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L’edilizia in Italia sta imboccando la strada della sostenibilità, e la direttiva UE sulle case green si inserisce in un percorso virtuoso che dev’essere perseguito anche con degli incentivi pubblici. Purché non si tratti di una replica del devastante Superbonus. Questi alcuni degli spunti emersi dall’intervista concessa ai nostri microfoni da Antonio Paccione, Presidente di Green Tech Industry e Salvatore Matarrese, Presidente di Distretto Edilizia Sostenibile Puglia.

La sfida economica per l’Italia

Secondo una recente ricerca del Politecnico di Milano, l’efficientamento energetico del mattone in Italia rappresenta una sfida economica notevole per i cittadini e per il Paese, quantificabile in un investimento da 180 miliardi di euro entro il 2030, anno in cui Bruxelles farà scattare i vincoli sul consumo di energia da parte degli edifici. “Servirà sicuramente un supporto dello Stato, che non sia però una replica della devastante misura del Superbonus – ha esordito Matarrese – Se solo quelle somme fossero state investite in maniera più puntuale noi potremmo aver avuto una sostituzione edilizia in termini di maggiore sostenibilità e di maggiore utilizzo di materiali naturali. Secondo me lo Stato dovrebbe fare la sua parte nel ridurre gli sprechi più che nel dare i soldi, andando a favorire con incentivi i lavori di efficientamento. Per i cittadini, si potrebbe pensare a una riduzione delle tasse sulla casa in maniera tale da favorire un volano di crescita: è statisticamente dimostrato che l’innovazione unita agli incentivi dia ottimi risultati. Siccome credo che lo Stato non possa permettersi di mettere ulteriori risorse come ha fatto in senso materiale, si potrebbero usare incentivi indiretti per agevolare appunto quei cittadini che hanno la voglia e l’interesse di dare un contributo a migliorare la vita di tutti andando a ridurre le emissioni in atmosfera. E per i costruttori, soprattutto sul nuovo, con degli incentivi volumetrici o con una riduzione degli oneri legati alla costruzione”.

Il percorso virtuoso dell’edilizia

“Questa normativa si introduce in un percorso che era stato già avviato in Italia e ha visto la Puglia anche protagonista sulla sostenibilità degli edifici, e soprattutto sulla riduzione drastica delle emissioni in atmosfera – ha spiegato il Presidente di Distretto Edilizia Sostenibile Puglia – Noi abbiamo non solo imprenditori capaci di realizzare edifici a risparmio energetico, ma abbiamo delle esperienze di edifici che, all’interno della loro costruzione, utilizzano materiali da economia circolare come la canapa piuttosto che la paglia di riso. Usare scarti di alcune filiere di produzione e inserirli nell’ambito di un riutilizzo di materiali naturali che evitano l’utilizzo di sostanze di natura chimica, produce anche un comfort interno migliore e una maggiore salubrità dell’abitazione. Tutto questo significa che sta davvero nascendo un’edilizia virtuosa e la direttiva Case Green non può che dare effetti positivi. Lo sforzo prossimo secondo me è proprio quello di andare a ridurre le emissioni in atmosfera dei produttori di materiale edili, questo agevolerà molto l’utilizzo dei materiali naturali”.

Il ruolo di Green Tech Industry

Poi, Antonio Paccione ha raccontato l’evoluzione di Green Tech Industry nel settore: “Noi nasciamo con l’obiettivo di realizzare pannelli termoisolanti derivanti da materiali naturali, quindi mettendo in moto l’economia circolare, prendendo appunto uno scarto di una filiera e riutilizzandolo nell’edilizia. Con gli altri miei soci, abbiamo costituito questa startup innovativa e abbiamo brevettato dei pannelli termoisolanti derivanti da materie prime come paglia di riso e fibre, sempre della filiera del riciclo. Il nostro auspicio è che tutto il settore edilizio vada in questa direzione cioè ovvero che oltre l’innovazione c’è anche la sostenibilità, perché secondo il mio punto di vista innovazione e sostenibilità vanno dipari passo. Tutti, sia l’impresa edilizia sia i cittadini, dovrebbero avere un uno stimolo in più a utilizzare materiali naturali rispetto ai prodotti petrolchimici, in quanto dagli studi condotti per la direttiva attuata di recente è emerso come il 40% delle emissioni di CO2 derivi dal settore edilizio. Quindi l’auspicio è anche che l’UE finanzi con vari fondi di investimento l’efficientamento degli immobili, perché in Italia la maggior parte degli edifici rientra nella classe energetica G, ossia lo standard peggiore per l’efficienza energetica, quindi c’è molto da fare”.

Insomma, la normativa Case green rappresenta una sfida epocale per il settore edilizio e l’intero Paese. “Quello delle Case green è un impegno per tutti – ha concluso il Presidente di Green Tech Industry – I cittadini e le istituzioni, che devono garantire anche un adeguato sostegno finanziario mettendo a disposizione strumenti efficaci per il miglioramento delle classi energetiche di edifici residenziali e pubblici. Inoltre bisogna far sì che anche le persone più vulnerabili possano efficientare le loro abitazioni tramite finanziamenti pubblici ad hoc. Perché innovare il sistema dell’edilizia fa bene sia al pianeta che alla nostra salute”.

 

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