Per Enrico Ferraris, avvocato esperto di tecnologia e privacy, “l’utilizzo di una ricerca libera per codice fiscale, consentendo a chiunque di conoscere l’esistenza di una pratica, potrebbe esporre gli utenti ad azioni malevole, quali campagne di phishing mirate. L’adozione di codici univoci, che solo la società può ricollegare all’identità dei clienti, potrebbe ridurre sensibilmente i rischi legati al trattamento dei dati personali”.
La spiegazione di Findomestic
La scelta dell’azienda era mossa da buone intenzioni, come spiega la stessa Findomestic a Wired, dicendo che “ha adottato questo sistema per facilitare l’esperienza utente in fase di on boarding*. Vale a dire: all’utente viene offerta la possibilità di monitorare lo stato della sua pratica di finanziamento senza necessariamente iscriversi all’area cliente, operazione che potrà decidere di svolgere successivamente*”.
E alle osservazioni su un rischio collegato alla sicurezza di quella funzione, Findomestic fa sapere che “la banca ha messo in atto una serie di misure all’avanguardia che consentono di tutelare la privacy e la sicurezza dei propri clienti. Naturalmente, questo è un tema estremamente sensibile per Findomestic che, in un contesto di forte evoluzione, anche da un punto di vista normativo, e di estrema attenzione alla privacy, continua ad aggiornarsi e ad investire per dotarsi di sistemi di sicurezza sempre più evoluti”. Tra le altre funzioni, l’azienda ha sul sito un link di allerta proprio sul phishing.
Quello di Findomestic, controllata dal gruppo Bnp Paribas, è un sistema su cui vorrebbero vederci chiaro gli esperti del Garante della privacy, come Wired ha potuto appurare. Anche perché il settore finanziario è uno dei più sensibili agli attacchi informatici (vale il 7% del totale monitorato da Clusit fino a giugno 2019)e il credito al consumo continua a crescere in Italia.
Per l’associazione del settore, Assofin, nei primi nove mesi dell’anno il valore erogato è cresciuto del 6,3% rispetto al 2018 e le operazioni sono aumentate dell’11,1%. E Findomestic è un attore di primo piano in questo mercato. L’azienda non ha fornito a Wired i dati richiesti in merito agli impieghi, ma come emerge dal rapporto 2018 di Assofin, la banca fiorentina è la terza in Italia per numero di prestiti erogati nel 2018: 295.247, dietro Compass e Intesa Sanpaolo. Ma raggiunge il gradino più alto del podio se si misurano i volumi prestiti: 5,1 miliardi di euro, più di un quinto del totale in Italia.
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