La Banca Centrale Europea non delude neanche a ottobre le attese di mercati ed economisti e taglia i tassi di interesse di 25 punti base per la terza volta nel 2024. In questo modo i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024. I nuovi livelli dei tassi sono relativi all’aggiustamento, iniziato già a settembre, al nuovo quadro operativo deciso lo scorso marzo. Gli analisti stimano adesso un’altra sforbiciata al costo del denaro a dicembre, sempre di 25 punti base.
La discesa dell’inflazione sostiene le mosse della Bce
«La decisione di ridurre il tasso scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria», spiega Francoforte. Le ultime informazioni sull’inflazione indicano, infatti, che il processo disinflazionistico è ben avviato. Secondo la Bce, inoltre, le prospettive di inflazione sono influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive.
Secondo i banchieri l’inflazione aumenterà nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resterà, invece, elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione.
La Bce si svincola da un percorso predefinito sui tassi
Come più volte sottolineato, Francoforte ha poi ribadito che «manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine». Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. «In particolare», ha concluso, «le decisioni sui tassi saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi». (riproduzione riservata)
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