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Sono in tutto tredici le aziende i cui progetti di investimento saranno presentati questa mattina in Prefettura a Brindisi durante la riunione del Comitato di coordinamento per la riconversione della centrale a carbone di Cerano, alla presenza tra gli altri del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

L’industria oltre il carbone

Il focus dell’incontro riguarderà il rilancio delle attività imprenditoriali, la salvaguardia dei livelli occupazionali e il sostegno dei programmi di investimento e sviluppo economico nelle aree industriali di Brindisi. L’ordine del giorno, definito dal ministero e dalla Regione Puglia, prevede l’opportunità per tredici imprese interessate di presentare dei progetti di investimento direttamente al Comitato, evidenziando le relative ricadute occupazionali – sia dirette che indirette -, i tempi di realizzazione e anche i connessi fabbisogni in termini di supporto e di autorizzazioni necessarie per poter realizzare gli investimenti.

La filiera delle rinnovabili

Si comincia da Nadara, gruppo nato dalla fusione tra Renantis e Ventient Energy, che opera nel settore delle energie rinnovabili. L’idea industriale, in questo caso, è divisa in interventi: il primo riguarda l’attività industriale metalmeccanica, da realizzarsi presso due distinti impianti produttivi, uno a Brindisi e l’altro a Taranto, per la costruzione delle grandi basi, dei tralicci metallici e delle navicelle per la realizzazione delle strutture per eolico galleggiante. Il secondo riguarda la realizzazione e la manutenzione di due parchi eolici galleggianti in Puglia, a una distanza compresa tra i 10 e i 21 chilometri dalla costa. Poi c’è Scandiuzzi, azienda già presente a Brindisi da anni. L’obiettivo è la creazione di un polo industriale per grandi carpenterie legate all’eolico offshore. Un investimento che, nella sua prima fase, dovrebbe valere circa dieci milioni di euro e richiedere una cinquantina di posti di lavoro (a tempo indeterminato), alcuni dei quali con specializzazioni professionali che oggi non sono presenti sul territorio. Fincosit, grande impresa specializzata nell’ingegneria civile, dovrebbe invece realizzare cassoni in calcestruzzo e infrastrutture utili alle attività in banchina a supporto del progetto Nadara per la realizzazione del parco eolico offshore. Act Blade, nome noto da tempo, è la startup avviata in collaborazione con Enel Green Power per lo sviluppo di pale eoliche innovative, che intende realizzare a Brindisi un impianto produttivo e che, a quanto pare, dopo qualche traversia, sarebbe ormai vicina alla firma dell’accordo con Invitalia per il finanziamento della produzione di dieci prototipi delle sue pale eoliche.

Economia circolare e accumulo

Altro progetto, dal valore di circa 4 milioni di euro, prevede la realizzazione da parte di Green Thesis di un impianto per il riciclo del materiale, in particolare vetroresina, proveniente dalle pale eoliche a fine vita. Impianto che occuperebbe una dozzina di persone. Ci sarà anche Cbm Spa, grande impresa operante nel campo dell’automotive. L’obiettivo dell’investimento è quello di convertire mezzi pesanti da trasporto (autobus, pullman per trasporto cittadino o aeroportuale, furgoni) dalla motorizzazione endotermica a quella elettrica. In particolare, la società vorrebbe realizzare a Brindisi uno stabilimento per la conversione dei mezzi di grande diffusione Daily Iveco, per il trasporto di merci e di persone. Anche la manutenzione dei mezzi convertiti verrebbe assicurata nello stabilimento di Brindisi. Da tempo si parla dei progetti di investimento di Renesys Energy Inc, società americana, partecipata da Widech Spa, che ha avviato in Italia un programma per la produzione di celle per batterie agli ioni. L’idea dell’azienda è quella di realizzare quattro impianti, integrati tra loro, in tutta Italia. È già partito l’investimento in Friuli Venezia Giulia, seguiranno quelli in Molise, Sicilia e Puglia. Brindisi, a quanto pare, è ritenuta l’area ideale per la realizzazione dello stabilimento pugliese. Poi c’è Eemaxx, grande impresa specializzata nella componentistica per la produzione di energia da fonti rinnovabili e impianti per l’idrogeno. Il progetto di investimento, in questo caso, riguarda la realizzazione di una piccola fabbrica di elettrolizzatori, in partnership con un soggetto estero specializzato nella progettazione e realizzazione di batterie. Una fabbrica che ha come obiettivo quello di alimentare le “hydrogen valley” in via di realizzazione in Italia e, in particolare, in Puglia. Non solo. L’azienda prevede anche, infatti, di realizzare un impianto per la produzione di idrogeno verde dalla potenza di 10 megawatt.

