Ma davvero la cosiddetta pace fiscale piace agli italiani? La vulgata è che i provvedimenti disaldo e stralcio dei debiti con il fisco proposti dal vicepremier Matteo Salvini siano largamente condivisi dall’elettorato e ovviamente in primo luogo da quei cittadini che votano convintamente per i partiti del centro destra. La pace fiscale come le tante moratorie pro-balneari, insomma. Non è così, almeno a dar retta a un sondaggio realizzato dalla Swg nei giorni scorsi (campione rappresentativo nazionale di 800 soggetti maggiorenni, metodo Cawi, 19-21 luglio).
L’effetto boomerang
È del tutto d’accordo, infatti, soltanto il 16% degli intervistati contro un 31% in totale disaccordo. La maggioranza relativa, il 42%, è d’accordo in parte, vuole togliere sanzioni e interessi ma sostiene che il debito con il fisco deve essere saldato per intero. La pensa così anche il 56% degli elettori di centro destra. Ed è una novità che merita di essere sottolineata. Anche perché viene ribadita da un altro giudizio collettivo: il 57% dei cittadini considera la «pace fiscale» più un incentivo a evadere le tasse che un vantaggio in termini di entrate fiscali dello Stato (giudizio fatto proprio dal 40% degli intervistati).
Benefici ai «furbetti»
Ma alla fin fine chi beneficerebbe di un provvedimento come quello ipotizzato da Salvini nella sua ininterrotta campagna «per distinguersi» da Giorgia Meloni? La risposta non piacerà al leader della Lega ma suona così: per il 37% i beneficiari sono in gran parte furbetti che evadono intenzionalmente il fisco. Idea condivisa anche da 27 elettori su 100 del centro destra. Soltanto il 22% del totale degli intervistati (e il 39% degli elettori di centro-destra) crede che ad avvantaggiarsene sarebbero persone in difficoltà economica.
I giudizi sull’Agenzia delle Entrate
A completare il lavoro condotto da Swg in materia di orientamenti politico-fiscali della popolazione italiana resta un ultimo quesito che riguarda. l’Agenzia delle Entrate e la sua immagine presso i contribuenti. Il 61% degli intervistati condivide un giudizio di scarsa flessibilità e la considera capace di rendere difficile la vita del contribuente. E l’indice sale al 77% se gli intervistati sono esclusivamente lavoratori autonomi. Il 52% condivide il giudizio apparentemente contrario: l’Agenzia dà un contributo importante nella lotta all’evasione fiscale e il nocciolo duro di quest’orientamento è composto dai pensionati ma vanta anche un 50% di autonomi.
Le misure anti-evasori
Per il 48% del campione le Entrate perseguitano i contribuenti mentre 45 intervistati su 100 credono che negli anni l’Agenzia sia diventata più efficace nel contrastare l’evasione. Erano possibili più risposte e quindi la somma supera quota 100.
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