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Si rincorrono le anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2025, in attesa dell’approvazione da parte del governo del DDL di Bilancio. Dal taglio del cuneo fiscale alla riduzione delle aliquote IRPEF, quali saranno le misure che troveranno spazio nel testo?

Proseguono le anticipazioni sulle misure che saranno inserite nella Legge di Bilancio 2025 che deve essere approvata dal Parlamento entro la fine dell’anno.

Il Governo punterà a rinnovare la misura del taglio del cuneo fiscale, o per meglio dire contributivo. Il bonus dipendenti in busta paga potrebbe diventare strutturale.

La strada però è ancora lunga dato che non è ancora stato presentato il disegno di legge di Bilancio, che porrà le basi della prossima Manovra.

Intanto continuano a susseguirsi anche le novità in tema di concordato preventivo biennale, con la pubblicazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate che però non chiarisce tutti i dubbi.

Novità anche in tema di superbonus, con l’approvazione del provvedimento dell’Amministrazione finanziaria che stabilisce le modalità per presentare la domanda entro il 31 ottobre prossimo.

Un pieno di novità fiscali e del Lavoro anche nella settimana compresa tra il 16 e il 22 settembre 2024.

Taglio del cuneo e bonus dipendenti strutturali: le anticipazioni verso la Legge di Bilancio 2025

Si avvicina sempre di più la presentazione del disegno di legge di Bilancio, il testo che viene messo a punto dal governo e fornisce la base della discussione parlamentare sulla Manovra 2025, che deve essere approvata entro il 31 dicembre 2024.

Nell’attesa continuano a susseguirsi le anticipazioni relative alle misure che potranno essere inserite nel testo.

Il governo mira a riconfermare, anzi a rendere strutturale, il taglio del cuneo fiscale o per meglio dire contributivo.

Il bonus di 100 euro ha interessato un’ampia platea di lavoratori ed è costato 10 miliardi di euro. Lo stesso importo dovrà essere recuperato anche quest’anno per il rinnovo del bonus dipendenti con retribuzioni fino a 35.000 euro.

Ad anticipare il rinnovo è, in ultima battuta, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Intervenuto durante il festiva di Open ha sottolineato l’impegno del governo nella riproposizione della misura.

Un ulteriore impegno riguarda la conferma della riduzione delle tre aliquote IRPEF, anche in questo caso un intervento che non è strutturale.

Al netto di queste prime anticipazioni i contorni della Manovra sono ancora tutt’altro definiti. Iniziano a prendere forma ipotesi sulle pensioni ma rischiano di non riuscire a ritagliarsi sufficienti risorse economiche.

Sono allo studio anche nuovi interventi in tema di welfare aziendale e fringe benefit, con la volontà tra le altre cose di alzare il limite di questi ultimi. Anche in questo caso il dibattito è però ancora all’inizio, la strada da fare è la fine dell’anno continua ad avvicinarsi.

Concordato preventivo biennale: arriva la circolare dell’Agenzia delle Entrate ma restano i dubbi per l’adesione

Protagonista della settimana, già da un po’ di tempo, è il concordato preventivo biennale.

Il 17 settembre scorso l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare con le istruzioni operative relative al patto con il Fisco.

Tra le conferme c’è la scadenza per l’adesione fissata al 31 ottobre 2024. Il termine è considerato perentorio e non si applica la disposizione che considera valide le dichiarazioni dei redditi trasmesse entro 90 giorni.

Il documento si esprime poi su requisiti e condizioni di accesso specificando, tra le altre cose, che l’assenza di debiti di importo pari o superiore a 5.000 euro riguarda tutte le somme maturate al netto di quelle oggetto di:

  • sospensioni;
  • rateizzazioni;
  • definizioni agevolate.

Il governo spinge le partite IVA a utilizzare lo strumento. Nel corso dello Speciale Telefisco 2024, durante la tavola rotonda a cui ha partecipato il viceministro al MEF Maurizio Leo, lo stesso ha ricordato che in caso di mancata adesione i contribuenti saranno inseriti in liste selettive.

Non ci saranno effetti negativi per quanti hanno dichiarato correttamente i redditi e l’IVA, in caso contrario sarà alto il rischio di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Al netto di tutto, però, si riscontra un diffuso scetticismo nei confronti della misura. Si dovrà attendere la scadenza per sapere quanti sono i contribuenti che hanno scelto di aderire e se le entrate potranno fornire un po’ di ossigeno in vista della predisposizione delle misure da inserire nella Legge di Bilancio.

Contributo a fondo perduto superbonus 2024: quasi tutto pronto

Quasi tutto pronto per l’avvio delle domande per il contributo a fondo perduto per il superbonus, per i contribuenti con redditi bassi che hanno iniziato i lavori nel 2023 e hanno sostenuto spese tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024.

Dopo la pubblicazione del decreto del MEF sul portale del Dipartimento delle Finanze, l’Agenzia delle Entrate ha adottato il provvedimento che stabilisce le indicazioni per la presentazione delle domande.

L’Amministrazione finanziaria ha messo a disposizione, sul proprio portale, il modello per la presentazione delle istanze e le relative istruzioni per la compilazione.

Si deve però attendere l’operatività del servizio web da utilizzare per l’invio delle richieste di contributo a fondo perduto.

La scadenza resta fissata al 31 ottobre 2024 ed è comune al termine per il sostenimento delle spese.

Possono richiedere il contributo a fondo perduto i soggetti che rispettano i seguenti requsiti:

  • aver raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori di almeno il 60 per cento al 31 dicembre 2023;
  • avere un reddito fino a 15.000 euro nell’anno di imposta 2023;
  • aver sostenuto spese tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024.

L’obiettivo è quello di “coprire” almeno parte della riduzione dell’agevolazione, che per i condomini è passata dal 90 al 70 per cento a partire dallo scorso 1° gennaio 2024.

La platea di contribuenti interessata non sarà molto ampia ma si dovrà attendere un altro provvedimento dell’Agenzia delle Entrate per sapere se le domande saranno accolte e se ai richiedenti verrà riconosciuta l’agevolazione in forma piena.

 

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