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Genova, La Spezia e da quest’anno Firenze. Sono tre le città italiane incluse nel “Circular Cities Declaration report 2024”, pubblicato da ICLEI, ong internazionale di amministrazioni locali per la sostenibilità, con la collaborazione della Ellen MacArthur Foundation. Esempi virtuosi di città che hanno avviato la transizione verso l’economia circolare e hanno adottato una serie di iniziative per sostenere il percorso. Le tre città italiane sono anche firmatarie del documento finale con lo scopo di essere fonte di ispirazione per altre città.

ICLEI e gli altri soggetti proponenti, tra cui figura ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) hanno voluto evidenziare le potenzialità dell’economia circolare raccontando, appunto, le numerose best practice di oltre cinquanta città in tutta Europa, valutando il loro contributo alla circolarità e i progressi fatti negli anni. Firenze si è distinta per l’impegno a ridurre l’uso della plastica, La Spezia per la qualità della raccolta differenziata e Genova per la creazione di quartieri intelligenti (smart districts).

“ENEA è particolarmente coinvolta in questo processo di transizione – spiega la ricercatrice Carolina Innella, che rappresenta ENEA nello Steering Group della Circular Cities Declaration – promuovendo l’offerta integrata di soluzioni tecnologiche e metodologiche per la rigenerazione urbana, finalizzata all’uso efficiente e circolare delle risorse e all’adozione di modelli di uso e consumo e stili di vita circolari”.

Firenze contro la plastica monouso

La Florence Circular City Strategy 2021-2023 ha guidato lo sviluppo dell’economia circolare a Firenze. Tra gli obiettivi principali figurano l’incremento della quantità di raccolta differenziata, puntando al 70% entro il 2025, e il miglioramento della sua qualità. La strategia mira anche a chiudere i cicli dei materiali attraverso lo sviluppo di filiere industriali locali e l’efficientamento degli impianti. Queste iniziative circolari sono sostenute dal Piano di adattamento al clima della città.

L’Accordo per l’Economia Circolare rappresenta un patto trasversale che unisce cittadini, enti pubblici e privati di Firenze per creare una rete cittadina orientata verso l’economia circolare. “L’obiettivo di maggior respiro del comune di Firenze – spiega Arnaldo Melloni, responsabile igiene pubblica, ambientale e vivibilità urbana – è suscitare la consapevolezza e il coinvolgimento nei cittadini sui temi della sostenibilità, perché al di là dei singoli progetti, se i cittadini hanno coscienza nei loro comportamenti la ricaduta positiva si amplifica in ogni ambito della quotidianità”.

L’altro pilastro della strategia di Firenze verso l’economia circolare è la lotta alla plastica monouso, grazie ai poteri speciali del comune nel limitarne l’utilizzo. Dal 2006, la campagna Firenze Plastic Free ha installato ventidue fontanelle di acqua potabile in tutta la città. Recentemente, sono state distribuite bottiglie d’acqua a tutti i bambini delle prime classi delle 55 scuole elementari del territorio comunale e a tutti i dipendenti comunali. È in fase di sviluppo un piano d’azione per la riduzione della plastica, focalizzato sulla diminuzione del consumo di plastica monouso, sull’informazione e sull’incentivazione delle buone pratiche, nonché sulla corretta gestione dei rifiuti nelle aree urbane. Inoltre, la città offre un servizio di noleggio di stoviglie lavabili e riutilizzabili per eventi privati.

“Il terzo pilastro di questa strategia – aggiunge Melloni – è la costituzione del Distretto dell’economia civile, finalizzato a favorire tutte le sinergie possibili verso lo sviluppo sostenibile tra diversi attori della nostra comunità, dalle imprese alle istituzioni, dal terzo settore ai singoli cittadini. Qui la circolarità troverà ovviamente il suo spazio centrale grazie alla condivisione di analisi, progetti, iniziative e risorse per rendere operativo sul territorio fiorentino tutto il suo potenziale”.

