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Dopo Unicredit, anche Intesa Sanpaolo incassa il suo “bonus Bce”. Grazie ai tassi che salgono, anche la più grande banca italiana chiude i primi sei mesi dell’anno con utili record. I profitti hanno raggiunto i 4,2 miliardi, quasi il doppio rispetto all’anno prima e più di quanto si attendessero gli analisti. Nel solo secondo trimestre i profitti sono stati pari a 2,27 miliardi, rispetto a 1,96 miliardi dello stesso periodo del 2022. Vediamo da dove arrivano questi guadagni. Non dai proventi da commissioni, scesi anzi da 4,5 a 4,3 miliardi. Non dalle attività di trading, con incassi precipitati di 992 milioni. Non dai costi, saliti da 5,1 a 5,2 miliardi. Viene quasi tutto dal margine di interesse, ossia la differenza tra quello che la banca fa pagare ai suoi debitori e quello che lei paga ai depositanti. Per effetto dei rialzi dei tassi decisi dalla Bce, le rate di mutui e prestiti sono rapidamente salite mentre gli interessi per i depositanti sono rimasti al palo (nonostante le sollecitazioni della banca centrale). Così gli incassi da questa voce sono saliti da 4 a 6,8 miliardi di euro. Sull’utile finale ha inciso anche la riduzione delle rettifiche sui crediti malati, passate da 1,4 miliardi a 556 milioni.

Il gruppo prevede di chiudere l’intero 2023 con profitti “ben oltre 7 miliardi di euro” e un dividendo non inferiore a 2,4 miliardi. Intesa Sanpaolo ha “conseguito il miglior semestre di sempre, investendo significativamente in tecnologia per continuare ad avere successo in futuro”, ha detto l’amministratore delegato Carlo Messina. “Siamo una Banca Zero-Npl (non performing loan, ndr) – ha aggiunto – con flussi di crediti deteriorati ai minimi storici, da cui deriva il costo del rischio più basso di sempre. Nel primo semestre abbiamo già maturato tre miliardi di dividendi, di cui minimo 2,45 miliardi da pagare a novembre come interim dividend”. Il manager ha poi spiegato che “I risultati solidi e positivi dei primi sei mesi dell’anno ci consentono di aumentare la previsione di un utile netto 2023 ben superiore a 7 miliardi di euro. Quest’anno – ha aggiunto – potremo distribuire ai nostri azionisti 5,8 miliardi considerati: il dividendo di maggio, la seconda tranche del buy back, e l’acconto dividendo di novembre”.

 

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