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Parte il risiko dei servicer. E ad avviarlo è doValue, per conto degli investitori Elliott e Tiber Investments, i quali hanno stipulato un accordo non vincolante  per una potenziale aggregazione con Gardant, sulla base del quale le negoziazioni procederanno da oggi in esclusiva, con l’obiettivo di finalizzare un accordo vincolante per la potenziale transazione.

Questo passo strategico si inserisce nell’ambito del processo di consolidamento e ridefinizione del settore della gestione di crediti non-performing, come delineato nel nostro nuovo Piano Aziendale 2024-2026 appena divulgato.

La transazione prevede potenzialmente l’acquisizione del 100% di Gardant e consentirebbe a doValue di rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento nella gestione degli Npe in Italia insieme a forti partner strategici. La transazione in negoziazione migliora il potenziale industriale e sinergico del nuovo gruppo con un’attesa di incremento del Cash Eps, della generazione di cassa e della solidità finanziaria, rafforzandone il bilancio. Inoltre, doValue sta pianificando il rifinanziamento di tutte o parte del debito emesso.

Si prevede che il nuovo gruppo raggiunga un rapporto posizione finanziaria netta/Ebitda ex Nri di circa 2,0x entro il 2025 grazie al profilo di crescita, alla generazione di cassa e all’aumento di capitale.

I pilastri e le condizioni chiave dell’accordo includono una componente in denaro e in azioni doValue da emettere a un premio significativo rispetto all’attuale prezzo delle azioni, in seguito al quale Eauk, Tiber o società collegate arriverebbero a detenere una quota del 20% circa nel capitale di doValue. A Eauk, Tiber o società collegate (come futuri azionisti) e agli attuali azionisti di riferimento di doValue sarà richiesto di supportare la transazione, ivi inclusa la sottoscrizione di un aumento di capitale con diritto d’opzione che sarà lanciato dalla società dopo il closing al fine di rafforzare la struttura di capitale nel contesto dell’acquisizione. Inoltre la finalizzazione dei termini per il finanziamento e l’underwriting dell’aumento di capitale, necessari alla transazione, con primarie controparti finanziarie. A tal proposito, la società ha ricevuto la disponibilità di una primaria banca d’affari, a specifici termini e condizioni, per l’underwriting dell’aumento di capitale.

Obiettivi e strategie di doValue

Si prevede che la potenziale aggregazione permetterà di accelerare la realizzazione del nuovo Business Plan 2024-2026 di doValue, rafforzando la sua leadership come operatore asset-light nel settore della gestione del credito in Italia. Si prevede che questa transazione creerà valore per gli azionisti di doValue, consolidando ulteriormente la forza e le prospettive del gruppo in Italia attraverso una base clienti più ampia e diversificata, un’offerta di servizi più completa in grado di generare anche ricavi non strettamente legati a crediti non-performing e un’esposizione al segmento Utp in rapida crescita.

La transazione in analisi è condizionata al raggiungimento di accordi vincolanti soddisfacenti tra le parti, oltre a tutte le autorizzazioni societarie e regolamentari necessarie. In seguito all’annuncio di oggi, doValue, Eauk e Tiber procederanno nelle negoziazioni con l’obiettivo di sottoscrivere prontamente un accordo definitivo. doValue fornirà ulteriori aggiornamenti sulla potenziale transazione in conformità con i requisiti di divulgazione del mercato applicabili.

Piano industriale

Quanto al resto del piano, le linee guida sono il miglioramento di redditività e flussi di cassa con sforzi maggiori su diversificazione, innovazione ed efficienza che permettano di beneficiare di uno scenario di mercato favorevole. Le passate condizioni di mercato, spiega il comunicato, riflettono uno scenario temporaneo di ‘tempesta perfetta’, con le banche che hanno raggiunto una generazione di capitale record e una bassa creazione di Npe con i servicer in sofferenza a causa di afflussi limitati e del calo dei prezzi immobiliari in Italia. Nonostante questa situazione difficile, doValue ha offerto una performance resiliente nel 2022 e nel 2023.

doValue è ora in grado di “cogliere il favorevole scenario di mercato”: crescita prevista dei tassi di default; sviluppi normativi favorevoli; pipeline di 42 miliardi di euro in Grecia, Italia e Spagna nei prossimi 18 mesi; opportunità nei settori adiacenti per i servizi a valore aggiunto.

Per il 2024 dunque focus su investimenti e trasformazione, con 45 milioni di costi one-off indirizzati all’ottenimento di 25 milioni di riduzione di costi nel periodo 2024-2026, oltre al progetto doTransformation in corso che terminerà quest’anno.