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Genova: valorizzare gli spazi verdi

Situata tra le montagne e il mare, Genova sta perseguendo la rigenerazione degli ecosistemi verdi, marini e urbani per promuovere un futuro sostenibile entro il 2030 e una città decarbonizzata entro il 2050. Nell’ambito della strategia Lighthouse City, Genova adotta un approccio di governance multilivello, coinvolgendo un’ampia gamma di stakeholder nello sviluppo di piani per migliorare la gestione degli spazi verdi e degli ecosistemi costieri. Tra gli obiettivi strategici del documento, Genova mira a sfruttare ogni opportunità per aumentare la quantità di spazi verdi e riequilibrare la relazione tra natura e ambiente costruito.

Le iniziative includono la piantumazione di più alberi lungo le strade, la costruzione di tetti verdi, la realizzazione di nuove piste ciclabili con linee verdi per migliorare gli habitat locali e l’inserimento di parchi nel tessuto urbano e nelle cinture verdi periurbane. Per quanto riguarda le infrastrutture blu, la rigenerazione di un’area di 20.000 metri quadrati composta da 100.000 metri cubi di acqua sul lungomare di Levante sta già beneficiando di interventi di adattamento e rigenerativi. Questi interventi offrono vantaggi diretti come un elevato standard di assorbimento del carbonio, la mitigazione degli effetti dell’innalzamento delle temperature e l’incremento della biodiversità, sia per la flora che per la fauna marina.

La strategia di Genova per quartieri circolari

La transizione di Genova verso un’economia circolare è guidata dalla Strategia per l’Economia Circolare, elaborata in modo partecipato per affrontare la disponibilità e la conservazione delle risorse, creando un circolo virtuoso essenziale per la comunità e per uno sviluppo urbano sostenibile. “Genova, firmataria della European Circular City Declaration – spiega Stefania Manca, area sviluppo economico e promozione del comune di Genova – ha attivato il progetto C-City Genova Città Circolare finalizzato al miglioramento degli schemi di raccolta, incentivazione del riuso, lavorando a scala di quartiere per favorire circolarità sociale e il rafforzamento della rete di stakeholder”.

Una strategia fondata su diversi output, come elenca la stessa funzionaria: “Una strategia partecipata di Economia Circolare con strumenti metodologici, di monitoraggio e governance, basata su tre assi che sono eco-design, long-use e reuse, il più grande centro del riuso del comune, una piattaforma informativa e formativa, un Circular HUB per l’animazione, la sensibilizzazione e l’ideazione di progetti partecipati, un Circular Desk di assistenza tecnica e di promozione di soluzioni circolari in vari settori della blue e green economy, bioeconomy, tessile, energia. Infine, attività di disseminazione sul territorio attraverso workshop, eventi tematici nei 9 municipi di Genova, come ad esempio l’evento ‘Cibo, una risorsa circolare’, l’evento ‘Riutilizzabile o monouso? Soluzioni circolari, nuovi business model e materiali’, o l’evento di approfondimento ‘Energia circolare: fonti rinnovabili e comunità energetiche’”.

Il Circular Hub, situato nel centro di Genova, è uno spazio di scambio di conoscenze, sia fisico che digitale, tra diversi stakeholder, che ha lo scopo di favorire la nascita di comunità circolari a livello di quartiere. Questo spazio permette di agire attraverso accordi, incontri di co-progettazione e co-creazione di microprogetti di economia circolare urbana. La piattaforma digitale facilita la comunicazione di eventi, opportunità, esigenze territoriali, buone pratiche e modelli replicabili, sensibilizzando sull’opportunità di un’economia circolare giusta e responsabile.

Il Circular Desk è uno sportello di semplificazione tecnica che crea connessioni tra i vari attori dell’economia circolare e fornisce una prima valutazione per possibili attività di open innovation riguardanti processi circolari, simbiosi industriale, ciclo dell’acqua, retrofitting energetico, comunità energetiche e progetti di upcycling. Questo sportello mira a dare impulso ai processi innovativi, trasformando il mercato sociale della città nel Circular District Market 2.0 per prodotti a filiera corta e sostenibile. È stato recentemente istituito il più grande centro di riutilizzo della Rete del Surplus di Genova, che contribuisce a una gestione più centralizzata dei materiali disponibili localmente per lo scambio. Complessivamente, i 20 punti vendita dell’usato disponibili tramite l’app Refresh creano una rete di beni da scambiare equivalente in peso a circa 53 tonnellate.

