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PORTOFERRAIO. È bastata la visita lampo della ministra Daniela Santanchè all’isola d’Elba per accendere la miccia del dibattito sul turismo e, in particolare, su come ottenere le risorse da impiegare per migliorare i servizi sul territorio. «Stiamo mettendo mano alla legge, consiglierei ai sindaci di applicare l’imposta di soggiorno». Èt voilà. Poche parole per riaccendere una discussione che, sull’isola, stava covando sotto la cenere. Con i sindaci, al momento, che stentano ad avere una visione unitaria sulla strategia da mettere in atto per il futuro.

Lo scenario

Sotto la lente c’è il meccanismo del contributo di sbarco, adottato sull’isola dieci anni fa, al quale è legata la nascita della Gestione associata del turismo, l’ente sovracomunale che gestisce le attività di promozione turistica sull’isola utilizzando una quota del gettito prelevato dai passeggeri che sbarcano dai traghetti. 5,50 euro a passeggero, per una somma complessiva di poco più di 4 milioni di euro, utilizzati per circa la metà dalla Gestione associata e per l’altra metà ripartita tra i sette Comuni con una quota maggiorata per i Comuni porto. All’epoca si scelse questa forma di tassazione e non l’imposta di soggiorno per garantire una ripartizione equa del gettito tra i Comuni, per non penalizzare chi sceglie l’Elba per soggiorni lunghi (il contributo di sbarco “colpisce” una sola volta anche i turisti “mordi e fuggi”) per non scaricare l’onere della tassazione alle strutture ricettive ufficiali, favorendo in questo modo le strutture del sommerso. Insomma tra contributo di sbarco e imposta di soggiorno le istituzioni elbane scelsero la prima via.

I tempi, tuttavia, cambiano. E le casse dei Comuni sono sempre più vuote, visto il taglio dei finanziamenti statali agli enti locali. È in questo contesto che l’invito della Santanchè è una tentazione, soprattutto per i Comuni elbani con più strutture ricettive che, in questo modo, potrebbero incassare cifre ben più cospicue. Non solo. In ballo c’è anche la Gestione associata del turismo, di cui il Comune di Capoliveri è capofila, e l’efficacia delle sue attività di promozione. Gli stessi Albergatori non hanno risparmiato critiche feroci all’operato dell’ente. Sullo sfondo c’è pure l’ipotesi di creare un nuovo soggetto pubblico-privato in grado di portare avanti le attività di promozione. Il punto, però, sta nelle risorse da utilizzare. Ed è per questo che il dibattito sulla tassa di scopo a questo punto è centrale.

La difesa di Montagna

La ministra Santanchè ha animato la discussione nel corso del forum del turismo, invitando i sindaci elbani a cogliere l’occasione del passaggio all’imposta di soggiorno. Il sindaco di Capoliveri Walter Montagna si è sentito tirato in ballo. Ha difeso pubblicamente il meccanismo del contributo di sbarco e, di conseguenza, le attività messe in campo in questi anni dalla Gat. «Scardinare questo sistema sarebbe un errore», ha detto. Poi è passato al contrattacco, proponendo una soluzione ibrida. «Potremmo confermare il contributo di sbarco e usare l’imposta di soggiorno per colmare il gap, riuscendo così ad ottenere un gettito superiore». Ad oggi, sia chiaro, questa soluzione non è tecnicamente fattibile, dal momento che tra il contributo di sbarco e l’imposta di soggiorno la scelta è obbligata. Ma la norma è in fase di revisione e lo scenario, quindi, può cambiare.

Le due Marciane

Nel corso del Forum del turismo il sindaco di Marciana Simone Barbi è intervenuto nella discussione e ha condiviso la linea “ibrida” proposta da Montagna. «Sarebbe sbagliato privare l’isola d’Elba della Gestione associata del turismo che assicura una voce unica tra i Comuni elbani». Condivisione della via “ibrida” anche dalla sindaca di Marciana Marina Gabriella Allori. Per il comune più piccolo per dimensioni e ricettività dell’intera isola un passaggio secco alla imposta di soggiorno sarebbe pesante. «Credo che la via indicata da Montagna potrebbe essere quella più giusta – spiega – confermare il contributo di sbarco e applicare la tassa di soggiorno per colmare il gap. E anche per me la Gestione associata è un patrimonio sovracomunale da difendere».

Nocentini più aperto

La posizione di Montagna, Allori e Barbi non è troppo diversa da quella del sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini che tuttavia, nel corso del forum del turismo, ha mostrato più entusiasmo per un eventuale passaggio all’imposta di soggiorno. «Sarà inevitabile – ha detto – anche per le scelte politiche del governo centrale, ripensare all’ipotesi di applicazione della tassa di soggiorno, facendo tutte le opportune valutazioni per evitare contraccolpi a tutte le componenti del territorio dell’isola. Si potrebbe anche pensare a una tassazione ibrida».

Lo strappo di Montauti

Chi invece assume una posizione più netta per un cambio di strategia è il sindaco di Campo nell’Elba Davide Montauti. «Credo che tutto questo discutere su tassa di sbarco o tassa di soggiorno sia un’ulteriore perdita di tempo – attacca – Se gli albergatori, come scritto nella loro relazione annuale ritengono che i progetti dedicati alla promozione del territorio della Gat, in questi anni, non abbiano raggiunto i risultati sperati credo che, a questo punto, la scelta migliore sia quella di scegliere la tassa di soggiorno così il singolo comune potrà gestirla in autonomia».

Papi: «Turisti, non limoni»

Il sindaco di Porto Azzurro Maurizio Papi è troppo esperto per cadere nel tranello della polemica tra sbarco e soggiorno, partecipando così a una corsa all’aumento. Per lui, la priorità è fare bene con le risorse che ci sono. «I turisti non sono limoni da spremere, credo che sia sbagliato in questa fase pensare ad aumentare il prelievo sui turisti – dice – è sotto gli occhi di tutti che la Gestione associata vada rivista. Una società o una fondazione che si occupi di promozione? Non so se è la scelta giusta, il controllo dovrebbe restare pubblico ma il rischio concreto è un aumento delle spese. Credo che l’obiettivo primario dovrebbe essere l’ottimizzazione di quello che c’è adesso, poi si può pensare a ottenere più risorse».

Corsini possibilista

Marco Corsini è il sindaco di Rio e di mestiere fa l’avvocato dello Stato. Le norme sono il suo pane quotidiano. La sua posizione è «possibilista» quando gli si chiede di una scelta tra contributo di sbarco e imposta di soggiorno. «Non ho tabù. Prima di tutto – spiega – occorre compiere questo ragionamento una volta che avremo in mano delle simulazioni affidabili delle ricadute in termini economici che si avrebbero con il passaggio all’imposta di soggiorno. Il pregio maggiore del contributo di sbarco è che non può essere eluso, di certo con l’imposta di soggiorno andrebbero trovati degli strumenti in grado di aggredire il sommerso. La ripartizione del gettito e la Gat? In questi anni i Comuni hanno compiuto delle scelte applicando delle convenzioni. Niente vieta che questo potrebbe accadere anche con l’imposta di soggiorno. I criteri adottati fino ad oggi potrebbero restare inalterati. Si tratta di discutere tra noi e prendere la scelta migliore». © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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