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I lavori di ristrutturazione riguardanti l’edificio che un tempo ospitava l’ospedale di Castellamonte stanno per entrare nel vivo: da martedì 30 luglio prende il via la fase più impegnativa.

Una settimana prima l’amministrazione comunale ha voluto fare il punto della situazione in presenza del vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo, della consigliera delegata Sonia Cambursano, dei dirigenti degli uffici comunali coinvolti, dei progettisti e del responsabile della ditta che ha vinto l’appalto. L’appuntamento con i giornalisti era nel cortile e l’intenzione del sindaco era quella di far visitare il cantiere: per motivi di sicurezza non è stato possibile ma l’area interessata dai lavori preliminari è visibile anche dall’esterno, attraverso le sbarre della recinzione.

La presentazione dei lavori

Finora – ha spiegato il geometra Franco Petruzzi dell’impresa Fiammengo – i cittadini di Castellamonte non hanno avuto occasione di notare un gran fervore di attività: abbiamo preso possesso dell’area e demolito un basso fabbricato. Dal 30 luglio avrà inizio la fase più impegnativa. Ci stiamo organizzando con le ditte dei subappalti per l’arrivo delle maestranze mentre con il vicesindaco Medaglia e con la Polizia Municipale ci siamo confrontati e coordinati rispetto alla chiusura delle strade ed all’occupazione del suolo pubblico per cercare di creare il minor disagio possibile”.

Tanto Mazza che la Cambursano hanno sottolineato come l’inserimento dell’ex-ospedale tra le opere finanziate dal PNRR  sia merito delle scelte operate dalla Città Metropolitana di Torino: “Non era scontato -ha detto il sindaco di Castellamonte – che Lo Russo fosse così magnanimo nei confronti del territorio”.

“In controtendenza rispetto alla situazione nazionale – ha aggiunto Sonia Cambursano  –  la nostra Città Metropolitana ha deciso di dividere i fondi equamente fra capoluogo e territori, puntando sulla coesione sociale. Nell’affrontare i problemi creati dai continui aumenti dei prezzi sono stati preziosi i dipendenti che si occupano del PNRR: il loro contributo è stato fondamentale”. 

 “Due anni fa – ha sottolineato Suppo – quando il governo decise di assegnare queste risorse alle Città Metropolitane, scegliemmo di non destinarle soltanto alle grandi aree urbane. E oggi siamo qui ad inaugurare uno dei tanti cantieri che riguardano tanto la riqualificazione che la coesione sociale. Non dimentichiamoci però le grandi difficoltà che abbiamo dovuto affrontare: dopo la pandemia, il caro-materiali ed il caro energia. Si dà tutto per scontato ma è stato davvero difficile far quadrare le cose dal punto di vista economico quando ogni tre mesi dovevamo aggiornare i prezzi al rialzo. Tutti ci abbiamo messo del nostro: noi, il governo, il Comune, le ditte che hanno fatto i salti mortali”.

Per i progettisti: “E’ una sfida stimolante”

Il sindaco Mazza ha spiegato a grandi linee come verrà utilizzato l’edificio dell’ex-ospedale, destinato ad una pluralità di funzioni. “Potremo sistemare degnamente la Biblioteca- che raddoppierà i suoi spazi – e valorizzare la Collezione Roveri. Al primo piano troverà posto anche l’Archivio Comunale, che non avevamo. Ci sarà il Centro Culturale <Costantino Nigra> e all’ultimo piano nascerà la <Casa delle Associazioni>: ne abbiamo 60 e molte di esse non hanno una sede ma sono loro che ci sostengono quotidianamente! Al pianterreno c’era e ci sarà una saletta per conferenze. Verrà riaperto il Centro Anziani e creato un Centro di Aggregazione Giovanile. Infine il nostro fiore all’occhiello: nascerà un  centro di ceramico-terapia, grazie ad una serie di accordi con i nostri ceramisti, che già gestivano uno spazio a pianterreno”.

Il delegato alle Politiche Sociali Alessandro Musso ha preannunciato un’altra iniziativa importante, che verrà realizzata in collaborazione con l’ASL To 4: “Un progetto di appartamento (in futuro un gruppo di appartamenti)  per l’autismo. Non tutti lo sanno ma il nostro ospedale possiede un Centro di eccellenza per la Diagnosi ed il Trattamento dello Spettro Autistico in Età Pediatrica. Non ha però al momento una struttura per gestire e seguire questi pazienti: la collocheremo qui. Si tratta di un’iniziativa mai attuata prima in Canavese e risponde ad una grande necessità”.

I lavori dureranno fino all’inizio del 2026 e vedranno un investimento di 3.800.000 euro provenienti dai fondi del PNRR.

Progettare ed organizzare la ristrutturazione dell’ex-ospedale è stato un lavoro impegnativo ma nello stesso tempo molto interessante.  Lo spiegano gli ingegneri Massimiliano Carrara e Paolo Sassi, titolari dello Studio 12, capogruppo della progettazione.

Quali le difficoltà?

Si trattava di operare in un contesto storico, su un edificio non in buone condizioni e dagli utilizzi variegati, avendo a che fare con i vincoli posti dalla Soprintendenza. Dal punto di vista professionale è stata una bella sfida”.

Il complesso – spiega Carrara – risale al XVIII secolo ma ha subito ampliamenti e modifiche, soprattutto con la trasformazione in ospedale. Si trattava di provvedere all’adeguamento sismico, al rifacimento delle coperture e a quello di tutti gli impianti tenendo conto delle prescrizioni poste dalla Soprintendenza.

Alcuni elementi lignei della copertura (che dovevamo conservare) erano davvero molto malandati e si è resa necessaria una messa in sicurezza che consentisse l’esecuzione dei lavori. Nei serramenti che, sempre per volontà della Soprintendenza, abbiamo dovuto preservare, era stata rilevata la presenza di amianto ed anche in questo caso la messa in sicurezza ha comportato un aumento dei costi. Poi ci sono i dispositivi antincendio: Biblioteca ed Archivio sono collegati ma allo stesso tempo suddivisi in comparti con porte tagliafuoco e trattamento delle murature. Ci saranno rilevatori capaci di segnalare inizi d’incendio ovunque e con segnali inviabili attraverso telefonini e computer. Per rispondere ai criteri di efficienza energetica, abbiamo inserito una quota di fotovoltaico anche se non garantisce l’autosufficienza. Nel complesso, una bella sfida”.

 



 

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