Gli obiettivi finanziari al 2026 prevedono il raggiungimento di ricavi lordi tra 480 e 490 milioni (488 milioni la stima del consenso), di cui il 35-40% non npl; un gross book value di 110 miliardi, con un tasso di raccolta di circa il 5,5%; ebitda ex-Nri tra 185 e 195 milioni (188 milioni la stima del consenso), con un margine ebitda del 39%; un gross book value a 110 miliardi rispetto ai 113 miliardi stimati dal consenso, un flusso di cassa operativo ex-Nri nell’intervallo 140-150 milioni con una leva finanziaria tra 2,1 e 2,3 volte; una politica dei dividendi con nessuna distribuzione nel 2024 e 0,15 euro per azione nel 2025 a condizione che la leva finanziaria sia sotto 2,5 volte nel 2024 e 0,25 euro per azione nel 2026 (0,23 la stima del consenso) a condizione che la leva finanziaria sia sotto 2,5 volte nel 2025; un solido e crescente flusso di cassa operativo che possa generare un robusto free cash flow per il debito e l’equity nel periodo 2024-2026, riducendo la leva finanziaria e creando le condizioni per rifinanziare le prossime scadenze del debito.

Per il periodo successivo al 2026 la società punta a una crescita solida e sostenibile e alla generazione di flussi di cassa, con ricavi oltre 500 milioni, un ebitda oltre 200 milioni, un flusso di cassa operativo oltre 150 milioni e una leva finanziaria sotto 2 volte.

Nel 2023 utile in netto calo a 1,8 milioni

DoValue ha chiuso l’esercizio 2023 con 485,7 milioni di ricavi lordi, in calo del 13% rispetto al 2022, l’ebitda ex Nri è sceso dell’11,4% a 178,7 milioni, in linea comunque con la guidance, registrando un margine stabile al 37,2%. Il gross book value si è attestato a 116,4 miliardi, in calo del 3,4% rispetto ai 120,5 miliardi registrati alla fine del 2022. Con una vita media residua superiore a 15 anni, il gross book value posiziona doValue in modo da beneficiare di un flusso di entrate prevedibile derivante da contratti a lungo termine con oltre 100 soggetti giuridici.

L’esercizio 2023 è terminato con un utile netto ex Nri pari a 1,8 milioni, in netto calo dai 50,6 milioni del 2022, a causa di un adeguamento del valore di alcune voci contabili e di un ebitda inferiore. Per preservare la flessibilità e la solidità finanziaria in un ambiente più volatile, il cda ha deciso di non proporre alcuna distribuzione di dividendi nel 2024.

Quanto allo stato patrimoniale, il gruppo ritiene di avere una “struttura conservativa con moderata leva finanziaria e nessuna necessità di rifinanziamento prima del 2025”. Al 31 dicembre del 2023 il debito netto è aumentato a 475,7 milioni contro i 429,9 milioni a fine 2022 e la leva finanziaria a 2,7 volte dalle 2,1 volte al 31 dicembre 2022. Solida la liquidità, pari a 112,4 milioni, e 107 milioni di linee di credito non utilizzate. Il capex è stato di 21,4 milioni e i flussi di cassa operativi pari a 79,2 milioni, simili ai valori del 2022.

Il gruppo ha inoltre registrato una rettifica di alcuni valori di attività immateriali (in particolare, il marchio, il contratto, e l’avviamento) e imposte differite attive legati alle sue attività nella regione iberia. Queste rettifiche, ha assicurato, non hanno alcun impatto sulla liquidità. L’impatto complessivo negativo non monetario delle rettifiche contabili sul risultato netto per l’intero anno 2023 è di 39,2 milioni.

Guardando al futuro, doValue prevede una pipeline di mandati di servicing a breve e medio termine nei mercati in cui è presente pari a 40 miliardi, ritiene di essere «strutturata ed economicamente solida per poter sfruttare l’attuale scenario e porre le basi per nuovi percorsi di crescita». Il 2024 «sarà un anno di trasformazione, razionalizzazione dei costi e investimenti e getterà le basi a sostegno della crescita nel 2025 e nel 2026».

Gardant, un po’ di storia

Gardant vanta un’offerta completa di servizi per la gestione del credito lungo l’intero ciclo del valore, concentrata in Italia, con circa 40 miliardi di euro di attivi in gestione (di cui circa 20 miliardi di euro di attivi gestiti tramite special servicing) e circa 500 milioni di euro di fondi in gestione attraverso la sua società di gestione del risparmio dedicata ad alternative assets, Gardant Investor Sgr.

Attraverso la sua divisione DataGardant, Gardant è stata inoltre pioniere nello sviluppo di strumenti proprietari e incentrati sui dati per l’ottimizzazione del proprio portafoglio in gestione. Negli ultimi cinque anni, Gardant ha conseguito una crescita significativa, sia organica che attraverso partnership strategiche, incluse joint-venture di lungo termine di 10 anni con Banco Bpm (operativa da maggio 2019) e Bper Banca (operativa da gennaio 2024) per la gestione, anche tramite accordi di forward flow, di crediti non-performing, inclusi quelli classificati come Unlikely to Pay (Utps) e Non-Performing Loans (Npls) e altri servizi a valore aggiunto.



 

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