città circolari

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La Spezia un esempio nella gestione dei rifiuti

Sebbene La Spezia non abbia un piano d’azione dedicato all’economia circolare, la circolarità costituisce un aspetto fondamentale della strategia di sviluppo della città in settori quali i rifiuti, la gestione dell’acqua, la mobilità, l’energia, l’edilizia e la demolizione. Sono state realizzate numerose campagne di sensibilizzazione per incrementare la raccolta differenziata nelle aree servite dal sistema porta a porta e per promuoverla tra le associazioni di categoria locali. Recentemente, sono state create 181 nuove isole ecologiche di zona e installati cestini stradali senza sacchetti. Il compostaggio domestico è stato incentivato tramite corsi di formazione digitale per principianti e kit didattici digitali destinati alle scuole elementari e medie.

“Grandi passi avanti sono stati fatti dal punto di vista infrastrutturale – spiega il sindaco di La Spezia Pierluigi Peracchini – tramite l’efficientamento energetico di svariati edifici comunali e la costruzione di nuove scuole a impatto zero, ma anche tramite il completamento della rete fognaria e l’attuazione di importanti misure per il risparmio idrico. Inoltre, con un nuovo progetto di raccolta e gestione dei rifiuti, abbiamo raggiunto il primato regionale con oltre l80% di raccolta differenziata e ottenuto numerosi riconoscimenti nell’ambito del riciclo urbano”. L’obiettivo per i prossimi anni è di arrivare al 90%.

Leggi anche: Un sondaggio ha chiesto a 73mila persone cosa pensano della crisi climatica

La Spezia punta su mobilità ed energia pulite

“Le politiche ambientali portate avanti da questa amministrazione con il progetto ‘La Spezia Green’ hanno consentito in questi anni di mettere in atto importanti azioni nell’ottica di una crescita sostenibile della città in linea con le strategie europee. Portiamo avanti un modello di città sempre più circolare, dove si possa coniugare sviluppo economico e buon vivere per i cittadini, certificato anche dai dati che ci posizionano sempre meglio nelle classifiche nazionali”, spiega il sindaco Pierluigi Peracchini.

Il programma “La Spezia Green” mira a trasformare la città in un modello di sostenibilità. Gli sforzi si concentrano su obiettivi ambiziosi riguardanti la biodiversità, l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di CO2. La città sta attuando diversi progetti per promuovere opzioni di mobilità a basse emissioni, inclusa l’espansione e l’elettrificazione delle linee pubbliche di treni e autobus, come la realizzazione del nuovo binario ferroviario Cinque Terre Express. Un terzo della flotta di autobus è stato rinnovato con veicoli più ecologici e sarà costruita una nuova rete di filobus elettrici.

Grazie a un accordo tra il Comune e vari operatori, è stata sviluppata una rete di 31 stazioni di ricarica per veicoli elettrici. In linea con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, il Comune ha messo a disposizione 300 scooter elettrici e 120 biciclette pubbliche per la mobilità condivisa. Il servizio di bike sharing Speziainbici è costantemente potenziato con l’introduzione di nuove ciclostazioni, ricariche per biciclette elettriche, strumenti di riparazione e l’espansione della rete di piste ciclabili da 8 km a oltre 32 km.

Il piano d’azione comunale per l’energia sostenibile è in fase di aggiornamento, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza delle centrali termiche e dei sistemi di illuminazione. Si stanno installando pannelli fotovoltaici sugli edifici comunali, e La Spezia promuove la creazione di Comunità a Energia Rinnovabile, offrendo superfici pubbliche per la produzione di energia. Le misure di risparmio idrico sono state integrate nel regolamento edilizio comunale per nuove costruzioni e ristrutturazioni. Tra queste, è prevista l’installazione di dispositivi per la regolazione dei flussi d’acqua, e tutti i progetti con aree verdi superiori a 100 metri quadrati devono reindirizzare l’acqua piovana raccolta sui tetti degli edifici per l’irrigazione e la pulizia delle aree pavimentate.

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