolta dall’Unione nazionale consumatori, che in una nota plaude la scelta e parla di un risparmio di quasi 20 euro al mese. «La Banca centrale europea ha abbassato i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale. Bene! Un’ottima notizia per chi ha un mutuo a tasso variabile o per chi sta per acquistare casa, oltre che per le finanze pubbliche, grazie all’abbassamento degli oneri sul debito pubblico», si legge nella nota Unc. «L’importante, però, è che l’inflazione continui a scendere, come attestano i dati di oggi di Eurostat, con l’inflazione che a settembre nell’Eurozona scende all’1,7% al 2,2% di agosto. Altrimenti la Bce dovrà tornare a una politica monetaria restrittiva, dovendo restare la frenata dei prezzi il loro faro guida» afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Secondo lo studio dell’associazione di consumatori, «la riduzione dei tassi di 25 punti percentuali, considerando l’ultimo Taeg comunicato da Bankitalia, 4,1 per cento, e l’importo e la durata media di un mutuo, corrisponde, nel caso vi fosse un non scontato pieno trasferimento sull’Euribor, a un calo della rata, per chi ha contratto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 18 euro al mese, 216 euro all’anno. Un risparmio che, considerato che in Italia i piani di ammortamento sono alla francese, va poi riducendosi man mano che il mutuo si avvicina alla sua scadenza e si paga quasi soltanto la quota capitale».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Ottobre 2024, 14:32
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