Metalmeccanica e fonti green per le ferrovie

Tra gli investitori presenti oggi in Prefettura ci sarà anche 2G Group Spa, impresa metalmeccanica già operante a Taranto, che si occupa di progettazione di prodotti industriali metallici; studio e realizzazione di prototipi e impianti industriali automatizzati; lavorazione di carpenterie metalliche; lavorazione e realizzazione di impianti industriali. L’obiettivo dell’investimento a Brindisi è quello di realizzare un impianto per la lavorazione di tubi metallici con alta occupazione di saldatori specializzati. Il progetto prevede anche la costituzione di una scuola di formazione per saldatori, sempre a Brindisi. Rispunta, poi, il progetto presentato nei mesi scorsi dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che riguarda un impianto di assemblaggio di pannelli fotovoltaici per conto di Rfi. Ad occuparsene sarà la Cisa Spa, azienda che opera nel campo del trattamento dei rifiuti ma anche della produzione di energia da fonti rinnovabili.

La logistica portuale

Gli ultimi tre investimenti, infine, riguardano la logistica portuale. Si comincia da Grimaldi, grande gruppo multinazionale che intende realizzare un polo logistico auto e Ro-ro ma eventualmente anche passeggeri nelle aree della Zona franca doganale di Enel Logistics, a quanto pare anche utilizzando la banchina oggi in concessione ad Enel. L’infrastruttura sarà caratterizzata da piazzali e strutture a supporto delle attività di gestione auto (pre-delivery inspection, autolavaggio, officina e quant’altro). Un investimento da 30 milioni di euro che dovrebbe portare all’assunzione di circa 120 persone. Con una possibile seconda fase, da ulteriori 30 milioni di euro e 120 posti di lavoro, che prevederebbe l’ampliamento verso l’area di Cerano. Sempre sul medesimo fronte, ci sarà Ars Altmann, leader europea per la logistica automotive intermodale. L’obiettivo è quello di realizzare, sempre all’interno della Zona franca doganale, un terminal automotive integrato di circa 19 ettari per operazioni di import/export, pre-delivery inspection, set-up auto, ricondizionamento, micro-logistica. Prevista inoltre la realizzazione di un impianto fotovoltaico di circa 20 megawatt sulle pensiline auto. Infine, Vimit, società attiva nel settore dell’importazione e distribuzione di prodotti legati alla produzione di energie rinnovabili. L’azienda intende sviluppare un polo di logistica distributiva e assemblaggio di accumulo “Bess” (Battery energy storage system), in una porzione da tre ettari della Zona franca doganale.

La posizione di Enel

Per quanto riguarda gli investimenti diretti da parte di Enel, che riguardano solo ed esclusivamente il suo core business, ovvero produzione e accumulo di energia, restano in programma per il sito di Cerano due parchi fotovoltaici, uno dei quali collegato ad un sistema di accumulo di tipo “Bess”, ed un piccolo impianto di produzione di idrogeno verde collegato ad un impianto eolico. In tutti gli incontri sulla decarbonizzazione, alla presenza del ministero e della Regione, la società ha sempre ribadito di non voler fuggire da Brindisi ma di puntare solo sul suo core business, provando contemporaneamente a fare da aggregatore per progetti di investimento da parte di terzi.



 

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