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Dalle auto alla mensa, dai buoni pasto al bonus carburante, è ampia la rosa di beni e servizi che rientrano nei fringe benefit 2024 erogati in busta paga. Vediamo i principali.

Auto aziendale

Tra i fringe benefit più diffusi c’è sicuramente l’auto aziendale, che viene concessa al dipendente “a uso promiscuo”, cioè sia per svolgere l’attività lavorativa che per uso personale. Per stabilire il valore del fringe benefit per le auto aziendali bisogna fare riferimento alle tabelle ACI 2024, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 298 del 22/12/2023.
Contributi e tasse vengono calcolati su un “valore convenzionale”, secondo uno schema preciso. Innanzitutto, bisogna ricavare dalle tabelle ACI il costo chilometrico relativo al tipo di auto e poi moltiplicare il costo chilometrico per una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri. Così si ottiene il costo chilometrico per 15 mila chilometri. La % su cui verranno calcolati contributi e tasse varia in base alle emissioni di CO2 dell’auto, e non è più fissa al 30%:

  • 25% per veicoli con valori di emissione di CO2 inferiori a 60 g/km;
  • 30% per veicoli con emissioni di CO2 superiori a 60 g/km ma entro 160 g/km;
  • 50% per veicoli con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km ma entro i 190 g/km;
  • 60% per veicoli con emissioni di CO2 oltre 190 g/km.

Visto che la percorrenza convenzionale è su base annua, l’importo ottenuto deve essere eventualmente riproporzionato per i giorni di assegnazione del mezzo di trasporto.

Bollette

Sono inclusi nei fringe benefit 2024 per i dipendenti anche le utenze domestiche: bollette di luce, acqua e gas degli immobili posseduti dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, al di là se abbiano la residenza o il domicilio nell’immobile.
Rientrano nei benefit anche le bollette per uso domestico intestate al condominio, come ad esempio la bolletta idrica centralizzata, che seppur intestate al proprietario dell’immobile vengono pagate dall’affittuario.

Mutuo e affitto

Nel 2024 i dipendenti che ricevono i fringe benefit possono utilizzare il credito per richiedere il rimborso degli interessi passivi sul mutuo per la prima casa e delle spese d’affitto per la prima casa. È la prima volta che queste spese rientrano nei fringe benefit.

Buoni pasto

I buoni pasto, cioè mezzi di pagamento ad importo fisso che vengono consegnati ai lavoratori in sostituzione della mensa aziendale, sono uno dei fringe benefit più utilizzati. Il tetto massimo, cioè l’importo escluso dalla tassazione, è di 4 euro giornalieri per i buoni pasto cartacei (fino al 2019 l’importo di esenzione era pari a 5,29 euro al giorno) e di 8 euro giornalieri per i buoni pasto elettronici (fino al 2019 era pari a 7 euro). La loro caratteristica principale è che non sono convertibili in denaro, e il datore di lavoro non può pagarli in “liquidi” al dipendente. Tuttavia sono spendibili per l’acquisto sia di generi alimentari che di pasti presso gli esercizi convenzionati e i supermercati, e possono essere integrati in denaro da chi li spende.

Scopri: I supermercati più economici in Italia: dove conviene fare la spesa

Telefono aziendale

Il telefono aziendale è imponibile ai fini Inps e Irpef solo se utilizzato anche per ragioni personali. In questo caso, diventa retribuzione in natura e come tale deve essere assoggettato a tasse e contributi, da calcolarsi sui costi delle telefonate private addebitate dal gestore telefonico al datore.

Immobili in locazione, uso o comodato

Tra i fringe benefit che le aziende possono prevedere troviamo anche gli immobili assegnati ai dipendenti in locazione, uso o comodato. Questi costituiscono retribuzione in natura e dunque sono imponibili per la differenza tra la rendita catastale aumentata di tutte le spese riguardanti il fabbricato purché non sostenute dal dipendente e quanto il dipendente stesso ha dovuto corrispondere per il godimento del fabbricato. Per i custodi, portieri e guardiani, cui viene assegnata, in virtù della loro mansione, un’abitazione con l’obbligo di dimorarvi, il valore imponibile scende al 30%.

Prestiti personali agevolati

Anche i prestiti personali agevolati concessi ai dipendenti possono rientrare tra i fringe benefit. In questo caso, si assume come retribuzione (imponibile) la differenza tra l’importo degli interessi calcolati al tasso ufficiale di riferimento vigente alla fine dell’anno e l’ammontare degli interessi applicati al dipendente.

Borse di studio

Altro benefit di notevole rilevanza sono le borse di studio. Per legge sono escluse da tassazione le somme erogate dal datore ai familiari del dipendente, come il rimborso delle spese sostenute per le rette scolastiche o le tasse universitarie.

Sia le borse di studio che il rimborso delle rette scolastiche sono esenti se rientrano in un piano di welfare, non nel caso del fringe benefit dato al singolo.

Altri benefit ai dipendenti: i voucher

I benefit possono essere erogati ai dipendenti anche tramite voucher. In questi casi, il riconoscimento di beni o la fornitura di servizi ad opera del datore avviene attraverso il rilascio di documenti di legittimazione (cartacei o elettronici), contenenti un valore nominale. I voucher possono essere utilizzati anche per prestazioni ripetute nel tempo (ad esempio ingressi in palestra).

 

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