In Italia, sempre più persone rischiano di trovarsi in una pesante situazione debitoria. Ecco la legge che corre in loro soccorso.
Essere in una condizione di indebitamento può creare grande prostrazione in chi deve farci fronte. Fortunatamente, nel nostro Paese, esistono anche degli strumenti per poter contrastare questo che può diventare un vero e proprio dramma. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla legge sul sovraindebitamento.
Del resto, la situazione economica che vive l’Italia è sotto gli occhi di tutti noi. E tutti noi sentiamo la crisi, chi più, chi meno. Ma ci sono persone che sentono maggiormente il peso di tutto ciò. E a poco, sono valsi, fin qui, i bonus e gli incentivi proposti dal Governo.
Moltissime persone, infatti, fanno fatica a usufruire dei consumi, che hanno costi sempre più elevati. Ma anche i beni di prima necessità e i generi alimentari hanno registrato aumenti e rincari. Purtroppo, per molte famiglie italiane, ma anche per molte imprese, la strada conduce verso l’indebitamento. Una situazione da monitorare e che si può affrontare anche con una legge ad hoc.
La salvezza della legge sul sovraindebitamento
La Legge sul Sovraindebitamento, riformata l’anno scorso, ha ampliato le sue disposizioni per consentire non solo agli imprenditori commerciali e ai professionisti, ma anche ai consumatori ordinari di liberarsi dai debiti eccessivi. Un sostegno cruciale per coloro che si trovano in difficoltà finanziarie significative, offrendo un percorso strutturato per affrontare e risolvere il sovraindebitamento.
Potremmo inserirla nel sistema del tanto vituperato welfare italiano che, però, riesce comunque a mitigare alcune situazioni di grande difficoltà e sofferenza.
Possono beneficiare della Legge sul Sovraindebitamento le seguenti categorie di persone: imprenditori commerciali, piccoli imprenditori non soggetti al fallimento, cittadini, soci di società di persone (come le Snc e le Sas), liberi professionisti, familiari dei sovraindebitati, inclusi i parenti entro il quarto grado e gli affini entro il secondo grado del debitore principale, qualora conviventi o in situazioni di debito comune coniugale o di unione civile.
Per accedere a questa misura, il debitore deve presentare una domanda al giudice del tribunale civile competente per territorio. L’istanza sarà dunque esaminata per capire se chi ha avanzato la richiesta ha i requisiti idonei. Se la valutazione è positiva, viene comunicato al debitore un preventivo dei costi della procedura, comprensivo del compenso del gestore della crisi.
Sarà poi il gestore della crisi nominato dal tribunale a esaminare la situazione nel dettaglio. Ovviamente, tutto questo passa anche dall’incontro con il soggetto sovraindebitato. Solo dopo verrà proposto un piano strutturato per risolvere la crisi finanziaria, che dovrà essere omologato dal giudice.
Una volta ottenuta l’omologa del piano, il debitore può procedere a pagare i propri debiti secondo le modalità e le tempistiche stabilite nel piano di soluzione della crisi. Questo permette un ritorno graduale alla stabilità finanziaria, mantenendo un equilibrio sostenibile nel tempo.
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