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La Legge di bilancio 2019 aveva istituito il Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things con una dotazione di 45 milioni di euro.

Il Decreto interministeriale del 6 dicembre 2021, a firma congiunta di MISE e MEF, aveva stabilito le modalità di utilizzo delle risorse e, finalmente, il Decreto ministeriale MISE del 24 giugno 2022 ha reso operativa la misura agevolativa.

Da giorno 21 settembre 2022 alle ore 10.00, attraverso il sito Infratel Italia (www.infratelitalia.it), sarà possibile presentare le domande di agevolazione

Mentre dal 14 settembre 2022 è possibile accedere al sito per precompilare la domanda e caricare la documentazione necessaria.

ACCEDI QUI, alla sezione dedicata del sito MISE.

L’accesso alla piattaforma di compilazione avviene attraverso la pagina appfte.invitalia.it, previa autentificazione dell’utente tramite SPID, CNS o CIE (quelle che attualmente possono essere considerate le ordinarie modalità di accesso ai siti della Pubblica Amministrazione).

È inoltre possibile scaricare la modulistica dal sito di Infratel Italia, attraverso la pagina www.infratelitalia.it/piani-nazionali-e-regionali/intelligenza-artificiale-blockchain-e-internet-of-things.

Il Fondo finanzia fondamentalmente tre linee di investimento, direttamente collegate al Piano Transizione 4.0, rappresentativo dell’attuale indirizzo di politica industriale nazionale, con l’obiettivo di incentivare lo sviluppo di tecnologie e applicazioni negli ambiti:

  • intelligenza artificiale;
  • blockchain;
  • internet of things.

Con ogni probabilità, tra i tre settori, quello della blockchain attirerà maggiormente l’interesse degli operatori economici: la blockchain infatti, basata sul database distribuito, e resa famosa dalle criptovalute come i bitcoin, oggi costituisce una tecnologia matura e affidabile che può essere applicata ai più diversi settori dell’economia.

Il fondo si muove proprio verso al diversificazione, prevedendo il finanziamento di progetti di sviluppo tecnologico nei seguenti settori strategici:

  • industria e manifatturiero;
  • sistema educativo;
  • agroalimentare;
  • salute;
  • ambiente e infrastrutture;
  • cultura e turismo;
  • logistica e mobilità;
  • sicurezza e tecnologie dell’informazione;
  • aerospazio.

In considerazione della natura innovativa delle tecnologie adoperate, il Fondo finanzierà i progetti di investimento di importo non trascurabile, compreso tra 500 mila euro e 2 milioni di euro.

Le imprese che possono accedere agli incentivi sono, in linea generale, le PMI, da sole o in forma congiunta (fino a un massimo di cinque partecipanti), costituite sotto forma societaria che esercitano attività industriali di produzione di beni e servizi, agroindustriali, artigiane, di trasporto e di servizi alle imprese. Anche le grandi imprese possono accedere alla misura, ma solo con un progetto congiunto nel quale partecipa almeno una PMI. 

Gli ulteriori requisiti richiesti alle imprese, sono quelli comuni ad altri incentivi similari, non destinati a imprese in fase di start up, quali: l’iscrizione al Registro delle imprese, non trovarsi in liquidazione o in stato di difficoltà, essere in contabilità ordinaria da almeno due esercizi, aver restituito le somme relative ad eventuali agevolazioni revocate, e simili.

Le spese ammissibili riguardano tendenzialmente l’intero processo di sviluppo, interessando il personale, la strumentazione e le attrezzature, i brevetti, le consulenze, le spese generali.

Una parte delle risorse saranno destinate alle imprese con sede in regioni del sud (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna), dove lo sviluppo industriale storicamente si muove con maggiore lentezza rispetto al resto del paese.

Sul sito internet del Ministero dello sviluppo Economico (www.mise.gov.it) sono disponibili maggiori informazioni sulla misura egevolativa e un elenco di risposte alle Domande frequenti (FAQ) dei contribuenti sui seguenti argomenti:

  • soggetti beneficiari;
  • progetti ammissibili;
  • agevolazioni concedibili;
  • modalità e termini di presentazione delle domande;
  • spese e costi ammissibili;
  • criteri di valutazione;
  • rendicontazione;
  • contatti.

In considerazione dei costi e del livello tecnologico che lo sviluppo di queste tecnologie richiede, relazionando il fatto alla relativa grandezza della maggior parte delle imprese italiane, il fatto che lo Stato cerchi di favorirne e sostenerne l’applicazione con un fondo apposito, costituisce più una necessità competitiva che una scelta.

Tuttavia la dotazione finanziaria di 45 milioni di euro potrebbe non essere sufficiente a sostenere un settore così tecnologicamente avanzato e competitivo, anche in considerazione del fatto che, nel tempo trascorso tra l’istituzione del Fondo e la sua messa a terra, lo sviluppo del settore, negli altri paesi, è molto progredito.

 

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