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Il programma in esame – si legge nella scheda tecnica – nasce dalla esigenza, di adeguare le capacità di supporto logistico delle principali Basi navali italiane (Taranto, La Spezia e Augusta), nonché di quelle delle Basi secondarie e di supporto logistico presenti nel Paese (Brindisi, Messina, Cagliari, Ancona, Venezia, Napoli e Livorno), in termini di spazio disponibile per l’ormeggio in banchina e di impianti preposti alla fornitura dei servizi principali. Oltre alla realizzazione delle opere marittime, funzionali ad ampliare le banchine disponibili per l’ormeggio, saranno potenziati i servizi essenziali di base, come lo scarico e il trattamento di acque nere e grigie, migliorate le capacità di distribuzione dei combustibili ed adeguate le reti elettriche sulla base delle maggiori esigenze di carico. La realizzazione di tali opere – si legge ancora nella scheda – consentirà alla nostre basi di avere una minore impronta ambientale e di adeguarsi ai nuovi standard della NATO, consentendo di ospitare gruppi navali dell’Alleanza o di altri Paesi alleati.

Di seguito sono indicati i principali interventi previsti.

Taranto. L’intervento – già parzialmente finanziato con il Fondo di sviluppo e coesione nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo dell’area di Taranto – prevede il dragaggio dei fondali e il consolidamento strutturale delle banchine della Stazione Navale Mar Grande di Taranto, nonché l’ampliamento della stessa, con la realizzazione di due nuovi moli, di cui uno che sostituirà un molo già esistente ma non più rispondente al requisito. Inoltre, verranno adeguati i principali impianti presso tutti i posti d’ormeggio presenti nella Base.

La Spezia. L’intervento prevede di incrementare la capacità ricettiva della base navale e di ottimizzare gli spazi esistenti. Le attività infrastrutturali includono il dragaggio dei fondali, la ristrutturazione degli approdi esistenti e l’ampliamento del numero di ormeggi disponibili (attraverso la costruzione di nuovi moli e il banchinamento di spazi attualmente non necessari). Contemporaneamente verranno adeguati anche gli impianti elettrico, idrico, dati e imbarco combustibile presso tutti i posti d’ormeggio.

Augusta. L’intervento prevede una serie d’interventi finalizzati all’ammodernamento delle opere marittime e dei servizi in banchina presso le aree tecnico-operativa (banchina Tullio Marcon) e tecnico- logistica (tra cui l’Arsenale). Si prevede anche la realizzazione di una struttura operativa per l’Ufficio operazioni portuali, presso il compendio logistico-alloggiativo di Campo Palma.

Basi secondarie e di supporto logistico. L’intervento prevede l’ammodernamento delle infrastrutture, delle opere marittime e dei servizi in banchina della base di Brindisi, finalizzato all’ormeggio e al supporto logistico principalmente delle unità navali maggiori di nuova generazione impiegate per operazioni anfibie. È inoltre previsto l’adeguamento delle opere marittime, dei servizi e delle infrastrutture di supporto logistico e abitative presso le basi di supporto logistico destinate a ospitare il naviglio minore di nuova costruzione (CagliariMessinaAnconaVeneziaNapoli e Livorno).
Riguardo alle condizioni contrattuali e facoltà di recesso, la relazione precisa che le norme che disciplinano la materia contrattuale pubblica nell’ordinamento, peraltro di derivazione comunitaria, sono rappresentate dal nuovo Codice dei Contratti (D.Lgs. 31 marzo 2023 n. 36).

Porto di Augusta

Durata e costo del programma

Il programma è concepito secondo un piano di sviluppo pluriennale, di prevista conclusione nel 2033. Si fa presente che la scheda tecnica prevedeva l’avvio del progetto già nel 2023, articolandolo in 11 anni (2023-2033).

L’onere complessivo dell’impresa è stimato in 1.760 milioni di euro. Risultano già finanziati 559,36 milioni, a valere sul bilancio ordinario del Ministero della Difesa nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. Il completamento del programma, per il restante valore previsionale complessivo di circa 997,64 milioni, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti di finanziamento.

 

Quali sono i mezzi che compongono la Flotta Marina Militare?

Stando agli ultimi dati, risalenti al mese di marzo del 2022, la Flotta Marina Militare italiana è composta da 53 unità armate, così suddivise:

  • 2 Portaerei
  • 8 Sottomarini
  • 4 Cacciatorpediniere missilistici
  • 11 Fregate
  • 11 Pattugliatori d’altura
  • 4 Pattugliatori costieri
  • 10 Cacciamine
  • 3 Navi d’assalto anfibio

Queste unità della Forza Navale italiana sono organizzate in due gruppi da battaglia con capacità Blue-Water, ossia avente la possibilità di operare con larga autonomia e su vasta scala, lontano dalla madrepatria in pieno mare aperto. La nave ammiraglia, ossia quella su cui viene imbarcato lo Stato Maggiore della Forza Navale, oggi è la portaerei Cavour. La Flotta della Marina Militare vede coinvolte imbarcazioni appartenenti ad epoche radicalmente differenti: si va dalla più antica, ossia la Fregata Missilistica Libeccio, classe 1983, alla più moderna, ovvero il Pattugliatore d’Altura Polivalente Paolo Thaon di Revel, varato nel 2022.

Alle suddette unità armate, si aggiunge una moltitudine di imbarcazioni considerate “in disponibilità”. Queste, in caso di necessità, hanno la possibilità di essere convertite in navi da combattimento.

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